Iconologia del cavaliere Cesare Ripa, perugino

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54. ICONOLOGIA e fignificante nome ? come avvertifce Adriano Turnebo appunto fopra li-#" Folica lib. 25. cap. ij. ove dice . Erodius a Cicerone Fitlica, a Marone^ Mcì2iis 'vertitur , e nel lib. 19. cap. 22. quello che da Arato chiamafi Ero- dio > da Virgilio fi traduce Mergo , e da Cicerone Folica : né è maraviglia, perchè la Folica fecondo Alberto Magno è del genere de' Merghi, o Smer^ ghi che dir vogliamo , ed Arilìotile la nomina in compagnia del Mergo Jib. 8. cap. 3. Cavia alba, & ftdica: Mergus, & A'}p^x 'vidlitant apud Ma- re ; la terza è perchè alcuni di quelli Uccelli , che fi comprendono fotto im genere medefimo , hanno Talvolta qualche medefima natnra > e qualche fomiglianza di colore , o fattezza tra loro , laonde occorre che gli Autori pigliano uno per un' altro » e ciò nella Folica fi manifella , la quale per autorità di Alberto Magno è negra , ed acquatile , fi rallegra della cempeila -i ed allora fcherza e nuota nel Mare -, non fi parte da' luoghi dove_» nafce , nel fuo nido tiene continuamente gran provvifione di alimenti, ed è tanto liberale , che ne fa parte ad eftranei Uccelli . Quella che oggidì chiamafi in Roma Folica Uccello acquatile , è di colore negro , che tira un_> poco al bigio, ha il becco negro e parimente i piedi , come l'Anatrella, con quelle pellette tra un dito e 1' altro , e ha la telta negra fenza ciuffo» e fenza crerta ricciuta . L' Oflifraga fpecie di Aquila è ancor cffa bigia di color cenerìccio , figu- rata dal Mattiolo fopra Diofcoride . Ariftotele lib. 8. cap. 5;. dice che è lii color di cenere , che biancheggia berrettin chiaro, e che è più grande dell* Aquila , ma non però della Gnefia Aquila della fella forte , la quale fecondo Arinotele lib. 9. cap. 32. è maggior di ogn' altra Aquila, e della OlTifraga , la quale da alcuni Autori Greci , e dal Mattiolo chiamafi in Greco (P/;/«/) parola che nell' Odilfea terza di Omero non lungi dal fine, Aquila fi traduce , volendo ivi fignificare la prellezza , colla qnale iì partì Minerva» parlato eh' ebbe . Sic csrtù locuta abìit c.tjtis ocidis Minerva ( Thene ) ^qtiilx jìmìlis . Gli Offervatori di lingua Greca efpongono , che fi chiami anco la Eo- lica, e 1' Ofiifraga con quella voce ( Thinl ) Il Cardinal S. Pietro Damiano, che qui in Faenza ripofa, vuole ancor Elfo nel lib. 2. epill. iS. che la Folica da' Greci fia detta (PW»/) e le attrl- buifce la medefima natura, che da Plinio lib. io. cap. 3. e da Arillotele lib. 9. cap. 34. e Ifb. 6. cap. 6. vien data al!' Offifraga , ed è che riceve con benignità il Pollo fcacciato dall' Aquila , come fuo figlio adottivo » e come fuo naturale clementemente nutrifce tra' fiioi propri parti . Et hoc modo qucìn ..yiq-ùLt crudelicer paternie feclt hxredu.i'.is cxortem , ita fibì quafi 'niaterncs pietà' tis ìntnltii fìiis adoptai'it fiUis coh.tredem . Per tale pietofi natura la Folica , ovvero Oflifraga è attiflìmo fimbolo dell' Adozione , la quale apprelfo gli antichi Romani era molto in ufo, ficcome anco I' alimentare Figli d'altri, che nemmeno erano in tutela, né in Adozione , ma erano tenuti come Figli propri, e davano a quelli il medefimo nome gentilizio della cafata loro, come fi vede nelle ifcrizioni llampate da Smezio , tra' quali vi è quella no- tabile ad Aurelia Ruffina , AVR.
TOMO PRIMO. i5 AVR. RVFINiB ALUMNiE.PIENTISS. ET. INCOMPARABILI Q.V ^VIXITANN. XXVII. M. X. D. I I. FIDE COGNITA O AVRELIA. SOTERIA M E M O R . B S E aV II. E I V S PIETATIS. PLENA. P, Quella pietà non fi ufa oggidì per le cafe , appena s' alimentano ì Fi- gli propri : ma in quelli tempi fi ftendeva tant' oltre che lafciavano eredi i loro Alunni , ficcome apparifce in un* altra Ifcrizione trovata già nella_j Pieve della Brulada , Villa di Faenza iM A .
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