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Rapporto TEPSI I anno

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4.2 Modellizzazione di reattori a cavità<br />

Per poter effettuare in modo efficiente la reazione di dissociazione<br />

dell’H2SO4 il DLR, nell’ambito del progetto HYTHEC, aveva messo a punto<br />

un primo reattore di tipo volumetrico a cavità in base alla propria<br />

esperienza maturata negli anni ’90 sui processi di dissociazione e riciclo<br />

dell’acido solforico di scarto. In tali processi, infatti, l’acido solforico viene<br />

iniettato sotto forma di spray in una fornace tramite un atomizzatore.<br />

All’interno della camera il mescolamento con gas caldi o la presenza di<br />

bruciatori fornisce il calore necessario affinché l’H2SO4 possa evaporare e<br />

decomporsi.<br />

L’obiettivo era lo sviluppo di un apparato che potesse operare a<br />

elevatissime temperature (ca. 1300°C) grazie all’irraggiamento diretto<br />

senza l’utilizzo di catalizzatori e che riuscisse a sfruttare un eventuale<br />

effetto fotocatalitico della radiazione solare sulle molecole di SO3 per il<br />

secondo step reattivo (SO3 ↔ SO2 +½ O2).<br />

L’ “aerosol reactor” (fig. 4.1) è un ricevitore a cavità concepito per limitare<br />

al massimo le perdite per re-irraggiamento. Il reattore presenta una parte<br />

tronco-conica all’imboccatura per favorire la concentrazione della<br />

radiazione solare nella sezione focale. Tale struttura è chiusa da una<br />

finestra trasparente in quarzo necessaria a separare l’ambiente interno del<br />

reattore da quello atmosferico e a bloccare parte della potenza re-<br />

irraggiata dalla cavità perché costituisce uno schermo parziale per le<br />

radiazione nel campo dell’IR. Sono presenti due flange, una posta nella<br />

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