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VIVAVERDI<br />
38<br />
letteratura<br />
MARIO DESIATI<br />
“SONO STATO UN DIVORATORE DI LIBRI<br />
E OGGI LI VOGLIO FAR CRESCERE BENE”<br />
di Alessandro Trigona Occhipinti<br />
“Sono nato nel ’77, a Locorotondo, Bari” racconta<br />
“ma sono di Martina Franca. E lì ho<br />
vissuto fino a quando non mi sono trasferito<br />
a Bari per studiare giurisprudenza all’Università.<br />
Dopo ho vissuto per qualche tempo<br />
a Milano e poi a Roma, dove oggi vivo e<br />
lavoro”. Mario Desiati è uno scrittore di appena<br />
trentuno anni. Tre i romanzi da lui pubblicati:<br />
Neppure quando è notte (PeQuod,<br />
2003), Vita precaria e amore eterno (Mondadori,<br />
2006), Il paese delle spose infelici<br />
(Mondadori 2008).<br />
Mario Desiati è di buona famiglia di estrazione<br />
cattolica. Il padre è avvocato, la madre<br />
insegnante. Cresce, quindi, in un ambiente<br />
in cui la cultura è di casa e i libri sono presenti<br />
non tanto per riempire uno scaffale,<br />
ma per essere aperti e letti. “Ho iniziato leggendo<br />
poesie. Sono state il mio primo amore<br />
letterario. Leggevo e scrivevo poesie. Da<br />
lì, il passaggio alla letteratura è stato automatico”.<br />
Grazie ad una nutrita biblioteca di<br />
famiglia, il giovane Desiati trascorre le sue<br />
giornate a sfogliare i libri di poesia e narrativa<br />
per ragazzi. Lo si può immaginare sdraiato,<br />
a pancia in giù, su di un tappeto intento<br />
a sfogliare libri. E a sognare. “Le mie prime<br />
letture sono state: Cuore, Marcovaldo di Calvino,<br />
Pinocchio del quale avevo un’edizione<br />
speciale del tutto particolare. Era un grande<br />
libro con tante immagini nelle quali mi<br />
perdevo. Un altro libro importante per me<br />
fu l’Odissea che mi introdusse nel mondo<br />
Ha pubblicato il suo primo romanzo, Neppure quando è notte, poco più di cinque anni fa. Da<br />
allora Mario Desiati ha cominciato il suo apprendistato alla rivista Nuovi Argomenti di cui è<br />
stato capo redattore. Ma si è confermato come uno dei brillanti giovani talenti della scrittura,<br />
transitando dalla Roma del Giubileo a quella del precariato e dei lavori atipici, fino a tornare al<br />
sud natìo con Il paese delle spose infelici passando per la raccolta di Italville, gli scrittori che<br />
avevano voglia di raccontare le diverse Italie.<br />
magico dei classici greci. Una grande scoperta,<br />
per tanti versi illuminante”.<br />
Avrebbe mai pensato di fare lo scrittore?<br />
La scrittura mi appartiene. Guardavo quei<br />
libri, li leggevo, recitavo le poesie e provavo<br />
grande ammirazione per i loro autori. Ma<br />
forse la mia non era solo ammirazione.<br />
Il richiamo della natura? Lui sorride all’idea.<br />
E lo fa con gli occhi e con tutta la sua<br />
espressività ancora giovanile.<br />
Possiamo anche dire così: il sangue non è<br />
acqua e allora inutile resistervi. Bisogna solo<br />
capire l’intensità di quel richiamo e la reale<br />
capacità di concretizzare una siffatta aspirazione.<br />
Ma la scrittura è anche inganno. Desiati appare<br />
imbarazzarsi e, ridacchiando, si confessa.<br />
Un giorno, a scuola, non avendo fatto i compiti,<br />
scrissi una poesia spacciandola per un<br />
testo poetico di un anonimo del medioevo.<br />
Ovviamente la professoressa comprese<br />
l’imbroglio e, pur divertita, mi redarguì con<br />
severità.<br />
Quella fu la sua “iniziazione” alla scrittura?<br />
Fu solo un modo per cercare di evitare una<br />
nota di demerito. Cominciai a scrivere, invece,<br />
in modo sistematico intorno ai quindici,<br />
sedici anni. Tutti scritti che, poi, mi sono<br />
premurato di distruggere. Nella biblioteca<br />
dei miei genitori c’erano anche libri<br />
proibiti: Henry Miller, per esempio. Ma anche<br />
Moravia, tutto Moravia, ed io, naturalmente,<br />
leggendoli, ne rimanevo colpito. Cominciai<br />
così a leggere con sempre maggiore<br />
avidità. In modo quasi ossessivo. Leggevo<br />
di tutto: Pasolini, Tondelli, Kafka, che ho<br />
molto amato. Le poesie di Montale, le opere<br />
di Goffredo Parise, che ritengo essere uno<br />
scrittore importantissimo, direi fondamentale<br />
per poter scrivere oggi. Inoltre, già da<br />
allora, ero un gran cultore di riviste letterarie,<br />
di poesia: Nuovi argomenti, Linea<br />
d’ombra. Di tutto insomma.<br />
Com’era il rapporto con i suoi genitori?<br />
Ottimo, anche se, tenuto conto della differenza<br />
di età, soffrivo un po’ vedendo i miei<br />
compagni avere genitori più giovani. Una<br />
discrasia di cui parlo ne il paese delle spose<br />
infelici.