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obliqui legati mediante staffe a una trave orizzontale<br />
sottostante (catena, poggiante agli estremi sulla muratura<br />
dell’ed. col tram<strong>it</strong>e di un cuscinetto in pietra per la ripartizione<br />
della pressione. Si configura cosí un triangolo,<br />
spesso irrigid<strong>it</strong>o al centro mediante un elemento verticale,<br />
il monaco (ometto, detto «reale», ingl. King post, se collega<br />
piú c. sovrapposte); esso è legato con staffe ai puntoni,<br />
alla catena e a due elementi obliqui chiamati contraffissi o<br />
saette (c. palladiana), a loro volta connessi ai puntoni mediante<br />
grappe. Sui puntoni paralleli delle varie c. corrono<br />
gli arcarecci orizzontali, connessi dai travicelli e coperti<br />
dall’ass<strong>it</strong>o, su cui infine si posano gli elementi di copertura<br />
esterna. In particolare nei paesi nordici, questa forma si<br />
presta a varie elaborazioni, con c. piú o meno complesse,<br />
catene talvolta arcuate, monaci multipli, connessioni ad<br />
arco, travi a mensola o a martello (fino a tre ordini di<br />
mensole) rettilinee o ricurve, e talvolta sospese. Una c.<br />
asimmetrica è detta cavalletto. Tra l’ord<strong>it</strong>ura e il mantello<br />
di copertura possono interporsi strati isolanti o impermeabilizzanti.<br />
Giannelli, ei s.v.; Perucca ’54; Bairati ’61; Giordano ’64.<br />
capriccio (<strong>it</strong>. ant. caporiccio, «dai capelli arricciati, r<strong>it</strong>ti»,<br />
donde «raccapriccio»). Non solo in musica e in p<strong>it</strong>tura<br />
(cfr. «Los Caprichos» di Goya) ma anche in arch. il c. indica<br />
opera estrosa, bizzarra, fantastica fino al mostruoso,<br />
sottratta all’im<strong>it</strong>azione naturalistica ed a leggi compos<strong>it</strong>ive<br />
rigorose; e in quanto tale fu sempre avversato dal<br />
classicismo (bellori), cui reagí spesso seriamente e in<br />
modo salutare. Benché vasari consideri c. gli ed. gotici, e<br />
benché spesso siano defin<strong>it</strong>e c. per eccellenza le grottesche<br />
rinascimentali, si può parlare di c. arch. veri e propri<br />
solo nel manierismo, nel barocco e nel rococò: sia<br />
entro il lim<strong>it</strong>e della decorazione f<strong>it</strong>omorfica, zoomorfica,<br />
libera; sia nella forma di arch. fantastiche disegnate (piranesi:<br />
«Invenzioni capricciose»); sia nella configurazione<br />
di spazi illusionistici (quadraturismo) o costru<strong>it</strong>i<br />
(buontalenti; borromini, che a propos<strong>it</strong>o di opere proprie<br />
parla esplic<strong>it</strong>amente di c. e «bizzarrie»; il teorico G.<br />
B. Passeri lo sostenne esplic<strong>it</strong>amente); sia nella realizzazione<br />
di veri e propri elementi e corpi ed.; chinoiserie;<br />
folle. Respinto naturalmente con grande sever<strong>it</strong>à dal<br />
neoclassicismo (milizia), il c. venne in parte recuperato<br />
dal p<strong>it</strong>toresco e dall’eclettismo; viene rivalutato in<br />
<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>