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cuspide. edicola; fastigio; flÈche; ghimberga; guglia;<br />
pinnacolo; tabernacolo 3.<br />
Cuvilliés, François il vecchio (1695-1768). Arch. della<br />
Germania mer., tra i migliori interpreti del Rococò. Benché<br />
traesse ispirazione dalla Francia, la sua decorazione fu<br />
sempre assai esuberante. Suo capolavoro è l’ed. dell’Amalienburg,<br />
nel Nymphenburger Park presso Monaco: la cui<br />
lev<strong>it</strong>à, eleganza e sottile delicatezza ne fanno il supremo<br />
monumento laico del Rococò. Nato a Soignies-en-Hainaut<br />
(Hennegau, Belgio) entrò nel 1708 al servizio dell’esiliato<br />
Elettore Massimiliano Emanuele di Baviera. Viaggiò con<br />
lui in Francia accompagnandolo poi al r<strong>it</strong>orno a Monaco.<br />
Cominciò la sua attiv<strong>it</strong>à come arch. mil<strong>it</strong>are, rivelando<br />
tanto talento che nel 1720-1724 venne inviato a Parigi per<br />
studiare presso j.-f. blondel. Nominato nel 1725 arch. di<br />
corte a Monaco con effner, sost<strong>it</strong>uí schlaun quale arch.<br />
del castello di Brühl presso Colonia per il figlio dell’Elettore<br />
Massimiliano Emanuele, Clemente-Augusto. A Colonia<br />
realizzò il bel padiglione Falkenlust nel parco. L’Amalienburg<br />
(1734-39) è un ed. a un solo piano, con un vasto<br />
ambiente circolare al centro, che determina una piacevole<br />
curva nella facciata sul giardino. Le decorazioni in legno<br />
scolp<strong>it</strong>o e in argento negli ambienti principali sono di squis<strong>it</strong>a<br />
raffinatezza, e cosí pure gli schemi cromatici. Ultima<br />
sua opera importante il Residenztheater a Monaco (1751-<br />
53; parzialmente distr. 1944, ric. 1958 in altro luogo della<br />
Residenza): uno dei «capricci» piú liberi del Rococò, ampiamente<br />
decorato dei caratteristici «putti», cariatidi, trofei<br />
di strumenti musicali ecc. Pubblicò, fra l’altro, un<br />
«Livre de cartouches» (Ill. germania; rococò).<br />
Cuvilliés 1738, 1745; Braunfels ’38; Hempel; Wolf F. ’67.<br />
Cuypers, Petrus Josephus Hubertus (1827-1921). Il piú<br />
significativo arch. ol. del xix s. Studiò all’accademia di<br />
Anversa; divenne nel 1850 arch. della c<strong>it</strong>tà di Roermond,<br />
ove fondò nel 1852 un «laboratorio di arte cristiana». Nel<br />
1865 si trasferí ad Amsterdam, ove realizzò le sue opere<br />
piú celebri: il Rijksmuseum (1877-1885) e la stazione centrale<br />
(1881-89), ambedue in mattone olandese, alla maniera<br />
del «Rinascimento» locale ma singolarmente misurate e<br />
sobrie. Numerose le sue chiese neo-got., tra le quali Santa<br />
Katharina ad Eindhoven (1859), St. Willibrord e il Sacro<br />
Cuore ad Amsterdam (1864-66 e 1873-80).<br />
Cuypers ’17; H<strong>it</strong>chcock.<br />
<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>