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complimenti a.... - Siae

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A destra la produttrice Susanna Bolchi con Natasha<br />

Stefanenko, che interpreta Angela, un agguerrito<br />

avvocato nella mini serie<br />

“Nebbie e delitti” in cui Luca Barbareschi<br />

interpreta il commissario Soneri.<br />

Foto di Bepi Caroli<br />

VIVAVERDI<br />

56<br />

televisione<br />

INTERVISTA A SUSANNA BOLCHI<br />

IL MESTIERE<br />

DI PRODUTTORE<br />

di Valeria Serra<br />

Dal trovare le storie allo scegliere gli attori a negoziare i contratti con le emittenti. Sono alcuni<br />

degli aspetti del lavoro di un produttore di fiction, con Susanna Bolchi, uno dei soci della<br />

Casanova Production, che ha realizzato serie di successo come Nebbie e Delitti. Un lavoro<br />

imparato sul campo, cominciando come segretaria di edizione e poi declinato in tutte le sue<br />

forme fino alla regia di documentari e spot pubblicitari.<br />

Prima di incontrare Susanna Bolchi, avevo<br />

un’idea convenzionale dunque non reale di<br />

chi fosse e cosa facesse realmente un produttore<br />

cinematografico; di come lavorasse<br />

e delle sfumature innumerevoli che ne disegnano<br />

il ritratto. Ora, osservato da vicino<br />

il suo modo di esser produttrice, seppure<br />

nel tempo di qualche ciak, il quadro è diventato<br />

limpido, sorprendente, avvincente.<br />

Il lavoro di Susanna Bolchi, che con Aureliano<br />

Lalli-Perisani e Luca Barbareschi dal<br />

2000 é socia della Casanova Entertainment,<br />

mi ha rivelato innanzitutto di quanto, parallelamente<br />

ad una dinamica attività organizzativa<br />

e manageriale, conti molto, moltissimo,<br />

essere profondamente un’umanista, di<br />

formazione e vocazione. Su un set della terza<br />

serie della fiction per Rai Due Nebbie e<br />

delitti, allestito a Torino all’interno della<br />

vuota cattedrale di cemento lasciata da Fuksas,<br />

capisco finalmente quanto, per esempio,<br />

il momento vero e proprio di ripresa sia<br />

solo un anello di una lunghissima catena. Il<br />

produttore la maneggia tutta, ne vive ogni<br />

centimetro e, della sua lunga costruzione,<br />

spartisce ogni dovere e ogni piacere. Il primo<br />

passo del piacere è quello di trovare storie<br />

nella parola scritta. Le cerca tra le pile<br />

di romanzi che ha sul comodino e che le rubano<br />

felicemente il sonno, o tra i numerosissimi<br />

soggetti che il postino consegna negli<br />

uffici della Casanova: talvolta firmati da<br />

autori già affermati, altre da esordienti sconosciuti.<br />

Trovare quell’ago nel pagliaio ove<br />

le pagine siano tramutabili in un film, è uno<br />

dei momenti più intriganti.<br />

Nata a Bologna nell’aprile del ’55 e trasferita<br />

a Roma dove il padre Sandro Bolchi vide decollare<br />

una gloriosa stagione di regista, Susanna<br />

ama leggere da sempre: passione ereditata<br />

da suo padre e coltivata nel tempo.<br />

Ma come si capisce quando un bel romanzo<br />

può diventare film? Quali sono le prerogative<br />

al di là di una bella trama e di una prosa<br />

alta?<br />

“C’è sempre una ragione anche irrazionale,<br />

misteriosa, puramente istintiva che ti fa dire:<br />

questo libro funzionerà. Tra noi soci parliamo<br />

molto e nel momento in cui concordiamo,<br />

il progetto parte. Fino ad ora, il gradimento<br />

di critica e di pubblico delle fiction<br />

realizzate, ci ha dato ragione. Evidentemente,<br />

l’esperienza maturata in molti anni ci aiuta<br />

a comprendere l’effettiva possibilità di<br />

portare una storia sullo schermo. Un romanzo<br />

intenso come La recita di Bolzano di<br />

Sandor Marai di cui avevamo acquistato i diritti,<br />

si è rivelato irrealizzabile. Anche una<br />

casa di produzione americana ha dovuto abbandonare<br />

l’idea di portare al cinema Le braci,<br />

dello stesso autore. Questo non soltanto<br />

per un problema di budget e di logistica<br />

ma forse, perché alcuni libri sono destinati<br />

a rimanere libri”.<br />

Ecco allora, che individuati gli sceneggiatori<br />

e condiviso con loro il senso della storia,<br />

il mestiere del produttore è pronto a declinarsi<br />

nelle tante voci che concorreranno alla<br />

realizzazione di una fiction. Quelle voci<br />

appartengono al mestiere che Susanna Bolchi<br />

ha imparato sul campo in molti anni di<br />

gavetta: prima come segretaria di edizione<br />

poi come assistente di regia ed anche come<br />

regista, ruolo nel quale ha esordito con alcuni<br />

spot pubblicitari e una serie di documentari.<br />

Poi, la nascita nel 1983 della prima<br />

casa di produzione con il padre Sandro<br />

e, tra gli altri, lo scrittore Enzo Biagi: la First<br />

Film. Da quel tempo moltissimo è cambiato<br />

nella filiera produttiva, che per quanto<br />

concerne il lavoro sul set è sostenuta da tecnologie<br />

che certamente semplificano e accorciano<br />

i tempi di realizzazione. Sicuramente<br />

è divenuto più complesso e articolato<br />

il rapporto con le committenze. La Rai in

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