Linguaggio e Filosofia in Wittgenstein - Centro Studi e Ricerche Aleph
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Ogni immag<strong>in</strong>e, <strong>in</strong> altre parole, deve raffigurare oltre che gli oggetti,anche le relazioni sussistenti tra di essi, così come Soleri ha mostratocon un esempio:“Se vogliamo rappresentare su una tela un determ<strong>in</strong>ato soggetto(ad es., una tavola su cui si trovano piatti e bicchieri), dovremofare <strong>in</strong> modo che tra le immag<strong>in</strong>i dip<strong>in</strong>te sussistano le medesimerelazioni sussistenti tra gli oggetti reali (se i bicchieri sono adestra dei piatti, ciò dovrà valere anche per le figure dip<strong>in</strong>te sullatela, etc.)” 50 .Questo discorso ha <strong>in</strong>dotto alcuni studiosi ad affermare che perWittgenste<strong>in</strong> tra immag<strong>in</strong>e e fatto raffigurato vi è un relazioneisomorfica.Non la pensa così Marco Carapezza, il quale, riferendosi alleproposizioni 2.1512, 2.15121 e 4.025 del Tractatus, ha spiegato che larelazione adatta a spiegare il rapporto tra il piano del l<strong>in</strong>guaggio equello del mondo, così come la presenta Wittgenste<strong>in</strong>, è quellaomomorfica 51 .50 S. Soleri, op. cit., p. 71.51 Cfr. M. Carapezza, Segno e simbolo <strong>in</strong> Wittgenste<strong>in</strong>, Ed. Bonanno, Acireale – Roma 2005, pp.23-32.24