Scarica - Associazione Nazionale Magistrati
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Ordinamento Giudiziario<br />
Il disegno riformatore complessivo<br />
dell’ordinamento giudiziario, così<br />
come sta emergendo dall’attuazione<br />
della legge delega n. 150/05 in<br />
atto con i decreti legislativi preparati<br />
dal Governo, evidenzia in<br />
modo sempre più netto la bontà<br />
delle ferme critiche condotte dall’<strong>Associazione</strong><br />
<strong>Nazionale</strong> <strong>Magistrati</strong><br />
e l’erroneità di tutto l’impianto<br />
della riforma.<br />
La Giunta Esecutiva Centrale,<br />
in occasione delle audizioni avvenute<br />
dinanzi alle competenti commissioni<br />
parlamentari investite del<br />
ruolo consultivo previsto dalla<br />
legge, ha predisposto e presentato<br />
una serie di schede tecniche che,<br />
anche nei dettagli, evidenziano le<br />
innumerevoli discrasie e incongruenze<br />
del nuovo sistema, che in<br />
molti aspetti appare tanto sbagliato<br />
da impedire anche di proporre<br />
soluzioni emendative efficaci.<br />
I profili di incostituzionalità, gli<br />
errori tecnici e le evidenti disfunzioni<br />
che ne deriveranno sono illustrati<br />
nelle schede già ricordate,<br />
dalle quali, per la loro natura tecnica<br />
e di dettaglio, è però forse difficile<br />
enucleare in sintesi l’aspetto<br />
più negativo di tutti, costituito<br />
dalla figura complessiva di magistrato<br />
che sembra prediletto dal<br />
legislatore, e che contrasta invece<br />
con quanto tutti i magistrati italiani<br />
ritengono sia giusto essere.<br />
Se noi abbiamo sempre pensato<br />
al magistrato ideale come a quello<br />
4<br />
Ragionare per<br />
Vincere, Ragionare<br />
per Convincere<br />
Antonio Patrono *<br />
*Segretario<br />
Generale ANM<br />
ispirato dalla spirito di servizio al<br />
maggior grado possibile, il legislatore<br />
incredibilmente mette invece<br />
al primo posto dei valori per un<br />
magistrato l’ambizione personale,<br />
tradotta in vero e proprio “carrierismo”.<br />
Solo ciò spiega l’esaltazione<br />
della dignità delle funzioni svolte<br />
nei gradi di giurisdizione via via<br />
superiori, con la conseguente svalutazione<br />
delle funzioni svolte nei<br />
gradi inferiori, e specialmente di<br />
quelle di primo grado. E addirittura,<br />
a coronamento di ciò, vi è l’incentivo<br />
economico rivolto ai magistrati<br />
più giovani ad impegnarsi<br />
nella preparazione di concorsi per<br />
l’accesso alle funzioni di secondo<br />
grado e di cassazione da svolgersi<br />
con il metodo dell’esame teorico,<br />
che come tutti sanno non garantisce<br />
nulla circa l’indipendenza, l’equilibrio,<br />
l’impegno e la disponibilità<br />
dei concorrenti. Nascerà così<br />
una magistratura divisa, gerarchizzata<br />
nell’intimo sentire dei suoi<br />
appartenenti, con l’esasperazione<br />
della presunta maggiore importanza<br />
delle funzioni di grado superiore<br />
e poi direttive o semidirettive<br />
(alle quali si potrà accedere soltanto<br />
dalle funzioni di appello o di<br />
cassazione); non più, quindi, un<br />
gruppo di eguali, distinti tra loro<br />
solo per funzioni, ma tanti gruppi<br />
di “diseguali”, alcuni di vertice<br />
sempre più marcato, altri (la maggioranza)<br />
di base, destinati a lavorare<br />
senza riconoscimenti. E’ facile