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complimenti a.... - Siae

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VIVAVERDI<br />

54<br />

editoria<br />

dvd-files digitali) è affidata a Warner.<br />

Manteniamo tuttavia una distribuzione autonoma<br />

dei file digitali (on line da febbraio<br />

2009) e dei cd (vendita per corrispondenza<br />

sempre dal nostro sito web) che, grazie ad<br />

internet, sta consentendo promozione e vendita<br />

del prodotto fisico e digitale in tutto il<br />

mondo.<br />

Taluni nostri prodotti hanno il privilegio di<br />

circuitare in vari paesi stranieri grazie ad<br />

accordi di licenza-master stipulati con nostri<br />

partner, maggiormente in area Europa/Asia.<br />

In tal caso la compagnia discografica<br />

locale provvede alla pubblicazione-promozione-marketing<br />

e distribuzione del prodotto<br />

da noi licenziato.<br />

E’ un periodo di grave crisi del prodotto fisico,<br />

il cd, in tutto il mondo.<br />

C’è un grande consumo di musica ma paradossalmente<br />

si guadagna molto meno anzi<br />

davvero poco. Anche il tanto auspicato mondo<br />

digitale ha volumi di vendite incredibilmente<br />

bassi rispetto alle quantità di dischi<br />

venduti dieci anni fa? Esiste una luce lontana,<br />

una via d’uscita dal tunnel.<br />

L’industria fonografica attuale non ha minimamente<br />

previsto (tanto meno prevenuto)<br />

il periodo disastroso che sta attraversando<br />

il mercato discografico. Nonostante<br />

l’infittirsi delle associazioni di categoria (ben<br />

4 che rappresentano la quasi totalità del mercato)<br />

ogni azienda e di qualunque dimensione,<br />

sta camminando autonomamente (come<br />

sempre) nella speranza che qualcosa<br />

cambi ed in fretta (la resistenza ha un limite!)<br />

Le associazioni di categoria- delle quali<br />

Ala Bianca da sempre fa parte- non hanno<br />

svolto azioni a concreto supporto del settore<br />

e più specificatamente degli associati<br />

(manca ancora una legge sulla musica, l’Iva<br />

è tuttora al 20%, manca il riconoscimento<br />

di industria culturale, benefici e sostegni<br />

quali defiscalizzazioni ed altro restano prerogativa<br />

di “altra musica”, vedi ad esempio<br />

i fondi riconosciuti nel 2009 al Fus, pur ridotti<br />

del 22% ammontano pur sempre a 398<br />

milioni di euro).<br />

In una situazione come l’attuale, caratterizzata<br />

da una riduzione del 50-60% del mercato<br />

fisico a fronte di un “recupero” sul digitale del<br />

solo 5-6% , diventa impossibile continuare a<br />

produrre, fare ricerca, è difficile continuare<br />

a lavorare e pagare gli stipendi...<br />

Il disastro nel mercato è anche dovuto alla<br />

campagna massmediologica iniziata circa un<br />

decennio fa a favore “del nuovo”, della rivoluzione<br />

tecnologica digitale, che ha fatto<br />

morire cd e dvd prima del tempo a favore dei<br />

files digitali che ad oggi ancora non si vendono,<br />

salvo in qualche porzione di globo<br />

quale Usa ed un po’ meno Giappone.<br />

Tale incauta azione mediatica- perpetrata<br />

specialmente da stampa non di settore, non<br />

specializzata-, coadiuvata -ahimé- dalla<br />

maggiore associazione di categoria dei produttori<br />

fonografici, ha contribuito alla falcidia<br />

dei negozi specializzati, favorendo indirettamente<br />

la grande distribuzione. Una<br />

grave perdita per industria e cultura. I punti<br />

vendita tradizionali infatti disponevano<br />

di personale qualificato in grado di informare<br />

ed orientare il cliente, mentre il commesso<br />

del grande magazzino con comparto<br />

dedicato tratta il supporto come un qualunque<br />

prodotto commerciale, non conosce<br />

quasi mai i prodotti (ed i contenuti) e si limita<br />

a vendere la scarsa dotazione di cd e<br />

dvd inseriti negli scaffali (spesso soltanto<br />

prodotti di classifica).<br />

Si deve tuttavia ammettere che l’incredibile<br />

diminuzione nelle vendite di musica registrata<br />

(al di la di prodotto fisico o digitale)<br />

è dovuta principalmente all’avvento di pirateria<br />

on line e fisica causata da un nuovo<br />

costume creatosi via via in chi maneggia il<br />

pc. E’ convinzione comune che tutto ciò che<br />

si trova in rete sia libero come l’aria, a disposizione<br />

di tutti, per cui la musica si può<br />

ascoltare e scaricare gratuitamente (il web<br />

è considerato dai più “un selvaggio west”).<br />

Dobbiamo prendere atto che il lavoro tradizionale<br />

è finito, il mestiere che abbiamo<br />

imparato non si può più fare, pur tenendo<br />

presente che ancora oggi le aziende fonografiche<br />

vivono (si fa per dire) con la vendita<br />

dei supporti fisici.<br />

E’ necessario orientarsi verso il web operando<br />

in rete con gli stessi obiettivi precedenti,<br />

quelli del mercato reale. Occorre professionalizzarsi<br />

assumendo nuovi schemi<br />

mentali e diverse strategie.<br />

E’ innegabile che internet sia una grande<br />

opportunità per le aziende indipendenti. Per<br />

la prima volta nella storia dell’imprenditoria<br />

indipendente è possibile promuovere e<br />

distribuire l’intero catalogo in tutto il mondo<br />

a differenza della precedente circuitazione<br />

di prodotto fisico limitata agli stati nei<br />

quali si riusciva a licenziare e spesso un solo<br />

master.<br />

Dobbiamo saperla cogliere, pena la scomparsa<br />

delle nostre aziende dal mercato.<br />

In questo modo possiamo dare futuro al nostro<br />

lavoro, continuare a produrre e competere<br />

internazionalmente.<br />

Vista la drammaticità del periodo che il comparto<br />

musica leggera (o popolare) sta attraversando<br />

(e non si capisce quando finirà) e<br />

la totale assenza delle istituzioni al nostro<br />

fianco, è forse opportuno dar voce ad un organismo<br />

compatto che unisca le associazioni<br />

di autori ed editori, dei produttori fonografici,<br />

delle agenzie di booking e managements,<br />

dei musicisti, dei sindacati operatori<br />

di settore, fino alle strutture e società che<br />

si occupano di raccolta e gestione diritti, in<br />

primis <strong>Siae</strong>, ma anche Scf ed Imaie, al fine<br />

di rapportarsi al governo, uniti e chiedere il<br />

riconoscimento dello “stato di calamità del<br />

settore”, agendo per ottenerlo. Permetterebbe<br />

all’industria di guardare avanti organizzandosi<br />

e dotandosi di nuove strategie ed<br />

opportunità.<br />

In Italia l’ultima legge sulla musica è del 1967<br />

e si occupava solo di fondazioni sinfoniche<br />

e orchestre liriche. Nella scuola<br />

l’insegnamento della musica è fatto male.<br />

Che cosa si può fare per avvicinare di più le<br />

giovani generazioni all’universo delle sette<br />

note? E per fargli imparare quei rudimenti<br />

di storia della musica anche per affinare il<br />

loro gusto personale?<br />

Al fine di creare una nuova cultura della musica<br />

in Italia a favore delle nuove generazioni,<br />

ritengo necessario iniziare dalle famiglie.<br />

Dovrebbero educare i figli all’ascolto<br />

della musica così come li iniziano<br />

alla bicicletta. Successivamente le scuole<br />

dell’infanzia potrebbero ampliare le conoscenze<br />

fino ad arrivare alle scuole dell’obbligo<br />

le quali, avendo una funzione<br />

educativa e formativa, potrebbero avvicinare<br />

i bimbi, i ragazzi agli strumenti musicali.<br />

In sostanza auspico l’applicazione<br />

del concetto di “educazione permanente”<br />

alla musica a favore di chi nasce in questo<br />

strano paese che è l’Italia.<br />

Per fare ciò si devono dotare le scuole di<br />

educatori preparati e di supporti quali cd,<br />

strumenti musicali, computer...si legge<br />

spesso di scuole pilota dove tutto questo<br />

avviene grazie a sforzi prevalentemente di<br />

genitori e di manager scolastici illuminati,<br />

ma sono casi, tant’è che finiscono sui<br />

giornali. Il resto purtroppo è deserto.

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