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Iconologia del cavaliere Cesare Ripa, perugino

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TOMO P R T M 0. 41<br />

effei* vero montò in furia si grande , che giurò di Lui V Eflcrminloi e <strong>del</strong>la<br />

fua Nazione . Era di Giuda Mardoccheo j per il che Aman ponendo ai iiic»<br />

Re in dilgrazia i Giudei tutti , che nel fuo Regno vagavano j ottenne che<br />

in certo determinato tempo dì Loro fi facelTe barbara Itrage . Eller molTa<br />

a pietà de' fuoi , a pericolo <strong>del</strong>la fua vita , fi prefentò al Re ; trovò in Lui<br />

grazia » lo pregò che con Aman da Lei ad un Tuo convito vernile .<br />

Ciò fatto : di nuovo Afluero dilTe ad Eller 1 che chiedere ciò che bramava .<br />

La Regina pregò nuovamente che al futuro giorno Egli al lìio convito lor-<br />

jiafTe . Tripudiando , pertanto onore» Aman accrebbe la fua fuperbia. Neil'<br />

ufcire incontrandofi in Mardoccheo , vedde che non folo non fi chinò alla<br />

fua prcfenza > ma né tampoco (i mofle . Fremè d' Ira j e alla propria Ca-<br />

ia giunto , comunicò ;^Ila Moglie ed a fuoi amici» ed i fuoi onori , ed il di-<br />

fprezzo di Mardoccheo . Adulandolo tutti e mal configliandolo ,<br />

1* indufle-<br />

ro a far alzar il Patibolo , dove voleva che Mardoccheo folfe fofpefo . Si<br />

portò perciò dal Re, il quale trovò che avendo a cafo letto un rilevante fer-<br />

vigio a Lui da Mardoccheo prellato , gli domandò fubito qual' onore fi<br />

dovette a Colui che avelie voluto il Re onorare . Supponendo Aman che<br />

di fé folo Egli inten<strong>del</strong>Te » allegro e contento rifpofe : doverfi vcHire de-<br />

gli Abiti regi, coronare <strong>del</strong> Diadema reale, ed in Cavallo regalmente bar-<br />

dato doveiTe effer condotto per tutta la Città dal primo de' Tiranni e Principi<br />

>i<br />

<strong>del</strong> Regno » efclamando : Così fi onora Colia , che vuole<br />

F<br />

' ^—^^^—i^i^»» '1 ^—1^^^—^^^^—^«^^^p^——^^B»^—— I II<br />

cosi il l{^ omrare<br />

,<br />

II ^h—— m<br />

le jiìa r Elefante , e dall' altra la La/iia .Vtx il doppio veftfmento s' indica la doppiezza<br />

<strong>del</strong>l' animo degli Adulatori ; per il bianco di Ibpra la piacevolezza <strong>del</strong>-<br />

le parole , per il di lotto nero la perverfa intenzione the hanno d' ingannare .<br />

Le Api bagnate nell' Olio miiojono , alperfe coli' aceto fi fanno più vigorofe;<br />

Cosi gli Uomini dalle adiilatrici parole ricevono fommo danno , e da fincerf<br />

faggi avvertimenti , benché tal-volta l'embrino afpri , utile ed -onore . Lo Scorpione<br />

j perchè colla bocca alletta , e colla coda morde .<br />

(^ la ragione per cui<br />

afferifca il P. Vincenzio clte lo Scorpione colla bocca alletti , non faprei dirla .)<br />

fé forfè non ha intefo , che ficcome attrae e prende quello di che fi pafce , cosi<br />

gli Adulatori colla bocca , cioè con le Lodi ecceflìve allettano ed a fé traggono<br />

quelli che adulano . Le fta a piedi 1' Elefante, per la favola che fi racconta , che fé<br />

in un Deferto foffero due Giovanette clie dolcemente cantafTero , Elfo fc ne va da<br />

quelle , lafciando ogni fierezza , e Loro lanibilce le Poppe , e dilettandofi <strong>del</strong> lor<br />

cantare viene oppreflb da grave fonno , ed allora Effe ne fanno milerabil preda .<br />

La Lamia è moftro marino ; fi dice abbia ì' effigie umana , ma termina in Be^<br />

ftia avendo i piedi da Cavallo , appropriata agli Adulatori perchè in fembianza<br />

apparifcono amici e dabbene , in Ibftanza fono nemici<br />

Ha Io ftefl'o P. Ricci altra figura <strong>del</strong>l' Adulazione . Doma ,<br />

e maligni<br />

che tenga il dito alle<br />

Ì2bbra .<br />

quantità<br />

In mano a-vrà una Hete , e due Saette . Le ftia a piedi uria Capra , ed una<br />

ài Uermi . Col dito alle labbra, per avvifar 1' Uomo a guardarfi dall' Adulazione<br />

. La Rete indica 1' inganno <strong>del</strong>le parole adulatorie . Le Saette fonq<br />

Geroglifico <strong>del</strong>la Peftiltnza notata nell' Adulatore pelle <strong>del</strong> Mondo . La Capra<br />

, perchè dicefi di L«i , che lambendo rompe e recide , e fecondo Plinio<br />

lambendo 1' Oliva , la fa divenir lecca , cosi gì' Adulatori colla linpiia allettando<br />

altrui , offendono e-d uccidono . I Vermi che col loro roder« fanno danno<br />

alle vigne fignificano il pregiu.iizio che reca 1' Adulazione .<br />

.<br />

,

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