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Scarica - Associazione Nazionale Magistrati

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gicamente diversi>> rispetto al<br />

resto del mondo, ma non ancora<br />

oggetto di capitis deminutio.<br />

Il principio è enunciato dalla più<br />

autorevole dottrina sin dal 1975 con<br />

parole che è bello ricordare: “la<br />

libertà di espressione del pensiero<br />

da parte dei giudici indubbiamente<br />

incontra limiti legittimi nelle norme<br />

dei codici di rito (norme sul c.d.<br />

segreto istruttorio e<br />

sul segreto della camera di consiglio;<br />

norme sull’astensione): ma è<br />

oggi in atto un inammissibile tentativo,<br />

operato tramite circolari del<br />

guardasigilli, e puntualmente<br />

appoggiato dalla Sezione disciplinare<br />

del C.S.M. e dalle Sezioni<br />

Unite della Corte di Cassazione, di<br />

limitare in via generale la libertà in<br />

esame, facendo leva soprattutto sull’art.<br />

18 della legge sulle guarentigie<br />

(…). Il C.S.M. ha aggiunto proprie<br />

circolari a quelle del Guardasigilli;<br />

singoli e gruppi di magistrati<br />

sono stati processati disciplinarmente<br />

e quasi sempre puniti; si è<br />

giunti al punto di aprire processi<br />

disciplinari ai magistrati a causa del<br />

contenuto delle loro sentenze”<br />

(Barile, op. cit., 119).<br />

In linea con questo orientamento,<br />

fatto proprio dalla Corte costituzionale<br />

(sentenza 7.5.1981, n. 100),<br />

si ammette, anche in sede disciplinare,<br />

che “il magistrato può liberamente<br />

intervenire su questioni giuridiche<br />

generali, nonché su casi o<br />

provvedimenti giudiziari specifici,<br />

esercitando il diritto di libera mani-<br />

festazione del pensiero e di critica e<br />

fornendo un contributo di conoscenza,<br />

approfondimento, riflessione<br />

e valutazione” (C.S.M., Sez.<br />

discipl., sent. 7.6.2000, n. 50/2000<br />

Reg. dep.).<br />

I magistrati possono, pertanto,<br />

esercitare il diritto di critica giudiziaria<br />

esprimendosi su ogni argomento,<br />

purchè con espressioni sia<br />

formalmente che sostanzialmente<br />

corrette.<br />

3. I magistrati e la critica politica.<br />

Può ritenersi assolutamente<br />

pacifico che l’esercizio del diritto di<br />

critica politica, imprescindibile<br />

corollario del diritto di libertà di<br />

manifestazione del pensiero, non<br />

possa subire, per i magistrati, limitazioni<br />

diverse da quelle previste<br />

per la generalità dei consociati;<br />

esso, nei loro confronti, va soltanto<br />

contemperato con le disposizioni<br />

degli artt. 54, 2° co., 101, 2° co., e<br />

104, 1° co., Cost., ed incontra, pertanto,<br />

limiti posti dalla legge e fondati<br />

sui precetti costituzionali posti<br />

a tutela dei valori – dotati di ugual<br />

rilievo - dell’imparzialità e dell’indipendenza<br />

dei magistrati.<br />

In tal senso, la Corte costituzionale<br />

afferma, infatti, da circa trenta<br />

anni, che “deve riconoscersi - e non<br />

sono possibili dubbi in proposito -<br />

che i magistrati debbono godere<br />

degli stessi diritti di libertà garantiti<br />

ad ogni altro cittadino, ma deve del<br />

pari ammettersi che le funzioni<br />

15<br />

La<br />

Magistratura<br />

Organo<br />

della<br />

<strong>Associazione</strong><br />

<strong>Nazionale</strong><br />

<strong>Magistrati</strong><br />

Ordinamento Giudiziario

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