Tuttavia, che sussistano certe comb<strong>in</strong>azioni di oggetti e nonaltre, per Wittgenste<strong>in</strong> è un fatto sempre accidentale e non necessario,<strong>in</strong> quanto la logica determ<strong>in</strong>a solo le possibilità comb<strong>in</strong>atorie deglioggetti, ma non quali configurazioni si registreranno concretamente.Riprendendo l’esempio della macchia nel campo visivo, va detto che,siccome non esiste alcuna necessità logica che lega una determ<strong>in</strong>atamacchia ad un determ<strong>in</strong>ato colore, essa può non essere rossa, ma uncolore non può non averlo. Di conseguenza, afferma Wittgenste<strong>in</strong>,essa è <strong>in</strong>dipendente dal rosso, ma non dal colore. A tal propositoPeriss<strong>in</strong>otto chiarisce:“Ad una macchia nel campo visivo, <strong>in</strong>somma, non puòsemplicemente capitare o accadere di avere un colore, come le puòcapitare o accadere di essere rossa piuttosto che gialla; verdepiuttosto che azzurra. In questo senso, essa è <strong>in</strong>dipendente dalrosso (o dal verde o dal qualsiasi altro determ<strong>in</strong>ato colore), ma nonè affatto <strong>in</strong>dipendente dal colore” 16 .Wittgenste<strong>in</strong> dunque rileva una doppia caratteristica didipendenza – <strong>in</strong>dipendenza degli oggetti, i quali, da un lato,possono presentarsi <strong>in</strong> tutte le situazioni che le loro proprietàlogiche gli permettono, dall’altro, devono presentars<strong>in</strong>ecessariamente <strong>in</strong> una qualche modalità:16 L. Periss<strong>in</strong>otto, Wittgenste<strong>in</strong>. Una guida, Ed. Feltr<strong>in</strong>elli, Milano 2008, p. 39.12
“La cosa è <strong>in</strong>dipendente nella misura nella quale essa può ricorrere <strong>in</strong>tutte le situazioni possibili, ma questa forma d’<strong>in</strong>dipendenza è unaforma di connessione con lo stato di cose, una forma di non<strong>in</strong>dipendenza”17 .Le proprietà logiche di un oggetto vengono anche def<strong>in</strong>ite daWittgenste<strong>in</strong> proprietà <strong>in</strong>terne, le quali vanno dist<strong>in</strong>te dalle proprietàesterne. Le proprietà <strong>in</strong>terne si riferiscono alle possibilità comb<strong>in</strong>atoriedegli oggetti, mentre le proprietà esterne rimandano alle effettiverelazioni che gli oggetti <strong>in</strong>trattengono tra loro. Per cui, <strong>in</strong> base alleprime si possono fare affermazioni necessarie e a priori, mentre <strong>in</strong>base alle seconde si possono fare solo affermazioni a posteriori econt<strong>in</strong>genti. In tal senso Soleri spiega:“Si può dire che <strong>in</strong> base alle proprietà <strong>in</strong>terne dell’oggetto posso fare affermazion<strong>in</strong>ecessarie a priori, mentre le proprietà esterne sono cont<strong>in</strong>genti e determ<strong>in</strong>abilisolo a posteriori” 18 .Ora, poiché conoscere un oggetto vuol dire conoscere tutte lepossibilità <strong>in</strong> cui può ricorrere, ne consegue che possiamo dire diconoscere un oggetto solo quando ne conosciamo le proprietà <strong>in</strong>terne:“Per conoscere un oggetto, non mi è necessario conoscere le sueproprietà esterne, - ma le sue proprietà <strong>in</strong>terne io devo conoscerletutte” 19 .17 L. Wittgenste<strong>in</strong>, Tractatus logico-philosophicus, <strong>in</strong> Tractatus logico-philosophicus cit., prop.2.0122.18 S. Soleri, op. cit., p. 43.19 L. Wittgenste<strong>in</strong>, Tractatus logico-philosophicus, <strong>in</strong> Tractatus logico-philosophicus cit., prop.2.01231.13
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