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Scarica l'allegato - Database Comuni Italiani - EdiPol

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prioritariamente l’attuazione dei<br />

principi generali di tutela della persona<br />

fissati, in particolare dalla legge<br />

833/78, istitutiva del servizio sanitario<br />

nazionale”).<br />

Ciò nonostante, avviene di frequente<br />

che Polizie municipali e personale<br />

infermieristico si deleghino a vicenda<br />

l’onere di intervenire per l’esecuzione<br />

dei citati provvedimenti<br />

coatti: molti colleghi ritengono che<br />

se dovessero dare esecuzione personalmente<br />

a tutte le ordinanze di accertamento<br />

o trattamento sanitario<br />

obbligatorio emanate dal Sindaco,<br />

non avrebbero più tempo da dedicare<br />

alle loro funzioni istituzionali.<br />

Penso che questa impostazione sia<br />

erronea: il problema non è quello di<br />

liberarci di un’incombenza che crediamo<br />

non ci competa, ma è di limitare<br />

i provvedimenti coatti ai soli casi<br />

in cui sono realmente necessari.<br />

Mi spiego. Spesso arrivano sui nostri<br />

tavoli proposte di ordinanza sindacale<br />

animate dall’intenzione di usare<br />

questi rimedi per fini che non sono<br />

loro propri: a volte è per soddisfare<br />

le pressioni dei parenti del malato,<br />

non sempre preoccupati per la<br />

salute del loro congiunto; a volte è<br />

per richiesta delle forze dell’ordine,<br />

al fine di neutralizzare un individuo<br />

socialmente pericoloso; a volte ancora<br />

è lo stesso medico che ricorre a<br />

questo rimedio per punire il proprio<br />

paziente, quando non assuma regolarmente<br />

i farmaci da lui prescritti;<br />

altre volte infine l’ordinanza è richiesta<br />

per avallare ricoveri ospedalieri<br />

già eseguiti.<br />

Queste proposte viziate nell’intenzione<br />

sono spesso riconoscibili perché<br />

non sono rispettose delle procedure<br />

e dei contenuti che la legge impone.<br />

Nonostante questo, molti uffici di<br />

Polizia municipale, in sede di istruttoria<br />

conseguente a queste proposte,<br />

preferiscono darvi seguito e proporre<br />

al Sindaco l’emanazione dell’ordinanza.<br />

Spesso questo succede perché<br />

pochi conoscono le fonti normative.<br />

Propongo allora in allegato i testi de-<br />

gli artt. da 33 a 35 della Legge 23 dicembre<br />

1978 n. 833, con alcuni<br />

commenti.<br />

Tuttavia, anche quando sono a conoscenza<br />

della norma, molti colleghi<br />

preferiscono non porre obiezioni per<br />

timore di incorrere nel reato di rifiuto<br />

di atti d’ufficio. Questo atteggiamento<br />

è sbagliato, perché l’articolo<br />

328 del codice penale, che definisce<br />

il reato, precisa, quale elemento costitutivo<br />

dello stesso, che il rifiuto deve<br />

avvenire “indebitamente”: tale non<br />

è certamente il rifiuto di un adempimento,<br />

quando la sua proposta sia caratterizzata<br />

da violazione di legge.<br />

IL RUOLO<br />

DELLE STRUTTURE<br />

SANITARIE<br />

Dall’iter formale si passa a questo<br />

punto alle procedure operative.<br />

L’ordinanza del Sindaco, sempre nella<br />

sua veste di Autorità sanitaria locale,<br />

delega alla sua esecuzione il<br />

personale sanitario e la forza pubblica.<br />

La presenza del personale sanitario<br />

durante l’intervento è indefettibile:<br />

esso è titolare, sin dal momento della<br />

proposizione del provvedimento<br />

e fino alla sua attuazione, di uno<br />

specifico ruolo tecnico finalizzato alla<br />

tutela della salute del paziente, al<br />

rispetto ed alla cura della sua persona,<br />

nonché al recupero del suo eventuale<br />

consenso.<br />

Nella pratica, i disabili mentali non<br />

sono tutti uguali tra di loro, come<br />

non sono uguali i disturbi di cui soffrono:<br />

si consideri quanto sono diverse<br />

le esigenze e le reazioni degli<br />

psicotici, come degli schizofrenici o<br />

dei paranoici, come anche dei malati<br />

di depressione o dei maniaci.<br />

La necessità di un supporto qualificato<br />

non si esaurisce nella prevenzione<br />

e nel contenimento di un’eventuale<br />

ribellione violenta, ma concerne<br />

ogni danno e trauma anche interiore<br />

che il paziente può ricevere<br />

dalla costrizione al trattamento. E tale<br />

operazione richiede conoscenze<br />

27<br />

professionali adeguate, che solo<br />

l’ambiente sanitario può fornire.<br />

IL CONTRIBUTO<br />

DEI FAMILIARI<br />

E DEL MEDICO CURANTE<br />

Personaggi spesso ignorati e sottovalutati,<br />

sia nella fase della ricerca<br />

del consenso al trattamento sanitario,<br />

sia nella fase dell’esecuzione<br />

coattiva, a volte invece non responsabilizzati<br />

o rassegnati all’inevitabile<br />

destino del loro congiunto-paziente,<br />

i parenti dell’interessato, conviventi<br />

o meno, e il suo medico curante<br />

potrebbero avere un ruolo determinante<br />

e fondamentale, per vincere<br />

le resistenze e per fornire un<br />

contributo utile a ridurre i traumi.<br />

La presenza dei parenti, i loro consigli<br />

dettati dalla migliore conoscenza<br />

del soggetto, la capacità che a<br />

volte solo loro hanno di fornire argomenti<br />

rassicuranti, sono ingredienti<br />

essenziali per il successo dell’operazione.<br />

Il medico curante è colui che ha proposto<br />

il trattamento sanitario: la sua<br />

presenza all’intervento a volte può<br />

alimentare la diffidenza del paziente,<br />

ma la sua assistenza può aiutare<br />

a comprendere la malattia ed i suoi<br />

sintomi, facilitando ed indirizzando,<br />

grazie al proprio patrimonio di conoscenze,<br />

l’operato della forza pubblica.<br />

Se il medico ha invece proposto l’accertamento<br />

sanitario, allora la sua<br />

presenza è irrinunciabile: ottenuto il<br />

consenso, la visita può essere svolta<br />

al domicilio del paziente, evitando<br />

così sia eventuali ripensamenti dello<br />

stesso, sia la necessità del trasporto<br />

all’ambulatorio, eliminando<br />

così una possibile giustificazione ad<br />

un atteggiamento di reticenza.<br />

LA FUNZIONE DELLA<br />

POLIZIA MUNICIPALE<br />

E DELLE FORZE<br />

DELL’ORDINE<br />

L’intervento della Polizia municipa-

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