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mento emanato in epoca antecedente alla realizzazione dei lavori; b) ricadano su immobili od aree tutelati per legge ai sensi dell'articolo 142 ed abbiano comportato un aumento dei manufatti superiore al trenta per cento della volumetria della costruzione originaria o, in alternativa, un ampliamento della medesima superiore a settecentocinquanta metri cubi, ovvero ancora abbiano comportato una nuova costruzione con una volumetria superiore ai mille metri cubi. Ordine di reintegrazione Violazione degli obblighi di protezione e conservazione di beni culturali. Ordine di reintegrazione Violazione degli obblighi di protezione e conservazione di beni culturali, quando non sia tecnicamente possibile l’intervento ripristinatorio. Restauro o risanamento conservativo Restauro o risanamento conservativo abusiva su immobili sottoposti a vincolo. (Fatte salve le altre sanzioni) Ristrutturazione Ristrutturazione abusiva su immobili sottoposti a vincolo. (Fatte salve le altre sanzioni) Violazione di obblighi Violazione degli obblighi e/o degli ordini previsti dal titolo I della parte terza del T.U. Art. 160 d.lgs. 42/04 Ordine di reintegrazione Ente competente vincolo Art. 160 d.lgs. 42/04 Sanzione pecuniaria pari al valore della cosa perduta o alla diminuzione di valore subita dalla cosa stessa 37/2 dpr 380/01 33/3 dpr 380/01 Art. 167 d.lgs. 42/04 94 da 516,00 a 10329,00 da 516,00 a 5164,00 Non ammesso Non ammesso Sanzione pecuniaria pari al maggiore importo tra il danno arrecato ed il profitto conseguito mediante la trasgressione. Laddove l’autorità amministrativa preposta alla tutela paesaggistica non provveda d’ufficio, il direttore regionale competente, su richiesta della medesima autorità amministrativa, decorsi 180 giorni dall’accertamento dell'illecito, diffida alla suddetta autorità competente a provvedervi nei successivi 30 giorni, procede alla demolizione avvalendosi delle modalità operative previste dall’art. 41 del dpr 6 giugno 2001, n. 380, a seguito di apposita convenzione stipulata d’intesa tra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Ministero della Difesa. Ente competente vincolo Comune Ente competente vincolo Comune Ente competente vincolo Ente competente vincolo
AMBROGIO MOCCIA Vice Presidente V Sezione Penale Tribunale di Milano POLIZIA LOCALE E POLIZIA GIUDIZIARIA: INDICAZIONI OPERATIVE E AGGIORNAMENTO GIURISPRUDENZIALE Quante volte mi è capitato di ascoltare, nei contesti espositivi più vari, sedicenti, autoreferenziati cultori del diritto che pomposamente accreditavano di “verità” questa o quella strampalata interpretazione giuridica con il citare la sentenza del Tribunale di Vattelapesca o magari del giudice di pace di Chissadove! Non mi sono mai sorpreso più di tanto: il relatore o il conversatore povero di argomenti, o di conoscenza tecnica del tema che ha presuntuosamente accettato di trattare, pratica l’antica arte di arrampicarsi sui vetri, e trova comodo l’espediente di suggestionare la platea (la parte meno attenta o più ingenua della platea, mi viene di aggiungere) citando quelle sentenze di merito che più risultano “originali”; e non si preoccupa (quel relatore o conversatore) se la pronuncia che cita abbia o meno adeguata lucidità di costrutto e sufficiente riscontro nella legge prima di tutto, e nei principi interpretativi dei giudici di legittimità in secondo luogo. Ma mi sono immancabilmente irritato - per via del mio solido rispetto nei confronti della Polizia locale - quando l’esercizio della “citazione a casaccio” è stato svolto in contesti dedicati tematicamente alle non poche problematiche interessanti le polizie non statuali. Ecco perché, senza la presunzione di segnare una pietra miliare, ma con la ferma intenzione di documentare in termini rassicuranti questo mio intervento, ho dedicato alcuni dei giorni di vigilia di questo Convegno ad una ricerca mirata ed approfondita sulle pronunce, concernenti questioni attinenti alla Polizia locale nell’ambito giuridico che conosco (quello penalistico), della Corte di Cassazione. La quale, è bene ricordarlo a beneficio di quanti (compresi gli ispiratori del mio polemico incipit) evocano a sostegno delle proprie tesi interpretative la pronuncia di questo o quel giudice di merito, è l’unica titolare, in base alla Legge di Ordinamento Giudiziario (R.D. 30 gennaio 1941, n. 12), del potere/dovere di assicurare “…l’esatta osservanza e l’uniforme interpretazione della legge, l’unità del diritto oggettivo nazionale, il rispetto dei limiti delle diverse giurisdizioni…” (art. 65,1° comma). E la giurisprudenza della Suprema Corte l’ho scandagliata (andando a ritroso nel tempo fino al lontano 1997) attraverso il canale di ricerca “Polizia municipale” (quello “Polizia locale” è, allo stato dell’arte, in canale di ricerca improduttivo di risultati). In cerca di che cosa? Semplice, in cerca di risposte rassicuranti (per l’autorevolezza della fonte) in ordine a quesiti vecchi e nuovo, a quei quesiti che animano da tempo i dibattiti convegnistici ma, soprattutto, occupano - e non di rado preoccupano - l’operatività quotidiana dei soggetti ai quali è rivolta la Legge Quadro del 1986. Credo di avere trovato qualcosa di interessante. Vi propongo il risultato della ricerca specificando, ammesso che ce ne sia bisogno, che non ho…oscurato nessuna pronuncia significativa, magari con l’intento di accreditare soltanto le tesi da me da sempre sostenute con riguardo alla problematica di un’istituzione, la Vostra, alla quale sono seriamente affezionato. 95 Di seguito, eccovi dunque i frutti del mio studio, con qualche parola a commento. L’ultima (in ordine di inserimento nel massimario informatico) sentenza in argomento è: Cass. Sez. 6^, sent. 5393 del 13.10.2005); Pres. Ambrosiani, rel. De Roberto Tra i soggetti attivi del reato di cui all’art. 329 cod. pen. sono da ricomprendere, quali agenti della forza pubblica, anche gli appartenenti alla Polizia municipale. Tale pronuncia, della quale ho letto la motivazione, consacrava la responsabilità per il delitto contestato di un istruttore di vigilanza il quale, disattendendo l’ordine di un superiore gerarchico, non aveva inoltrato all’A.G. un’annotazione di servizio dalla quale emergevano ipotesi di reato a carico di terze persone. Interessante per il caso concreto esaminato, più che per la condivisibile linea interpretativa, la pronuncia immediatamente antecedente (fra quelle massimate): Cass. Pen. 5^ sez., sent. 49028 del 19.11.2004; Pres. Calabrese, rel. Rotella In tema di falso per soppressione (art. 490 cod. pen.) non sussiste il dolo qualora la soppressione del documento avvenga in ragione della dimostrata ignoranza o errata interpreta-
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Patrocini Regione Lombardia Corpo d
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