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libri<br />
BRUNO VESPA<br />
LA NOSTRA ITALIA<br />
INQUIETA E DISILLUSA<br />
di Vivaverdi<br />
Vespa scrittore, ha viaggiato “nel profondo<br />
Nordest, dove la paura dello straniero<br />
ha fatto esplodere i consensi per la Lega”,<br />
mostrando come “la somma di inquietudini<br />
e insoddisfazioni abbia messo a soqquadro<br />
il panorama politico italiano, riducendo<br />
a cinque i partiti presenti in Parlamento”,<br />
ricostruendo in maniera inedita<br />
la caduta del Governo Prodi e la nascita<br />
fulminea del Popolo della Libertà che, in<br />
poche settimane, si è trovato alla guida del<br />
Paese, con delega pressoché totale, con la<br />
maggioranza più ampia che un governo abbia<br />
mai avuto nella storia repubblicana.<br />
“I capitoli dedicati al Governo Prodi – ha<br />
detto il giornalista abruzzese, ospite della<br />
trasmissione televisiva di Raidue, Quelli<br />
che il calcio – sembrano una fiction”.<br />
Ma sono raccontati realisticamente, con<br />
lucidità giornalistica e qualche imbarazzo<br />
di uomo sicuramente forte, dal successo<br />
consolidato, ma che non può dimenticare,<br />
di fronte alla preoccupante crisi finanziaria<br />
internazionale che in Italia è anche<br />
forte crisi di valori, di avere avuto un padre,<br />
che ora non c’è più, ma che restò disoccupato<br />
“senza beneficiare di ammortizzatori<br />
sociali. Né per sette anni, né per un<br />
giorno”.<br />
Dedicando il “viaggio” a lui e a quanti come<br />
lui, si sono trovati e si trovano nella<br />
condizione di uomini e donne senza futuro,<br />
coinvolgendo le proprie famiglie nel-<br />
l’ultimo libro di Bruno Vespa, scrittore e giornalista, è un viaggio in presa diretta, in quella che<br />
lui stesso definisce una “rivoluzione silenziosa”. Quella che ha determinato –e seguito – lo<br />
sconvolgimento elettorale della primavera del 2008. Viaggio in un’Italia diversa è anche<br />
un’occasione per cercare di comprendere, da scrittore, le paure degli italiani, dagli sbarchi dei<br />
clandestini a Lampedusa, attraverso i rom dei campi nomadi di Roma, Milano e Napoli, gli<br />
empori allestiti dalla Caritas per aiutare le famiglie in difficoltà, ai supermercati frequentati dai<br />
cittadini italiani che non arrivano alla “quarta settimana”. Nei quartieri di Napoli occupati dalla<br />
camorra e dai rifiuti e, da giornalista, negli stabilimenti che i rifiuti li trattano, ipotizzando con<br />
chiarezza le ragioni di una crisi che ha compromesso l’immagine del nostro paese all’estero.<br />
la morte sociale, in una depressione fisica<br />
e psicologica di cui non conosciamo ancora<br />
le reali proporzioni e gli effetti che<br />
produrrà.<br />
E’ anche questa l’Italia che Vespa ha voluto<br />
raccontare, “l’Italia che non ce la fa”,<br />
“che ruba il pane al discount”, la probabile<br />
“fine della civiltà dell’eccesso”. L’Italia<br />
dell’Alitalia, la sua storia e i retroscena. Il<br />
resto è cronaca politica raccontata da un<br />
giornalista che sa, si capisce leggendo. Vespa<br />
è un “quotidiano”, lo scrittore è un anchorman<br />
televisivo all’apice del successo:<br />
la sua Telecamera con vista (per citare il<br />
primo dei suoi diciotto best-seller editi da<br />
Mondadori), ha sicuramente la vista migliore:<br />
il panorama è quello che è, uguale<br />
per tutti, quella “Storia d’Italia da Mussolini<br />
a Berlusconi” (citando ancora l’Autore)<br />
in cui è sempre più difficile definire i<br />
“Vincitori e vinti”.