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complimenti a.... - Siae

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VIVAVERDI<br />

85<br />

Il dottor Gramitto Ricci - che pure veniva<br />

da una famiglia attenta alle ragioni dell’arte,<br />

e che poteva vantare una parentela con<br />

il grande drammaturgo Luigi Pirandello -<br />

in quegli anni non pensava neppur minimamente<br />

di diventare un editore musicale;<br />

il suo destino era ancora quello di dirigente<br />

industriale, di protagonista del<br />

boom economico di quegli anni. E tuttavia...<br />

La Casa editrice era stata fondata nel 1860<br />

a Napoli da Francesco Curci: era il momento<br />

magico del melodramma, e in Italia<br />

l’editoria musicale era in grande sviluppo.<br />

La Curci aveva sede anche a Roma e dal<br />

1936 anche a Milano, dove Ricordi e Sonzogno<br />

si contendevano il primato della lirica<br />

e, naturalmente, le creazioni dei migliori<br />

musicisti. Una casa solida, quella,<br />

sostenuta da veri artisti: Alberto Curci è<br />

stato un importante violinista, Alfredo era<br />

diplomato in arpa e pianoforte, Giuseppe<br />

era nella Società Italiana degli Autori ed<br />

Editori, la <strong>Siae</strong>. Un quarto fratello, Arturo,<br />

era un medico affermato.<br />

Quando nel 1952 morì Alfredo, seguito<br />

l’anno dopo da Giuseppe, Alberto rimase<br />

solo a condurre l’azienda: conscio delle<br />

qualità e del dinamismo del giovane manager<br />

palermitano, decise di inserirlo nella<br />

Casa editrice. Giuseppe Gramitto Ricci<br />

lasciò la Nestlé e si gettò con tutte le sue<br />

forze e una straordinaria passione nella<br />

nuova impresa, vincendo lo scetticismo<br />

dell’ambiente (“All’inizio mi consideravano<br />

un outsider, per non dire di peggio”,<br />

confessò una decina di anni più tardi) e<br />

cercando di modernizzare le strutture dell’azienda<br />

in sintonia con le esigenze dei<br />

tempi nuovi.<br />

In effetti, il mondo musicale stava rapidamente<br />

cambiando: i dischi a 33 giri, gli LP,<br />

contenevano molta musica, stava per arrivare<br />

la televisione, il mercato si apriva anche<br />

verso altri paesi, nuovi protagonisti<br />

animavano il mondo della musica leggera.<br />

Il nuovo manager capì che l’opera lirica<br />

non bastava più, che si doveva puntare anche<br />

sulla buona canzone e sull’istruzione;<br />

la solida amicizia con Giovanni D’Anzi, la<br />

voce di Milano, l’autore di motivi indimenticabili,<br />

fu certamente utile e positiva.<br />

La Curci fu la “casa” di Domenico Modugno,<br />

di Giorgio Gaber, di Vasco Rossi, di<br />

Pino Donaggio, di Toto Cutugno, di Tiziano<br />

Ferro e di tanti altri cantautori, musicisti,<br />

compositori. Con la fondazione, nel<br />

1960, della Carosello CEMED Giuseppe<br />

Gramitto Ricci pone le basi del suo clamoroso<br />

ingresso nel mercato discografico.<br />

Gli anni da lui passati alla direzione della<br />

Curci sono stati segnati da un rapidissimo<br />

sviluppo di tecnologie, strumenti, mezzi di<br />

informazione e di comunicazione; a queste<br />

nuove esigenze della società moderna occorreva<br />

rispondere entrando, come si usa<br />

dire, nel “villaggio globale” (restare fermi<br />

sulle pur importanti tradizioni italiane significava<br />

scomparire) e quindi allacciando<br />

sempre più stretti rapporti con editori e<br />

produttori stranieri, per incrementare<br />

scambi e partecipazioni. Se era fondamentale<br />

conservare il patrimonio della musica<br />

classica - la Curci lo fece senza fughe in<br />

avanti e nel solco di una serena conservazione<br />

dei suoi valori - altrettanto importante<br />

era sostenere le offerte al mondo<br />

giovane, con un particolare riguardo alle<br />

canzoni d’autore; e ancora, tener fede a<br />

una presenza nell’insegnamento, nella<br />

editoria utile, nella rappresentanza (in reciprocità)<br />

di prodotti musicali stranieri.<br />

Gramitto Ricci formulò intese con grandi<br />

case come la tedesca UFA, l’austriaca Wiener-Bohème,<br />

e le principali americane,<br />

dalla 20th Century Fox alla MGM, dalla<br />

Disney all’Universal, dalla Columbia alla<br />

RKO. In più egli si impegnò a fondo, nell’ambito<br />

della <strong>Siae</strong> e in qualità di commissario<br />

di sezione, per risolvere molti problemi<br />

relativi al Diritto d’Autore.<br />

Percorrendo da protagonista la seconda<br />

metà del Novecento, “Pippo” ebbe la forza<br />

di essere alla pari delle nuove esigenze: vide<br />

nascere la tv, accolse il passaggio, nell’economia<br />

discografica, dal vinile al cd;<br />

seguì la crescita e la decadenza delle videocassette<br />

messe in cantina oggi dai dvd.<br />

Lasciando l’incarico al figlio Alfredo nel<br />

1998, dopo sette anni di proficua associazione<br />

dirigenziale, egli poté guardare “da<br />

fuori” l’immensa ondata di Internet, i<br />

problemi posti al mercato della musica, la<br />

scomparsa di regole e confini. Accompagnare<br />

in un paese come il nostro un’impresa<br />

dal foyer famigliare al grande giro<br />

della modernità, con successo e senza retorica,<br />

è un merito che resta e che sarà nel<br />

tempo riconosciuto come una certezza.<br />

PIER GIORGIO FARINA<br />

Nel luglio scorso è scomparso Pier Giorgio<br />

Farina, musicista talentuoso che con la sua<br />

grande ecletticità ha saputo spaziare in<br />

tutti i generi musicali, primo fra tutti il<br />

jazz. Nato a Goro nel 1933, a cinque anni<br />

riceve in dono dal padre un violino e si appassiona<br />

alla musica. Diventa strumentista<br />

e gira l’Italia prima con l’orchestra di Corrado<br />

Bezzi e poi con la sua orchestra “Pier<br />

Giorgio Farina”. Sono gli anni Sessanta, il

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