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Scarica l'allegato - Database Comuni Italiani - EdiPol

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Comitati Provinciali per l’Ordine e<br />

la Sicurezza Pubblica i Sindaci dei<br />

capoluoghi, essa ha negli anni trovato<br />

una vera e propria istituzionalizzazione<br />

attraverso vari interventi<br />

normativi, culminati nel 2001 nel<br />

decreto legislativo n.155 grazie al<br />

quale sono oggi ricompresi, quali<br />

membri di diritto del Comitato Provinciale<br />

per l’Ordine e la Sicurezza<br />

Pubblica posti sullo stesso piano dei<br />

vertici provinciali delle Forze<br />

dell’Ordine, il Sindaco del capoluogo<br />

di provincia ed il Presidente<br />

della Provincia.<br />

A seguire, viene in rilievo il contenuto<br />

del c.d. pacchetto sicurezza di cui<br />

alla legge n.128/2001, che alle sedute<br />

del Comitato Provinciale per<br />

l’Ordine e la Sicurezza Pubblica prevede<br />

la partecipazione delle autorità<br />

locali di pubblica sicurezza e dei responsabili<br />

dei competenti uffici<br />

dell’Amministrazione Penitenziaria,<br />

del Corpo nazionale dei Vigili del<br />

Fuoco, del Corpo delle Capitanerie di<br />

Corpo, nonché, d’intesa con il Presidente<br />

della Provincia ovvero col<br />

Sindaco, quella dei responsabili degli<br />

altri uffici delle amministrazioni locali<br />

interessate o della Polizia municipale;<br />

il provvedimento arriva persino<br />

a prevedere il ricorso alle Forze Armate,<br />

seppur - al momento - per la<br />

mera attività di vigilanza ad obiettivi<br />

sensibili al fine di rendere libero il personale<br />

delle Forze di Polizia da impiegare<br />

in attività più qualificate.<br />

La rivoluzione concettuale sin qui<br />

tracciata mette in evidenza come la<br />

sensibilità dello Stato e di tutte le<br />

amministrazioni locali, in materia<br />

di sicurezza, si sia negli ultimi anni<br />

significativamente accresciuta,<br />

determinando la formazione di una<br />

vera e propria cultura della sicurezza<br />

che venga oggi garantita attraverso<br />

l’impegno di tutte le parti<br />

interessate.<br />

A seguito del citato conferimento di<br />

sempre maggiori poteri agli enti locali<br />

e del conseguente accresciuto<br />

ruolo dei Sindaci, si è riaperto, con<br />

forza, il dibattito sull’opportunità di<br />

una partecipazione attiva dei Co-<br />

muni alla tutela dell’ordinata e civile<br />

convivenza all’interno della comunità<br />

di riferimento.<br />

Si tratta di attivare quello che oggi<br />

viene definito sistema integrato di sicurezza,<br />

che attraverso le normative<br />

regionali - nel rispetto, chiaramente,<br />

di un principio di sussidiarietà che<br />

vede lo Stato sempre pronto a intervenire<br />

- opera in un più ampio panorama<br />

di interventi istituzionali con<br />

riguardo al diritto allo studio, al collocamento<br />

al lavoro, alla prevenzione<br />

della criminalità, alla riqualificazione<br />

urbana, al coordinamento delle<br />

Forze di Polizia, all’attivazione di<br />

modelli operativi di Polizia locale e<br />

di prossimità.<br />

È in atto, dunque, una profonda ridefinizione<br />

dell’organizzazione e<br />

dei compiti dei vari Corpi di Polizia<br />

nel nostro Paese; in tale contesto<br />

assume particolare significato la sinergia<br />

tra Forze di Polizia e Polizie<br />

municipali. I problemi, prima ancora<br />

che diventino veri e propri<br />

problemi di Polizia, vanno preliminarmente<br />

intesi ed affrontati quali<br />

problemi di amministrazione; i<br />

compiti peculiari delle Polizie municipali,<br />

seppur non direttamente<br />

incidenti sulla sicurezza, sono ricollegabili<br />

alla tranquillità sociale<br />

della cittadinanza (esempio concreto<br />

ne è il vecchio “ghisa di quartiere”,<br />

uno strumento operativo un<br />

tempo molto diffuso nell’area milanese,<br />

attuato proiettando sul territorio<br />

la figura di un “vigile” amico<br />

della gente comune, risorsa di conoscenze<br />

e di informazioni che originavano<br />

dal capillare servizio di<br />

portierato negli stabili), e dunque,<br />

in questa cornice, contribuiscono<br />

fortemente al raggiungimento del<br />

medesimo fine comune.<br />

Significativa espressione di questa<br />

evoluzione sono il Carabiniere ed<br />

il Poliziotto di Quartiere, strumenti<br />

operativi attraverso cui viene oggi<br />

garantita la Polizia di prossimità.<br />

Accanto ad essi va richiamato il<br />

nuovo concetto di controllo del ter-<br />

5<br />

ritorio: un controllo del territorio<br />

non più realizzato per obiettivi,<br />

bensì per aree; un controllo del territorio<br />

realizzato attraverso l’esecuzione<br />

di servizi che rispettino i<br />

cc.dd. piani coordinati di controllo<br />

del territorio, adottati dal Prefetto<br />

con il determinante contributo del<br />

Comitato Provinciale per l’Ordine<br />

e la Sicurezza Pubblica; un controllo<br />

del territorio garantito su aree<br />

predeterminate, in relazione ad indici<br />

di densità abitativa, di delittuosità<br />

ed attività economiche; un controllo<br />

coordinato del territorio continuativamente<br />

garantito, in alternanza<br />

tra loro, dall’Arma dei Carabinieri<br />

e dalla Polizia di Stato in<br />

quanto Forze di Polizia a competenza<br />

generale, con il concorso della<br />

Guardia di Finanza ed il normativamente<br />

previsto coinvolgimento<br />

della Polizia municipale.<br />

Essere più vicini alla gente, dunque,<br />

e rendere più sicuri i quartieri cittadini<br />

è il nuovo modo di fare<br />

Polizia; un modo da non ricondurre,<br />

però, ai soli citati strumenti operativi<br />

(Carabiniere e Poliziotto di<br />

Quartiere), bensì a ciascun operatore<br />

di Polizia.<br />

È attraverso quest’architettura, in definitiva,<br />

che deve formarsi il moderno<br />

operatore di Polizia; egli, alla luce dei<br />

concetti illustrati, dovrà saper:<br />

- comprendere la Polizia di prossimità;<br />

- acquisire un atteggiamento;<br />

- comprendere le situazioni;<br />

- tradurre nel proprio comportamento<br />

la deontologia del rispetto<br />

delle persone;<br />

- adattare le tecniche di Polizia;<br />

- evidenziare capacità di fare, attitudini<br />

intellettuali e valori umani,<br />

caratterizzando così la propria professionalità<br />

in relazione al nuovo<br />

preminente e complementare ruolo<br />

quale operatore sociale.

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