Quaderno CEI n 24-08 - Chiesa Cattolica Italiana
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altre parole, le differenze di merito o non esistono o non sono comunque<br />
riconosciute. I rimedi proposti collegano giustamente le future<br />
maggiori risorse finanziarie al merito:<br />
1) Vanno migliorati – e fatti rispettare – i criteri con cui le università<br />
sono finanziate.<br />
2) Occorre aumentare nel tempo la quota di fondi attribuita a ciascuna<br />
università secondo il merito.<br />
3) Il merito è da valutare sia in termini di qualità didattica sia di risultati<br />
della ricerca scientifica.<br />
Su quest’ultimo aspetto dovremo tornare, perché anche la valutazione<br />
della qualità può essere fatta in modi diversi (guardando<br />
ai dati medi o marginali; ai dati di flusso o di stock) a seconda degli<br />
obiettivi perseguiti. E comunque ciò che più preoccupa di questo<br />
documento è l’allarme lanciato sull’urgenza di prevenire casi di insolvenza,<br />
visto il dissesto finanziario in cui si trovano università da<br />
tempo mal gestite.<br />
Il “<strong>Quaderno</strong> bianco sulla scuola” è un’ampia (Appendici<br />
comprese, sono 256 pagine) analisi dei problemi, e dei relativi rimedi,<br />
per ottenere una migliore qualità della nostra scuola. Anche<br />
in questo caso – come visto per l’Università – è centrale la proposta<br />
di “un sistema nazionale e una cultura di valutazione della scuola”.<br />
E in proposito è chiaramente sottolineata la necessità di “valutazione<br />
esterna dei progressi degli studenti” (p. II), o come ancora più<br />
chiaramente si precisa: “l’esigenza di misurare, oltre allo stato delle<br />
conoscenze e competenze degli studenti, il loro progresso (gain), anche<br />
come base indispensabile per valutare il “valore aggiunto” della<br />
scuola tenendo conto del contesto socio-economico e culturale degli<br />
studenti” (p. 86).<br />
Qualcosa che si sperimentò in Italia con il progetto PROME-<br />
TEO promosso dal Ministero all’inizio degli anni ’90 (con prove in<br />
ingresso e in uscita della scuola secondaria superiore) che però non<br />
ha avuto seguito. Più che confrontare scuole e scolaresche diverse,<br />
ciò che conta è infatti valutare i progressi degli (stessi) studenti nel<br />
tempo. Ed è questo che viene ora promesso. Non possiamo non avvertire<br />
che se attuato ciò significherebbe una rivoluzione più che<br />
una riforma della scuola italiana. Per una serie di ragioni che è opportuno<br />
brevemente ricordare.<br />
Anzitutto, la novità radicale rappresentata da un sistema di<br />
valutazione rigoroso e formalmente costituito, applicato a tutti gli<br />
studenti. E quindi una preliminare individuazione degli indicatori<br />
rilevanti per misurare i progressi degli studenti stessi. Come è noto,<br />
dopo la provocazione rappresentata dal Rapporto Coleman (1966),<br />
quarant’anni di ricerche svolte soprattutto negli Stati Uniti e in<br />
Gran Bretagna hanno dimostrato che non è facile trovare una relazione<br />
univoca tra le risorse investite nella scuola, la sua qualità, e<br />
l’esito in termini di miglior capitale umano così prodotto. Diciamo<br />
4° CONVEGNO DEI COLLEGI UNIVERSITARI DI ISPIRAZIONE CRISTIANA