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Iconologia del cavaliere Cesare Ripa, perugino

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lao ICONOLOGIA<br />

^Am'i V ^nima ««' ^ima , e ammiri in Ejfa<br />

Z'g:tal bellezza , ngital fplendor natio :<br />

L' amar fra<br />

i Tari e libertà concejja<br />

Tur fé r Jinima nutre m bel desìo<br />

D' amar fuor di fcfleffa , e di fefìejja<br />

Coj'a d' amor più degna , ami Jol Dio .<br />

Con quefco belliffimo moral Sonetto <strong>del</strong> Murchele Gio: Giofcff.:) Orfi nel<br />

dar io principio alla Ipiegazione <strong>del</strong>la mia Immagine , intendo porre la_j<br />

diitinzionc , che corre tra Amore e Amore : dall' Amore cioè neccffario,<br />

che è quello di Dio , <strong>del</strong>la propria Anima « e dal fuo fimile ; dall' onello<br />

e plaufibile , che è quello di contemplare nelle cole belle mortali<br />

Che fon fcala al Fattor Chi ben le flima Petr.<br />

la Divina bellezza ; dall' Amore <strong>del</strong>le cofe puramente terrene ed a feconda folo<br />

<strong>del</strong> Senio . Si avverta peraltro di non confondere nella Contemplazione<br />

<strong>del</strong> Supremo Bello, per mezzo <strong>del</strong> Bello terreno , 1' Amoie ingannevole<br />

e fenfuale . Sotto la fembianza di un Amore oneito j non fi celi un penilero<br />

meno che laggio » un deviamento di Ragione .<br />

V amar non fi divieta .<br />

E' vero : Si ami » ma ami 1' Anima nortra non altrimenti , che come<br />

viene fpiegato in un' altro legf^iadriflìmo Sonetto dal me<strong>del</strong>imo Orfi .<br />

Impara di falirc , ^nima mia ,<br />

^l Sommo Ben da una beltà mortale :<br />

^more a tuoi penfteri apprejìa l' ale ,<br />

£ dì Cìntia co' rai jegna la via<br />

Ter tre gradì trafcorri : alzati in pria<br />

Dalla materia ; e in feparar dal Frale<br />

il puro Ejfer <strong>del</strong> Bello , apprendi quale<br />

V incorporea beltà <strong>del</strong>l' ^Ima fia .<br />

Se più t' alzi j e Lei miri in featrtade<br />

Fuor <strong>del</strong> Corpo , e <strong>del</strong> tempo , allor coìnpnndì<br />

V immutabile ^nvelica beltade .<br />

^indi all' unico Bello infine afccndi :<br />

Che fé oltre la materia > oltre l* etade «<br />

Oltre il numero arrivi , Iddio ^ià intendi<br />

Qyando cosi fi ami , felice nobilifllmo amare 1 In altro modo ci facciamo<br />

Ribelli a Dio, Tiranni a Noi fleffi , Nemici ì più terribili alle__«<br />

Perfone llelfe , che follemente * non meno che abufivamente diciamo di<br />

amare . E fono quefti gì' inevitabili effetti di un' Impudico Amore , <strong>del</strong><br />

quale così il Guarini nel Palfor Fido Scena V. Atto Primo<br />

Come il Celo alle Tiante > ai Fior /' ^rfnra^<br />

La Grandine alle Spiche , ai Semi il Verme ,<br />

Le E^ti ai Cervi , ed agli ^•tgelli il Vifco ,<br />

Coiì nemico all' Vom fu fempre ornare<br />

Prefo da Teocrito Idil. b.<br />

^rboribas mala Tefiis Hyems , Sitis arida Terrte > Squalor<br />

.<br />

.<br />

. .<br />

,

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