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trovare una soluzione comune al problema<br />
della pirateria online, che violando i diritti<br />
d’autore consente uno scambio di film e musica<br />
tra milioni di utenti. Soluzione?<br />
“Concertata”. Ovvero, favorire la nascita di<br />
un’offerta legale “equa e proporzionata” di<br />
prodotti coperti da copyright per combattere<br />
lo smercio illegale.<br />
NEW YORK,<br />
NON PASSA<br />
LA IPOD TAX<br />
Il dibattito sulla musica<br />
online e sul come<br />
arginare la caduta<br />
degli introiti è ampio<br />
e variegato. Nello<br />
Stato di New York c’è<br />
poi chi ne approfitta<br />
per risanare le casse<br />
dell’amministrazione.<br />
Il governatore David Paterson ha pensato<br />
di istituire una tassa del 4 per cento su<br />
ogni canzone scaricata da Internet e su ogni<br />
altro contenuto digitale. Questo importo farebbe<br />
però salire il prezzo delle singole canzoni,<br />
che ammonta a 99 centesimi per brano.<br />
L’obiettivo non è salvaguardare<br />
l’industria e il settore musicale, quanto sanare<br />
un “buco” nelle casse dello Stato di circa<br />
15 milioni di dollari. Peterson ha anche<br />
previsto la tassazione dei biglietti cinematografici.<br />
Ma contro l’iPod tax la levata di<br />
scudi è stata immediata.<br />
MICROSOFT AFFILA<br />
LE UNGHIE<br />
CONTRO APPLE<br />
Annunciato un nuovo<br />
progetto targato<br />
Microsoft, stavolta<br />
però lontano dal web:<br />
aprire una catena di<br />
negozi con il proprio<br />
marchio. Una mossa<br />
inaspettata in tempi<br />
di crisi e una sfida al<br />
mercato, senza dimenticare che il primo<br />
concorrente diretto sarebbe Apple e la sua<br />
catena di più di 200 store in tutto il mondo.<br />
Redmond sente la pressione del competitor<br />
e vuole subito far fronte a una crescente concorrenza<br />
da parte di Apple, che sta ampliando<br />
la propria fetta di mercato dei personal<br />
computer e domina largamente il settore dei<br />
lettori di mp3 con la super-linea iPod.<br />
Microsoft può far leva su un ottimo mercato<br />
del videogaming, che nel 2008 ha visto la<br />
vendita di più di 300mila console Xbox 360<br />
nei soli Stati Uniti.<br />
VIDEOCASSETTE,<br />
IL MITO SI È<br />
DISSOLTO<br />
Il Vhs ci ha lasciati.<br />
Dopo più di trent’anni<br />
d’attività, la prima<br />
“tecnologia del desiderio”<br />
che ha cambiato<br />
sul pianeta il<br />
consumo di film,<br />
sport e documentari<br />
sulla tv di casa, le videocassette<br />
sono andate<br />
in pensione. Antiquariato. Soppiantate<br />
da Dvd e videostreaming. Negli Stati Uniti,<br />
alla vigilia di Natale ha chiuso anche l’ultimo<br />
distributore. La Sony mise in commercio il<br />
Betamax, primo sistema di videoregistrazione<br />
economico, semplice ma di alta qualità<br />
il primo giugno 1975. L’anno successivo<br />
arriva il Vhs (Video home system) che<br />
vince il duello con Betamax: costa meno e<br />
può registrare fino a 4 ore. Nel 1997 irrompe<br />
sul mercato il Dvd (Digital versatile disc)<br />
che ha subito un enorme successo e conquista<br />
il mercato. Nel 2006 Hollywood ha distribuito<br />
l’ultimo film in Vhs: A history of<br />
violence di David Cronenberg.<br />
SVEZIA, C’È ANCHE<br />
IL PARTITO<br />
DEI PIRATI<br />
Si chiama Pirat<br />
Partiet ed è parte del<br />
fronte progressista<br />
svedese. Rivendica “i<br />
diritti della Rete”,<br />
che poi sono il suo<br />
uso gratuito in barba<br />
ai diritti degli autori.<br />
Si è formato all’inizio<br />
del 2006 e il suo leader,<br />
Rickard Falkvinge, un trentenne appassionato<br />
di informatica, chiede la completa<br />
liberalizzazione di ogni copyright su Internet<br />
e l’assoluta libertà della Rete. Alle elezioni<br />
politiche di quell’anno il Partito Pirata ha<br />
ottenuto solo (e fortunatamente) lo 0,6 per<br />
cento. Ma dopo la sua nascita, in Svezia, analoghe<br />
formazioni si sono costituite anche in<br />
Spagna, Austria e Germania. Per ora, tra<br />
l’indifferenza dei più.<br />
ECCO<br />
UN’ALTERNATIVA<br />
ALLA PIRATERIA<br />
Scaricare musica gratuitamente<br />
senza per<br />
questo contravvenire<br />
alle regole del copyright?<br />
Si può. E come?<br />
Musica in cambio di<br />
pubblicità. Ci sono siti, anche in Italia, che<br />
lo consentono. Il più popolare è<br />
www.downlovers.it con un catalogo ricchissimo.<br />
Oppure se ci si vuole rivolgere al mercato<br />
internazionale c’è www.we7.com, ispirato<br />
da Peter Gabriel. E per chi ama la musica<br />
indipendente e i contenuti user generated<br />
c’è www.discollective.com. Gli introiti pubblicitari<br />
servono a pagare i diritti per gli autori.<br />
GOOGLE RICONOSCE<br />
IL DIRITTO D’AUTORE<br />
L’Association of American Publishers e Google,<br />
il principale motore di ricerca al mondo hanno<br />
raggiunto un’intesa che consentirà di rendere<br />
accessibili online, negli Usa, milioni di<br />
libri e altri testi scritti protetti dal copyright.<br />
L’accordo, ancora soggetto a verifica e approvazione<br />
da parte della U. S. District Court per<br />
il Southern District of New York, promette benefici<br />
a lettori e ricercatori, incrementando<br />
per autori ed editori la possibilità di distribuzione<br />
dei loro contenuti in forma digitale e ampliando<br />
l’accesso alle opere mediante Google<br />
Ricerca Libri. L’accordo riconosce i diritti e gli<br />
interessi dei titolari e fornisce loro strumenti<br />
per controllare le modalità d’accesso online<br />
alle loro proprietà e verificare i compensi ottenuti.