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Quaderno CEI n 24-08 - Chiesa Cattolica Italiana

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sfera etica. Prospettiva resa plausibile peraltro proprio dal rimando<br />

assiologico, attraverso il richiamo all’ordine degli affetti, individuato<br />

nell’esposizione della proposta interpretativa or ora presentata.<br />

Si tratta di quella che, con felice intuizione, è stata denominata “deliberazione<br />

vitale” (G. Ghio) come luogo originario della certezza<br />

della fede. Qui, attraverso il ricorso ad alcuni autori contemporanei,<br />

tra cui spiccano il luterano tubinghese E. Jüngel e il teologo fondamentale<br />

friburghese H. Verweyen, prende corpo e si esibisce il carattere<br />

profondamente decisionale dell’atto di fede.<br />

Portata alle sue conseguenze estreme, questa indicazione prospettica,<br />

finisce col comportare<br />

quella “ostinazione a credere”, che Sergio Quinzio, ha voluto<br />

evocare come motto della propria esperienza di intellettuale credente.<br />

Così, peraltro, mentre nelle, ormai ripetitive, elucubrazioni di<br />

Emanuele Severino, il credere nella sua originaria volontarietà, svelerebbe<br />

il suo volto profondamente irrazionale e il suo nesso con<br />

quella paventata “volontà di potenza” che porterà l’Occidente (e<br />

con esso il Cristianesimo) alla catastrofe, in Massimo Cacciari, diviene<br />

occasione per ribadire la paradossalità della fede cristiana e,<br />

con essa, la capacità di incrociare seriamente il pensiero moderno e<br />

contemporaneo.<br />

Possiamo qui solo evocare qualcuno di questi incroci, lasciandoci<br />

stupire dalla loro diversità e al tempo stesso dall’assunzione<br />

di un assunto teoretico comune, che si può esprimere secondo<br />

la formula della indimostrabilità di ogni decisione in favore di<br />

qualsiasi certezza, che rimandi al carattere originario dell’etica rispetto<br />

alla speculazione e rispetto all’estetica. Nel campo più vicino<br />

intellettualmente alla teologia cattolica, credo venga spontaneo il richiamo<br />

a Maurice Blondel e alla sua tesi su L’Azione. Testo e tesi<br />

che continua a subire dei fraintendimenti solo da parte di chi resta<br />

irretito in una neoscolastica gretta e incapace di accogliere modernità<br />

e postmodernità, mentre all’interno della teologia fondamentale<br />

contemporanea trova buone possibilità di ascolto. La concezione<br />

dinamica della verità, che il filosofo di Aix contrappone a quella<br />

neotomistica, definita “astratta e chimerica”, comporta la messa in<br />

campo del profondo legame tra verità e libertà che si esprime nella<br />

proposta cristiana, dove le verità salvifiche non costringono, ma liberano<br />

l’atto di fede, restando sempre e comunque la possibilità<br />

dell’uomo di rifiutare la salvezza che Dio propone.<br />

Sul piano apologetico la prospettiva contiene un suggestivo richiamo<br />

alla “soglia” del soprannaturale cui una corretta analisi dell’azione<br />

conduce, lasciando appunto alla decisione la possibilità di<br />

attraversarla o di rimanerne al di qua. Il primato dell’etica sull’ontologia,<br />

ha trovato nelle più significative espressioni del pensiero<br />

ebraico del Novecento, importanti sviluppi. La responsabilità cui si<br />

è chiamati di fronte all’a(A)ltro esprime un atteggiamento fonda-<br />

5° CONVEGNO DEI CAPPELLANI E DEI RESPONSABILI DIOCESANI

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