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Iconologia del cavaliere Cesare Ripa, perugino

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TOMO P R I M O: 25<br />

gridhntur , modo regrediuntur , riirfiis procedtmt , et •vicif/ìm retro commeMit ><br />

et i'i.im partim pr.uìdunt, partirti catida obliterant ^ ne Vemtores eonim vcjligia<br />

explorantes, liijlr.im , ìnqiio citm f.ùs Catulis fl.ibuUntttr , invenke pojjìnt . Hoc feri'<br />

pfit BargcHS in Opere de Fenatione, dum inquit<br />

lutate imprejja falò pradens veftìgia turhat .<br />

Et palilo inferÌHS ìmiiis reddens rationem canebat<br />

Hoc faciunt Catulos , ne qui fub valle reli^os<br />

Dcprehendat<br />

.<br />

FATTO STORICO SAGRO<br />

EgnanJo in Ifraello Salomone , al fiio Tribunale vennero due Donne a<br />

vicenda querelandoil , che abitando nella itclfa cafa, sì 1' una che l'al-<br />

tra un Figlio aveva partorito ; Ma che una di Joro dopo avere la notte profondamente<br />

dormito , la mattina nei dcftarl] accorta fi era avere a lato il Figlio<br />

morto ; Elàmin.mdo però minutamente ( diceva ) il Bambino , icoprl non<br />

clTere il luo, ma <strong>del</strong>la Compagna ; Ciò dalP altra alìeverantemente veniva ne-<br />

gato . L' accorto Re per chiaramente fcoprire chi di loro mentilTe , ordinò<br />

che avanti gli foite recato un ferro . Il che efeguito , dividete (dilfe ) il Fimciullo<br />

vivo in due p:u"ti , ed a cialcuna fia alTegnata la fua . La vera Madre<br />

non potendo {offrire che lacerate tbffero le vifcere Tue ; L' abbia , Signore ,<br />

(foggiunfe) 1' abbia intiero collei , ma non perilca il mio Figlio . L' altra,<br />

nò , fi divida , ne tu il polla godere , ne Io . Accortofi Salomone <strong>del</strong>la verità<br />

<strong>del</strong> fatto , comandò che alla pietola Madre che vivo il bramava , ancor»<br />

che fuo non aveife ad eifere , foife illelo conlcgnato . 3. de I{e. cap. 3.<br />

FATTO STORICO PROFANO<br />

Dldone<br />

Moglie di Sicheo accorgendofi che Pigmalione fuo Fratello dopo<br />

avere proditoriamente uccilble il Marito , tentava di trarre a morte ano»<br />

eh' Eifa , a cagione <strong>del</strong> denaro che Ella in gran copia aveva , <strong>del</strong>iramente lo<br />

<strong>del</strong>ulè , poiché fece mettere tutta la moltitudine de' denari dentro de' Tacchi<br />

alla cima de' quali fece porre <strong>del</strong> Grano , dicendo al Fratello che volcva,che<br />

in Africa trafportato folfe per elitario , e ritrarne gran fòmme . Le die fede<br />

Pigmalione ; ed Eifa con quello in Africa portatofi , offri a Juba , o Jarba ,<br />

che ivi regnava , una determinata fòmma di denaro , fé le concedeva in com*<br />

pra tanto terreno , quanto occupato ne avelfe una pelle di Bue . Facilmen»<br />

te ciò le accordò Jarba . Ella fatta tagliare in minute ilrettilfime ftriicie<br />

la detta pelle « in tanto fpazio di Terra fi eftefe ,• che potè fabricarvi una<br />

ben valla Città , che dal Cuojo <strong>del</strong> Bue fu detta Birfa , che in lingua Feoi*<br />

€ia fignitìca Cuojo , e poi Cartagine fu denominata .<br />

.<br />

D - •'•<br />

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