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Quaderno CEI n 24-08 - Chiesa Cattolica Italiana

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per il futuro, se non per l’Università la “libera trasformabilità delle<br />

università in Fondazioni, in modo da aprire le università italiane ai<br />

contributi della società civile, al mercato, all’estero”. Molte più pagine<br />

dedicava invece alla scuola ed all’università il programma elettorale<br />

dell’Unione che in proposito titolava “conoscere è crescere” e<br />

“investire nella scuola”. Più volte ribadito il concetto che era urgente<br />

abrogare la legislazione del centro destra e “voltare pagina” rispetto<br />

alle politiche attuate nei cinque anni precedenti, correggendone<br />

tutti gli errori. In una decina di pagine, si proponeva di coinvolgere<br />

di più gli insegnanti nelle riforme da fare; si sottolineava il<br />

rilievo dell’autonomia, ma ribadendo anche i forti doveri dello Stato;<br />

si individuavano moltissimi problemi e altrettanti rimedi per<br />

quasi ogni aspetto del nostro sistema educativo: dalla “lotta ad ogni<br />

forma di precarietà, con l’immediata copertura di tutti i posti vacanti,<br />

immettendo in ruolo coloro che già lavorano nella scuola” alla<br />

“promozione della qualità in tutti gli atenei, tramite una valutazione<br />

continua ed efficace”.<br />

Come si riesce a rimettere ordine in una materia così importante,<br />

quando da una parte c’è chi dice che tutti i problemi sono già<br />

stati risolti, e dall’altra parte c’è invece chi dice che è tutto da rifare,<br />

anzi è da fare tutto e il suo contrario?<br />

È ovvio che il primo dovere di chi crede che la questione sia<br />

di importanza decisiva per il futuro del Paese è quello di tornare a<br />

“fare cultura” cioè spiegare al prossimo, vicino e lontano, quali sono<br />

i veri termini del problema, le alternative soluzioni, gli strumenti da<br />

adottare, e così via. Qualcosa che sta avvenendo 11 con editoriali sui<br />

quotidiani; con conferenze; e ancora con lezioni autorevoli, come<br />

sta facendo il Governatore della Banca d’Italia. Nei suoi ultimi due<br />

interventi 12 , è stato sostenuto con grande chiarezza che:<br />

1) La crescita dipende dalla qualità del capitale umano.<br />

2) Questo a sua volta richiede scuole di qualità, sia per valorizzare<br />

le intelligenze più brillanti sia per innalzare l’apprendimento di<br />

tutti i ragazzi.<br />

3) Occorre dunque una coraggiosa riforma del sistema d’istruzione,<br />

per sollecitare i giovani a investire seriamente in capitale umano,<br />

essendo consentito loro di valutare e selezionare la qualità dell’istruzione<br />

ricevuta.<br />

4) I fondi pubblici per una parte dovrebbero finanziare gli studenti<br />

meritevoli, il resto andrebbe ripartito tra le università in funzione<br />

dei risultati conseguiti, misurati tramite rigorosi processi di<br />

valutazione.<br />

11 Vedi anche il mio La legalità e il merito non sono alternativi, “Il Sole <strong>24</strong> Ore”, 10<br />

maggio 2007.<br />

12 Vedi M. DRAGHI, Dalla ricerca all’innovazione per la crescita economica, <strong>24</strong> luglio<br />

2007 e Consumo e crescita in Italia, 26 ottobre 2007.<br />

4° CONVEGNO DEI COLLEGI UNIVERSITARI DI ISPIRAZIONE CRISTIANA

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