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Studio della forma di riga del K3C60 - Dipartimento di Fisica e ...

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2.4. Proprietà <strong>del</strong> controione 33<br />

2.4.2 Superaci<strong>di</strong><br />

In questo paragrafo tratterò le capacità coor<strong>di</strong>nanti degli anioni AsF − 6 ed SbF − 6 brevemente<br />

citati nel paragraf 2.3. Questi sono le basi coniugate dei superaci<strong>di</strong> HAsF6 e HSbF6,<br />

prima <strong>di</strong> trattare <strong>di</strong>rettamente le proprietà <strong>del</strong>le basi coniugate è però necessario definire e<br />

descrivere i superaci<strong>di</strong>. La prima definizione <strong>di</strong> aci<strong>di</strong>tà può, senza dubbio, essere attribuita<br />

ad Arrhenius che per primo elaborò la teoria <strong>del</strong>l’ idrolisi acida o basica per spiegare la<br />

variazione <strong>di</strong> forza <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi aci<strong>di</strong>. Basandosi su misure <strong>di</strong> conducibilità esso riuscì a stabilire<br />

che un acido è una sostanza in grado <strong>di</strong> liberare ioni H + in soluzione acquosa, mentre una base<br />

è una sostanza in grado <strong>di</strong> liberare ioni OH − . Successivamente Brønsted estese il concetto<br />

ad altri solventi definendo un acido come una sostanza in grado <strong>di</strong> donare protoni ed una<br />

base una sostanza in grado <strong>di</strong> accettarli. L’ultima generalizzazione apportata al concetto <strong>di</strong><br />

acido venne grazie a Lewis che si svincolò dai sistemi protici definendo acido una sostanza<br />

in grado <strong>di</strong> accettare elettroni e base una sostanza in grado <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre i propri elettroni<br />

(come doppietti solitari o elettroni π). Gli aci<strong>di</strong> <strong>di</strong> Lewis sono sostanze elettron deficienti<br />

come ad esempio BF3, AsF5 o i carbocationi mentre le basi sono sostanze con doppietti<br />

solitari con<strong>di</strong>visibili (come ammine, eteri . . . ). È ovvio che da questo punto <strong>di</strong> vista H+ è<br />

un acido <strong>di</strong> Lewis e quin<strong>di</strong> la classificazione <strong>di</strong> Brønsted ricade in quella <strong>di</strong> Lewis. Volendo<br />

valutare la forza assoluta <strong>di</strong> un acido la sua concentrazione <strong>di</strong> per se non è molto significativa<br />

e nemmeno la concentrazione <strong>di</strong> H + è molto significativa perchè la capacità <strong>di</strong> un acido <strong>di</strong><br />

trasferire protoni ad una base riferimento <strong>di</strong>pende anche dal solvente (solvatazione <strong>di</strong> H + ).<br />

L’unica grandezza fisica in grado <strong>di</strong> descrivere l’acidtià è l’attività <strong>del</strong>lo ione H + cioè a H +.<br />

L’attività si può misurare per via elettrochimica me<strong>di</strong>ante elettrodo a vetro in equilibrio con<br />

la soluzione <strong>di</strong> cui si vuole misurare a H + , l’espressione che lega il potenziale <strong>del</strong>l’elettrodo<br />

all’attività è:<br />

E = C − RT<br />

F log (aH +) (3)<br />

dove C è una costante relativa all’elettrodo, R è la costante dei gas, T è la temperatura ed<br />

F è la costante <strong>di</strong> Faraday. Per soluzioni <strong>di</strong>luite (cioè quelle soluzioni che vengono utilizzate<br />

normalmente) si può effettuare l’approssimazione:<br />

a H + [H + ] (4)<br />

pertanto risulta evidente l’analogia con la comune espressione <strong>del</strong> pH:<br />

pH = − log[H + ] (5)<br />

Nel caso <strong>di</strong> soluzioni <strong>di</strong>luite esprimere l’aci<strong>di</strong>tà (come forza <strong>di</strong> un acido) con il pH è comodo<br />

tuttavia quando la concentrazione <strong>del</strong>l’acido cresce o in solventi non acquosi l’approssima-<br />

zione (4) non è più valida e quin<strong>di</strong> è necessario trovare una funzione che esprima la forza <strong>di</strong>

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