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Scarica - Associazione Nazionale Magistrati

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La<br />

Magistratura<br />

Organo<br />

della<br />

<strong>Associazione</strong><br />

<strong>Nazionale</strong><br />

<strong>Magistrati</strong><br />

Contributi<br />

Magistratura Onoraria:<br />

Ipotesi di Lavoro<br />

6) Conclusioni<br />

Nell’affrontare questo complesso<br />

mondo, e per cercare di fornire<br />

un qualche spunto utile, ho tentato<br />

di non ragionare necessariamente<br />

in termini di ruoli e di organici: ma<br />

ho provato a considerare le necessità<br />

del sistema-giustizia, e quindi<br />

in primo luogo l’esigenza di funzionalità<br />

e di rispetto delle istanze<br />

degli utenti, da contemperare con le<br />

prospettive di formazione e di lavoro<br />

delle categorie professionali che<br />

– ora e in futuro – attraversano questa<br />

esperienza.<br />

In tale linea, mi sembra di avere<br />

abbozzato un’idea di una magistratura<br />

che può definirsi realmente<br />

onoraria, superando le attuali<br />

distorsioni e gli abusi, non solo perchè<br />

viene svolta comunque in<br />

modo temporalmente delimitato,<br />

ma anche perchè si presenta come<br />

integrativa, distinta rispetto a quella<br />

della magistratura ordinaria,<br />

assumendo quindi una sua più precisa<br />

identità.<br />

Tali caratteri distintivi, per<br />

GOT e VPO, attengono non solo<br />

alle materie (si è detto della necessità<br />

di scorporare materie come non<br />

delegabili) ma soprattutto alle<br />

modalità di svolgimento, perchè<br />

viene svolta dal ‘giurista che sarà’,<br />

in una fase cioè di studio e avvicinamento<br />

al complesso delle funzioni<br />

legali: non in via del tutto autonoma<br />

ma sotto la sorveglianza congiunta<br />

di magistrati ordinari ‘affidatari’<br />

e di Enti di formazione<br />

154<br />

postuniversitaria.<br />

Questa differenza si realizza<br />

anche per i G.d.P., interpreti (in<br />

questo caso in via autonoma) di una<br />

giurisdizione ‘semplificata’, strada<br />

che il legislatore sembra anche in<br />

questo caso avere intrapreso in<br />

maniera irreversibile pensando –<br />

oltre che a fini deflattivi – alle<br />

necessità più immediate dell’utenza,<br />

giurisdizione resa quindi più<br />

accessibile per distribuzione territoriale<br />

e per minore onerosità economica<br />

(penso alla possibilità di<br />

difesa personale, che potrebbe trovare<br />

migliore attuazione) e che<br />

dovrebbe valorizzare anche la funzione<br />

conciliativa: giurisdizione<br />

interpretata da persone che – preferibilmente<br />

sfruttando una analoga<br />

esperienza svolta in fase di formazione<br />

- possono comunque avere<br />

una collocazione anagrafica, professionale<br />

e culturale diversa, e che<br />

sono destinate ad una rotazione<br />

periodica, aderente all’evoluzione<br />

degli orientamenti sociali. Coerentemente<br />

a tale ruolo, riterrei possibili<br />

solo piccoli allargamenti delle<br />

attuali competenze (già l’attribuzione<br />

ai GdP delle convalide degli<br />

ordini di espulsione, ex art. 14 co. 3<br />

e 4 DLvo 286/98 e succ. mod., in<br />

quanto procedure comportanti limitazioni<br />

dei diritti di libertà, mi pare<br />

esulino da tale ambito).<br />

Questo meccanismo evidentemente,<br />

solo abbozzato e suscettibile<br />

di ogni apporto critico:<br />

- non crea false aspettative;

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