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della funzione incognita, maggiore sarà il numero di parametri globali richiesti<br />
e quindi il costo computazionale. In contrapposizione all’interpolazione<br />
tradizionale (Lagrange con vincoli puri di interpolazione e Hermite con vincoli<br />
misti di interpolazione e di regolarità) si pone l’interpolazione HC dove<br />
alcune condizioni di regolarità vengono implicitamente imposte sopperendo<br />
così alla necessità di un numero relativamente elevato di parametri globali.<br />
Sono sufficienti infatti n+2 parametri globali, praticamente un parametro per<br />
elemento (quindi tre ad esempio, nel caso di funzione a tre componenti) per<br />
ottenere la classe di continuità C 1 . Tale costo è praticamente l’equivalente<br />
di un’interpolazione lineare che garantisce C 0 . In tal modo già su mesh rade,<br />
e quindi a costi computazionali ridotti, è possibile ottenere ottimi risultati.<br />
3.5 Interpolazione HC<br />
Il modello di discretizzazione HC è basato sull’uso dell’approssimazione Bspline<br />
(vedi §3.2) quadratica che garantisce una continuità di classe C 1 con<br />
l’uso di un solo parametro per elemento nel caso di una funzione incognita<br />
unidimensionale. Il risparmio di parametri globali, già presente quindi nel<br />
caso unidimensionale, è maggiore nel caso 2D, e ancora di più nel caso 3D.<br />
Sia dato un intervallo reale [a, b] e si voglia definire su tale intervallo<br />
una funzione f(x) ∈ C 1 [a, b] con relativamente pochi parametri. Tale scopo<br />
può essere raggiunto con una particolare spline quadratica (si veda §3.2),<br />
l’interpolazione HC presentata in [1].<br />
Si consideri una suddivisione di [a, b] in n sottointervalli o elementi individuati<br />
da punti equidistanti:<br />
a ≡ x0 < x1 < ... < xn ≡ b.<br />
Si imponga che f(x) nel generico sottointervallo sia un polinomio quadratico.<br />
Dovranno perciò esserci per il generico elemento tre parametri. Si considerino<br />
punti di controllo pi nei punti medi di ciascun sottointervallo. Si associ<br />
ad ogni punto di controllo un parametro di controllo qi. In questo modo, per<br />
un elemento interno potremo associare i 3 parametri locali al punto medio<br />
dell’elemento stesso e a quelli dei 2 elementi adiacenti. La stessa scelta non<br />
può essere operata per un elemento di bordo, il quale non ha dal lato esterno<br />
del bordo un elemento adiacente: gli verrebbe a mancare quindi un<br />
parametro di controllo. Su un elemento di bordo, invece, si sostituisce il<br />
punto di controllo mancante con l’estremo del dominio globale connesso all’elemento<br />
stesso, cioè il punto sul bordo lungo la congiungente il punto di<br />
controllo mancante e il punto di controllo associato all’elemento. I punti di<br />
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