Scarica - Associazione Nazionale Magistrati
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La<br />
Magistratura<br />
Organo<br />
della<br />
<strong>Associazione</strong><br />
<strong>Nazionale</strong><br />
<strong>Magistrati</strong><br />
Le Osservazioni dell’ANM<br />
Osservazioni su<br />
Accesso in Magistratura<br />
e Progressione in Carriera<br />
possibilità di scelta della prova,<br />
sull’eventuale sorteggio dei temi,<br />
sull’eventualità di una prova “promiscua”.<br />
A proposito dei concorsi per<br />
incarichi direttivi di merito, non si<br />
comprende bene se sia previsto un<br />
unico concorso per tutti gli incarichi<br />
direttivi dello stesso genere (ad<br />
esempio tutti quelli giudicanti di<br />
primo grado). A favore di ciò sembrerebbe<br />
la formulazione letterale<br />
dell’articolo 43 che parla di una<br />
graduatoria da formare tra gli idonei<br />
e di una proposta per “le nomine”<br />
che il CSM dovrebbe fare al<br />
Ministro della giustizia per il concerto.<br />
Se così fosse, però, manca la<br />
previsione della periodicità dell’individuazione<br />
degli uffici vacanti<br />
(da compiere annualmente solo ai<br />
fini dei concorsi per le funzioni non<br />
direttive). Inoltre, nel merito, è da<br />
osservare che nella valutazione per<br />
il conferimento degli incarichi<br />
direttivi hanno sempre assunto un<br />
certo rilievo circostanze attinenti<br />
alla conoscenza della realtà giudiziaria<br />
concreta e del territorio da<br />
parte dei candidati, che invece non<br />
potrebbero avere alcuna incidenza<br />
qualora il sistema concorsuale<br />
fosse invece dominato dagli automatismi<br />
di un’unica graduatoria<br />
dalla quale attingere tutti i destinatari<br />
delle nuove funzioni secondo<br />
criteri oggettivi e predeterminati.<br />
Non è chiara l’estensione effettiva<br />
dell’espressione che realizza<br />
normativamente il principio della<br />
92<br />
temporaneità di tutte le funzioni.<br />
L’espressione “presso lo stesso<br />
ufficio svolgendo il medesimo<br />
incarico” (art. 19) che in effetti<br />
ripete quella contenuta nella legge<br />
delega, necessiterebbe di precisazioni<br />
esplicative. La parola “incarico”<br />
farebbe in prima battuta pensare<br />
soltanto agli incarichi direttivi e<br />
semidirettivi, che sono gli unici per<br />
i quali essa è utilizzata nel testo, ma<br />
ciò appare da escludere in base ad<br />
insuperabili argomenti logicoermeneutici.<br />
Se così fosse, infatti,<br />
la temporaneità dovrebbe attuarsi<br />
ineluttabilmente, ad esempio, con il<br />
trasferimento anche da un tribunale<br />
all’altro trascorsi i dieci anni ed<br />
eventuali proroghe, laddove è invece<br />
fuor di dubbio che vi sono molte<br />
altre soluzioni che, con spostamenti<br />
interni, ottengono ugualmente le<br />
finalità perseguite. Paradossalmente,<br />
invece, queste finalità non verrebbero<br />
certo conseguite dalla possibilità<br />
di rimanere nello stesso<br />
ufficio con altro “incarico” oltre il<br />
periodo ordinario. Il radicamento<br />
che si vuole evitare è ben lungi dall’essere<br />
evitato, ed anzi è accentuato<br />
nelle sue conseguenze eventualmente<br />
deleterie dalla permanenza<br />
oltre il periodo previsto in uno stesso<br />
ufficio con incarichi diversi inevitabilmente<br />
sempre di maggiore<br />
rilevanza, nelle ipotesi in cui ciò<br />
non sia escluso da altre disposizioni<br />
(e quindi, ad esempio, da presidente<br />
di sezione a presidente di tribunale).<br />
Appare necessario dare,