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Quaderno CEI n 24-08 - Chiesa Cattolica Italiana

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Lo scopo, la finalità, l’”idea” che stava e che tuttora sta alla<br />

base della stessa “famiglia universitaria” è la formazione integrale<br />

dei giovani: il prof. Vittorino Chizzolini aveva già iniziato nel 1957-<br />

58 a dare accoglienza a degli insegnanti, ben sapendo che per raggiungere<br />

l’obiettivo finale era necessario che l’esigenza educativa<br />

partisse da chi poi operava sul campo.<br />

Accanto agli insegnanti, ecco l’accoglienza di giovani bisognosi<br />

provenienti prevalentemente dalle valli bresciane ma anche<br />

dal trentino e dalla pianura padana, nonché dal “Terzo mondo”.<br />

Così anch’io, giovane camuno (proveniente dalla Valle Camonica),<br />

dopo aver conosciuto il prof. Vittorino Chizzolini, sono approdato,<br />

nel 1981, alla “famiglia universitaria”: costituita da una<br />

trentina di giovani, alloggiati in grandi camerate (non in stanzette<br />

singole come avviene oggi), con sale studio ed un’ampia cucina che<br />

favoriva momenti di allegra convivialità.<br />

Mi accorsi immediatamente di essere entrato in un mondo di<br />

regole non scritte, che indirizzavano verso un comportamento basato<br />

su principi di rispetto, di tolleranza e di solidarietà: docenti e studenti,<br />

chi con più esperienza e chi con meno, aderiva ad una sorta<br />

di decalogo che ancora oggi, mi dicono, vige presso la “famiglia<br />

“universitaria”. Bisogna tuttavia sottolineare che, per molti studenti,<br />

erano principi già presenti e rivenienti dall’educazione ricevuta<br />

dai propri genitori.<br />

L’impostazione del rapporto era basata sulla fiducia: non c’erano<br />

troppe limitazioni sugli orari (specie quelli sul rientro serale) e<br />

questo determinava l’accrescimento di un senso di responsabilità<br />

personale e la possibilità di gestirsi con una certa libertà anche se,<br />

giustamente, venivano verificati l’andamento ed i risultati degli studi:<br />

il clima familiare dava a tutti la possibilità di chiedere, di informarsi<br />

liberamente e, quindi, di aiutarsi con autenticità e rispetto.<br />

Parlarvi della formazione integrale ricevuta in quegli anni,<br />

vuol dire soffermarsi su tre punti principali: 1) la formazione e lo<br />

sviluppo del senso religioso 2) la formazione culturale 3) la formazione<br />

professionale.<br />

Senso religioso e formazione culturale hanno rappresentato<br />

una vera e autentica esperienza di crescita personale e comunitaria:<br />

era infatti previsto un momento di raccoglimento e di preghiera settimanale<br />

con la celebrazione della S. Messa, ove la partecipazione<br />

era piena e corale, senza alcuna costrizione da parte del responsabile<br />

del convitto anzi, vi è da sottolineare come la maggior parte<br />

delle volte erano gli stessi studenti che con l’esempio e qualche sollecitazione<br />

invitavano anche i più restii a partecipare attivamente<br />

(attraverso la lettura della Parola, i canti, la lettura delle intenzioni<br />

dei fedeli) a quei momenti.<br />

Settimanalmente era altresì programmato un momento culturale:<br />

fin d’allora noi studenti avevamo la possibilità d’incontrare do-<br />

4° CONVEGNO DEI COLLEGI UNIVERSITARI DI ISPIRAZIONE CRISTIANA

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