Iconologia del cavaliere Cesare Ripa, perugino

OMOPRIMO^ III
tempo ad una Dama , fpento 1' aniorofo fuoco dal freddo Tempo , e dalla_j
Età men frefca , eh' altri penfieri apporta , appoco appoco fc ne fcordi ;
ma della Patria non mai . Un Mercante i allettato dall' amore della roba e
del guadagno; non ilHmerà alcun pericolo per Navigazioni difficilifTime e tera-
peltoie , all' ultimo fi ritira al Porto della Paterna riva . Un Cortigiano ade-
fcato dall' ambizione •> vive baldanzofo nella fuperba Corte « nutrito dalle_>
fallaci fperanze , nondimeno favente penfa al fuo nativo Nido . Un Capi-
tano dopo che avrà molti Anni guerreggiato per acquillar Fama e Gloria,
aitine fc ne torna alla Patria a ripofaiii . Efempio ne fia il faggio Ulìilc,
che avendo pratticato come Capitano gloriofo nelle più nobili Parti della__j
Grecia , grato , anzi gratifllmo alla fplendida Corte Imperiale , deflderava
tuttavia tar ritorno in Itaca fua Patria ofcura , brutta , e falfofa . Quello
Amore della Patria è perpetuo , per 1' eterno obbligo , ed onore , che a_j
quella di natura ciafcun le deve , come il Figliuolo al Padre ; effendo Noi
in quella generati , ed avendo in Ella ricevuto lo fpirito e 1' aura vitale :
anzi per quanto alTeriice Platone in Critone > e J erode , è maggior 1' ob-
bligo , e r onore che fi deve alla Patria , che alla Madre , ed al Padre ,
dal quale prende il nome la Patria . ^i
nomen Tatrix impojìdt (
dice Jcro-
cle ) a re ìpfa non temere Tatriam nomlnaint , 'vocabolo q;tidem a T.itre deduco
, pron-mtiato tameu famìnina tcrminmone , ut ex utroq-ie T^trente mixcunu»
effet
dam ejfe &
. ^tqne bxc ratio infiniut Tatriam imam ex aq:io diiobus T.trcntibns colcn-
. Tri-eferenda igitur omnino eli Tatrìa utr'ms Tarentum jeorfiin :
ne
fimul quìdem Tarentes ambos ?najoris fieri » Jed acquali
& alia ratio qti.i non tantum squali , fed majori ,
onore
etiam
dign.iri : ejl
qnam fimiil
autcm,
ambo!
Tarentes honorc Tatriam ajficere ynonct , ìieq'ie foUim ipfis eam prxfert , fcd etiam
Vxori » & Liberis , & ^micis , & abfoluto fermane rebus aUìs omnib'As pojl
Dcos . Dello llelTo parere è Plutarco ne' Morali . ^t enim Tatria , & ut
Cretcnfiitm more loq:iar , Matrìa plus in te , qiiam Tarentes tiiì JHS habet . Da
tale obbligo, ed alletto naturale nafce clie ciafcuno ama la Patria fua, an-
corché minima ; né fa eccezione da luogo a luogo per umile , o fublime_j
che fia . ^lyjfes ad Ithacx fitx faxa fìc propcwit , quemaàmoàum ^gamennotLi
ad'.Mycenarum nobiles Miiros . Tslemo enim Tatriam q'ùa magna efi amati fed
quia fua
. Dice Seneca Filofofo , che Ulilfe s' affretta andare tra i falTi d' Itaca
fua Patria , con quel medefimo amore e defiderio , che Agamennone
Imperadore tra le nobili Mura di Micena ; perciocché niuno ama la_j
Patria , perchè fia grande , ma perché é fua , aniandofi naturalmente per
fua ; creice tanto oltre 1' Amor della Patria nel cuore de' fuoi Cittadini
che acciecati da quello , non ifcorgono lo fplendore delle altrui Patrie , e_5
più a tal' uno diletterà la fua Valle, Montagna, e Bicocca, la fua Def>;rta
e barbara Terra, che la nobil Roma . Volgato è quel Proverbio: Ta~
trix fumtis igne alieno liiCHÌentìor . Il fumo della Patria è più rilucente , che
il fuoco degli altri Paefi , e però 1' abbiamo figurato verfo il^ fumo , vol-
tando le fpalle al fuoco . Ha quello motto origine da Omero , nel prin-
cipio della prima Odiifea .
,
Cxtc-