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Scarica l'allegato - Database Comuni Italiani - EdiPol

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colo Comune chiederà protezione più<br />

da episodi che da reati, occorre “tastare<br />

il polso” del sentire sociale per<br />

comprendere contro che cosa e con<br />

quali strumenti si dovrà agire.<br />

Riprendendo lo spunto dalle indagini<br />

di vittimizzazione (che possono essere<br />

seriamente condotte solo da esperti)<br />

possiamo importare la stessa tecnica<br />

per realizzare una indagine meno<br />

pretenziosa ma più efficace: quella<br />

della percezione dell’insicurezza.<br />

Si dovrà cioè predisporre un questionario,<br />

calibrato sulla realtà specifica<br />

(che la Polizia locale, per definizione,<br />

ben conosce) e dal quale dovrà emergere<br />

un unico e fondamentale dato:<br />

cos’è che più spaventa i cittadini, che<br />

più attenta alla loro qualità di vita.<br />

Si dovranno anche suggerire alcuni rimedi<br />

(oggettivamente apprezzabili),<br />

quali, ad esempio, una maggiore presenza<br />

di Polizia sul territorio, un sistema<br />

di videosorveglianza, un numero<br />

telefonico per le emergenze, riunioni<br />

periodiche con i cittadini, una<br />

maggiore cura degli arredi urbani, il<br />

rafforzamento della prevenzione sociale,<br />

etc.<br />

I risultati che ne possono scaturire sono<br />

sorprendentemente utili.<br />

Ad esempio, in Toscana (ma in analogia<br />

con il dato nazionale), i problemi<br />

legati al traffico veicolare sono avvertiti<br />

con maggior disagio rispetto a<br />

quelli legati al rischio criminalità. Il<br />

sondaggio sulla percezione dell’insicurezza<br />

può essere svolto dalla stessa<br />

Polizia locale la quale, rispetto ad<br />

agenzie private, vanta un approccio<br />

diverso nei confronti del cittadino, nel<br />

senso che l’agente sarà più predisposto<br />

ad illustrare la finalità delle domande<br />

ed a suscitare la collaborazione<br />

degli interpellati; il contraltare è<br />

rappresentato dal fatto che, se si pongono<br />

specifici quesiti sull’operato delle<br />

forze di Polizia presenti nel territorio,<br />

difficilmente si avranno risposte<br />

obiettive.<br />

I dati raccolti debbono essere letti ed<br />

aggregati in maniera tale da disegnare<br />

la finalità del progetto; l’ente locale<br />

deve essere consapevole del target,<br />

del bersaglio da centrare con la propria<br />

successiva azione.<br />

I dati medesimi debbono essere adeguatamente<br />

diffusi (e qui la necessaria<br />

collaborazione con l’ufficio stampa<br />

del Comune) tra la popolazione residente,<br />

in maniera tale da suscitare un<br />

dibattito e da prendere immediata<br />

confidenza con le procedure di relazione<br />

esterna che dovranno porsi lungo<br />

tutto il corso del progetto; la diffusione<br />

dell’azione amministrativa all’esterno,<br />

il dialogo con gli attori sociali,<br />

la critica costruttiva, servono a<br />

monitorare la bontà del progetto e ad<br />

imprimere quelle “correzioni di rotta”<br />

che si dovessero rendere necessarie in<br />

corso d’opera.<br />

FASE DI PREVENZIONE<br />

(PROGETTUALE)<br />

Secondo una definizione divenuta<br />

oramai classica, la prevenzione comprende<br />

“l’insieme delle strategie orientate<br />

a diminuire la frequenza di certi<br />

comportamenti, siano essi considerati<br />

punibili o meno dalla legge penale,<br />

attraverso l’uso di strumenti diversi da<br />

quelli penali” (P. Robert).<br />

Anche qui è necessario affrancarsi dalla<br />

definizione classica che vuole la<br />

prevenzione solo come prevenzione<br />

nei confronti del reato, per comprendere<br />

tutta una serie di interventi ed<br />

azioni diretti non (solo) a ridurre il numero<br />

degli episodi criminali, ma anche<br />

a modificare la percezione di insicurezza<br />

dei cittadini. In questo contesto,<br />

si è parlato di “nuova prevenzione”<br />

mettendone in evidenza i connotati<br />

salienti:<br />

- utilizzo di strumenti diversi da quelli<br />

del sistema penale;<br />

- l’obiettivo non è solo quello di contrastare<br />

la criminalità ma anche, e soprattutto,<br />

quello di produrre sicurezza;<br />

- non si interviene solo sui criminali,<br />

ma anche sulle vittime (reali o potenziali)<br />

degli atti criminali e, al limite,<br />

sulla comunità intera;<br />

- non si cercano più modelli di intervento<br />

generali, ma soluzioni specifiche<br />

riferite ai contesti locali;<br />

- i soggetti responsabili di interventi<br />

preventivi non solo più solo organi<br />

dello Stato (Forze di Polizia, magistratura,<br />

prefetture) ma anche attori istitu-<br />

41<br />

zionali e sociali locali: enti locali,<br />

scuole, servizi sociali, associazioni,<br />

singoli cittadini;<br />

- gli interventi presuppongono forme<br />

di collaborazione tra tutti i soggetti<br />

coinvolti, siano essi pubblici che privati.<br />

Il ristretto ambito di riferimento che ci<br />

siamo proposti (entità territoriali di limitate<br />

dimensioni), ci induce a soffermarci<br />

sulla validità di un intervento<br />

progettuale ispirato a quella categoria<br />

che i sociologi definiscono “prevenzione<br />

situazionale”.<br />

Questa modalità di intervento poggia<br />

sul presupposto che gli eventi criminali<br />

e gli atti di inciviltà, possono essere<br />

efficacemente contrastati intervenendo<br />

sui fattori che favoriscono le<br />

opportunità di compiere l’atto illecito<br />

(abitudini delle potenziali vittime, caratteristiche<br />

dell’ambiente, mancanza<br />

di controllo del territorio).<br />

Gli interventi di prevenzione situazionale<br />

non si prefiggono di rimuovere le<br />

cause sociali o individuali della criminalità<br />

e della devianza, bensì di rendere<br />

oggettivamente più difficile e rischioso<br />

il compimento di azioni criminali<br />

sia di comportamenti devianti<br />

rispetto alle regole di corretta convivenza<br />

civile.<br />

Nell’ambito della prevenzione situazionale,<br />

è dato riscontrare una molteplicità<br />

di interventi rivolti al contrasto<br />

di forme di illegalità:<br />

1. tecniche cha aumentano la difficoltà<br />

(barriere fisiche, controllo degli<br />

accessi negli edifici, misure di dissuasione);<br />

2. tecniche che aumentano il rischio<br />

(sorveglianza formale, informale, tecnologica);<br />

3. tecniche che riducono i vantaggi<br />

dell’attività criminale (identificazione<br />

dei beni).<br />

Individuato il fine che ci si pone, si<br />

passa quindi alla progettazione vera e<br />

propria del progetto sicurezza ed alla<br />

sua conseguente gestione.<br />

Il ruolo della Polizia locale, nella fase<br />

propositiva, sarà quello di suggerire

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