Quaderno CEI n 24-08 - Chiesa Cattolica Italiana
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Il carattere<br />
sacerdotale<br />
dell’opera<br />
dell’uomo<br />
75<br />
La missione è compiuta, se il servizio è reale e commisurato<br />
alle aspettative: esigenza di base è quella dell’efficienza la cui prima<br />
condizione è la competenza. Se la vita del cristiano nella società con<br />
il servizio che egli le rende è il contributo di base della chiesa stessa<br />
al mondo, l’acquisizione della competenza fa parte della formazione<br />
integrale del cristiano, non sostituibile da nessuna altra componente<br />
dei processi formativi. Anche le parabole di Gesù (è vero<br />
che sono parabole, però...) spesso sono descrizione ed esaltazione<br />
dell’operosità umana. Gesù indica la responsabilità derivante ad<br />
ogni uomo dal fatto stesso di avere delle sue specifiche risorse per<br />
cui la responsabilità nei confronti della società, là dove si danno<br />
maggiori potenzialità, è ancor maggiore. Vedi in Mt 25,14-30 la parabola<br />
dei talenti.<br />
Collocando, come è necessario, sullo stesso piano il valore<br />
della competenza e l’acquisizione della competenza, posso elaborare<br />
i valori in gioco nell’attività dello studente. Lo studente è un lavoratore<br />
che sta costruendo gli strumenti del suo lavoro e per lui la<br />
responsabilità dell’apprendere è la medesima del fare.<br />
È noto che il NT ha una tendenza antiritualista, anche se non<br />
disdegna affatto di dar vita alla nuova ritualità cristiana, con l’istituzione<br />
del battesimo e dell’eucarestia.<br />
Gv 2,13-22 “Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe,<br />
e i cambiavalute seduti al banco. Fatta allora una sferza di<br />
cordicelle, scacciò tutti fuori del tempio... Allora i Giudei presero la<br />
parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste cose?».<br />
Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò<br />
risorgere». Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito<br />
in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?»... Ma<br />
egli parlava del tempio del suo corpo”.<br />
Se il senso del tempio è quello del luogo dell’incontro dell’uomo<br />
con Dio, questo è il “corpo di Cristo”, cioè la sua persona,<br />
nella fattualità concreta delle sue azioni: è in tutto ciò che Gesù ha<br />
detto, fatto, vissuto, sofferto che l’uomo trova la possibilità di un incontro<br />
salvifico con Dio. Questo perché in Gesù, e in lui solo, il<br />
“corpo” dell’uomo, cioè tutto il suo essere e il suo fare, è perfettamente<br />
rapportato a Dio nel riconoscimento di Dio come Dio, che di<br />
fatto consiste nel rifiuto di fare del proprio corpo, cioè della consistenza<br />
concreta della propria vita e delle proprie opere qualcosa di<br />
diverso dal compimento della sua volontà: è l’obbedienza al Padre<br />
nell’amore degli uomini. Questo è un vivere sacerdotale nel quale<br />
tutte le componenti dell’esistenza sono oblazione e sacrificio, ben al<br />
di là dell’offerta rituale di un simbolico animale. È qualcosa di assai<br />
5° CONVEGNO DEI CAPPELLANI E DEI RESPONSABILI DIOCESANI