You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Sotto “La vie chez les automobiles”<br />
60x50 cm. acrilico su cartone del 1987<br />
di Nino Ferrer<br />
VIVAVERDI<br />
65<br />
La polka des mandibules.<br />
Il cambio di marcia arriva nel 1965, sotto la<br />
supervisione artistica di Richard Bennet,<br />
che indirizzò il modo di comporre di Nino,<br />
a scapito di un po’ di libertà ma a vantaggio<br />
del risultato. Il 1966 vede Ferrer impegnato<br />
in 195 concerti e quasi 30 apparizioni televisive.<br />
L’immagine di star e seduttore che<br />
qualcuno, tra media e pubblico, cominciava<br />
ad attaccargli addosso, però, gli andava<br />
stretta.<br />
Ferrer arriva in Italia verso la fine degli anni<br />
‘60 dopo aver trionfato in Francia con<br />
Mirza (un rhythm’n’blues trascinante e divertente),<br />
Le téléphone (Il telefono nella<br />
versione italiana) e un altro brano di grande<br />
presa come Les cornichons (originariamente<br />
Big Nick) ovvero i cetriolini sottaceto<br />
che in Italia diverranno Il baccalà, un brano<br />
tutt’ora sigla del programma televisivo<br />
Le Iene. Ma già Mina aveva accolto a braccia<br />
aperte un suo brano melodico, C’est Irreparable<br />
che in italiano diventerà Un anno<br />
d’amore. Ciò che però resta nell’immaginario<br />
collettivo del nostro pubblico è un<br />
brano del 1967 rivoluzionario per testo e musica,<br />
Vorrei la pelle nera (Je veux être noir).<br />
La televisione si lega a doppio filo con il suo<br />
successo italiano: la trasmissione Settevoci<br />
di Pippo Baudo ha come sigla Donna Rosa,<br />
mentre per Io, Agata e tu (che lo vede protagonista<br />
nella prima serata del sabato con<br />
Raffaella Carrà e Nino Taranto) ripropone<br />
la vecchia Agata dei napoletani Pisano e Cioffi.<br />
Immancabilmente arriva anche Sanremo:<br />
nel 1968 interpreta Il re d’Inghilterra<br />
in coppia con Pilade, nel 1970 canta Re di<br />
Cuori abbinato a Caterina Caselli, e nel 1971<br />
Amsterdam.<br />
L’inizio degli anni Settanta segna per Ferrer<br />
un momento di svolta, anche dal punto<br />
di vista musicale. Molti imputano uno dei<br />
fattori di cambiamento nel modo di scrivere,<br />
che lo legheranno più al rock e alla psichedelia,<br />
alla conoscenza e amicizia con il<br />
chitarrista inglese Mickey Finn, (che aveva<br />
suonato, tra i vari, con T.Rex e Eric Clapton).<br />
Nasce così Metronomie, album strutturato,<br />
completo e musicalmente inteso. Ma con un<br />
po’ di delusione da parte di Nino, non fu tanto<br />
l’album a vendere, quanto il brano La maison<br />
près de la fontaine (versione nostrana:<br />
Il Povero Cristo), oltre 500.000 copie.<br />
D’altronde, la poliedricità e la capacità di<br />
sfuggire ad ogni etichetta musicale erano caratteristiche<br />
di cui lo stesso Nino era perfettamente<br />
consapevole, dichiarando in<br />
un’intervista del 1970 che ‘’Nessuno di noi<br />
è fatto in una sola maniera, anche nelle canzoni.<br />
Un giorno mi viene fuori Donna Rosa<br />
e un altro La Rua Madureira che è la mia preferita<br />
ma che purtroppo non ha fatto una lira<br />
o Povero Cristo che la radio sicuramente<br />
non trasmetterà e che quindi pochi sentiranno.<br />
Perché a me capita questo guaio: il<br />
pubblico di Donna Rosa non mi vuole in un<br />
genere più impegnato e non lo chiede, e<br />
l’altro che lo apprezzerebbe, non lo può conoscere”.<br />
Prima in inglese per conquistare con un album<br />
il mercato americano e poi in francese,<br />
nasce nel 1973 uno dei suoi capolavori Le<br />
Sud, sguardo tenero e critico verso il Sud del<br />
mondo, dall’Europa all’Africa. Ferrer continuerà<br />
a sfornare un album ogni anno/due,<br />
in cui si alternano la presenza di singoli di<br />
successo con la possibilità di riservarsi spazio<br />
per l’espressione artistica più creativa.<br />
Già dal 1970, Ferrer torna a stabilirsi in<br />
Francia. C’è di mezzo una love story con Brigitte<br />
Bardot, breve ma bersagliata dalle<br />
cronache rosa, che lo spinge a ritagliarsi<br />
uno spazio riservato, più lontano dalle luci<br />
della ribalta. Necessità che è stata probabilmente<br />
enfatizzata anche dalla volontà<br />
di proteggere la nascita del figlio avuto<br />
dalla segretaria Kinou Monestier, destinata<br />
a diventare sua moglie. Gli anni successivi<br />
lo vedono continuamente ritirarsi<br />
e tornare sulle scene.<br />
Negli ultimi anni della sua vita aveva eletto<br />
definitivamente la Francia, che nel 1986 lo<br />
aveva insignito del titolo di Cavaliere delle<br />
lettere e delle arti, come suo paese di residenza.<br />
Si era trasferito nel sud-ovest del paese,<br />
dove si dedicava alla pittura, la passione<br />
che ha assorbito gli ultimi anni della sua esistenza.<br />
Il suo ultimo album è del 1993: Desabusion<br />
che è un mix tra le parole désillusion<br />
e désabusement, disillusione e distacco.<br />
Probabilmente entrambe giocarono un<br />
ruolo importante nell’equilibrio della carriera<br />
di un artista come Nino, equilibrio definitivamente<br />
turbato, nel 1998, probabilmente<br />
dalla morte della madre.<br />
Se ne andava così, trovato morto in un campo<br />
di grano, un artista il cui valore fu probabilmente<br />
più grande e più intenso di quello<br />
all’epoca percepito, al di là della patina<br />
del successo e della conoscenza che di lui si<br />
era creata presso il grande pubblico. Tra<br />
Francia e Italia, tra luci e ombre, tra stile e<br />
talento e tra poesia e ironia.<br />
(Grazie a Giulia Nuti, Michele Manzotti,<br />
Pierre Ferrer e Santino Rocchetti)