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che certo lo influenzò ancor piú di palladio. Suo capolavoro<br />
è la Maur<strong>it</strong>shuis all’Aja (1633-35), a pianta interamente<br />
palladiana, con pilastri ionici giganti a sostegno di<br />
un timpano coronato da una copertura tipicamente olandese.<br />
Piú pesante, anche se dign<strong>it</strong>oso, il grande municipio<br />
di Amsterdam (oggi Palazzo Reale: 1648-55); piú originale<br />
la Nieuwe Kerk a Haarlem (1645), una chiesa a croce<br />
gr. inscr<strong>it</strong>ta. Nel campo dell’arch. residenziale la sua influenza<br />
fu notevole, specialmente attraverso i seguaci,<br />
come p. post, a. van s’gravesande e ph. vingboons.<br />
Pevsner; Fremantle ’59; Swillens ’61; ter Kuile ’66.<br />
campidoglio (Cap<strong>it</strong>olium). cap<strong>it</strong>ol.<br />
Campiello. corte 4.<br />
Campionesi, maestri. Originari di Campione (Lugano),<br />
non formarono corporazione legale (cfr. antelami); ma ebbero<br />
saldi tratti comuni, nel processo di transizione al<br />
Gotico. Un Anselmo fu responsabile del duomo di Modena<br />
(lanfranco; cons. 1184): suo il pontile, del figlio Ottavio<br />
la Porta Regia (1209-31), di un Enrico il giovane il<br />
compl. del campanile (1319) e il pulp<strong>it</strong>o. Ai C. è dovuto il<br />
duomo di Trento (coro di Adamo da Arogno, in. 1212) e<br />
il battistero all’interno di Santa Maria Maggiore a Bergamo<br />
(Giovanni, 1340; mal ricostr. all’esterno nel s xix). Di<br />
Bonino l’impostazione e in parte l’esecuzione del monumento<br />
a Bernabò Visconti in Castello Sforzesco a Milano<br />
e l’arca di Cansignorio a Verona, 1370-76; di Matteo, a<br />
Monza, la facciata del duomo e il battistero della collegiata.<br />
I C. operarono anche nel duomo di Milano.<br />
Toesca P. ’27, ’51; Wagner-Rieger ’56-57; de’ Maffei, eua s.v.;<br />
Romanini ’64.<br />
Camporese, Giuseppe (1763-1822). Neoclassico, insegnò<br />
all’accademia di San Luca a Roma (tra gli allievi I. Aleandri,<br />
autore dello sferisterio di Macerata, prog. 1823). Col<br />
padre Pietro (1726-81) e il fratello Giulio (1754-1840)<br />
realizzò il duomo di Subiaco e lavori in Vaticano. Al figlio<br />
Pietro il giovane (1792-1873) si devono un prog. di<br />
ricostr. della basilica di San Paolo fuori le mura dopo l’incendio<br />
del 1823 (in coll.; gli fu prefer<strong>it</strong>o L. Poletti), i restauri<br />
del teatro Argentina e di palazzo Wedekind (1838),<br />
l’ist<strong>it</strong>uto di belle arti in via Ripetta ecc.<br />
De Rinaldis ’48; Lavagnino.<br />
<strong>Storia</strong> dell’arte <strong>Einaudi</strong>