Quaderno CEI n 24-08 - Chiesa Cattolica Italiana
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sata l’attenzione della Pastorale universitaria per verificare i passi<br />
compiuti e progettare il futuro, soprattutto in ordine ai percorsi formativi.<br />
Il capitolo dell’accoglienza richiama come soggetti soprattutto<br />
gli studenti: sia coloro che afferiscono alle sedi universitarie dalla<br />
città-regione, sia i cosiddetti “fuori sede”, provenienti da più luoghi<br />
del territorio nazionale e anche dall’estero.<br />
Le forme dell’accoglienza trovano espressione concreta nei<br />
Collegi universitari e nelle Cappellanie.<br />
Accogliere significa offrire un alloggio e una serie di servizi<br />
oggi più ricca ed efficiente rispetto a 10 anni fa. La <strong>Chiesa</strong> milanese<br />
e numerose comunità religiose hanno attivato da decenni, e con<br />
fatica ancora sostengono, strutture di accoglienza. A queste si sono<br />
aggiunti nuovi pensionati di cui quasi tutti gli Atenei si sono dotati<br />
per rendere più appetibile la loro offerta formativa. Nel tessuto cittadino<br />
si sono moltiplicati gli appartamenti affittati a gruppi o a singoli<br />
studenti. I parroci sono i primi a rilevare l’entità del fenomeno<br />
in occasione della visita alle famiglie che a Milano avviene in occasione<br />
del Natale. Ma oggi, più che in passato, è necessario che i<br />
Collegi e le Cappellanie aiutino i giovani a sentirsi a proprio agio<br />
nella città, nella diocesi, nelle parrocchie, e far sì che gli studenti<br />
“siano sempre più associati allo sforzo di rendere le strutture esistenti<br />
luogo di integrale formazione dei giovani”.<br />
Nel 1995 nell’aula magna dell’Università Statale in occasione<br />
della “Cattedra dei non credenti” sul tema Questa benedetta maledetta<br />
città, il cardinale Martini concludeva che “la città non è il luogo<br />
da cui fuggire a causa delle sue tensioni, dove abitare il meno<br />
possibile, bensì il luogo dove imparare a vivere [...], che abbia diversi<br />
spazi di incontro e di dialogo, in cui la gente possa ritrovarsi<br />
per capirsi e scambiarsi doni intellettuali e morali di cui nessuno è<br />
privo”.<br />
Il capitolo della formazione integrale si è intrecciato e si intreccia<br />
saldamente a Milano con quello dell’accoglienza. La città è<br />
composta da diversi strati (sociali, culturali, professionali) incapaci<br />
di integrarsi tra loro. Si parla oggi di una città policentrica: degli affari,<br />
della moda, del design, dell’università... “Ne deriva una complessità<br />
non facilmente afferrabile. Ma dal momento che l’uomo per<br />
sopravvivere ha bisogno di radicamenti essenziali e cerca riferimenti,<br />
punti fermi che permettano di vivere l’atomizzazione e la<br />
frammentazione, occorre aiutarlo a trovarli”.<br />
Per un giovane che avverte di essere immerso in un mondo<br />
vario e complesso, soprattutto se approda alla grande città per ragioni<br />
di studio provenendo da contesti più semplici, si rende necessario<br />
un servizio all’unità della sua persona. Un servizio che lo accolga<br />
e lo accompagni negli anni dell’università, che lo aiuti a orientarsi<br />
e a non perdersi, attraverso relazioni autentiche che valorizzi-<br />
5° CONVEGNO DEI CAPPELLANI E DEI RESPONSABILI DIOCESANI