offrire una rappresentazione perspicua “dei fatti l<strong>in</strong>guistici” 199 , ossiadella grammatica degli usi dei term<strong>in</strong>i:“Ogni spiegazione deve essere messa al bando, e soltanto ladescrizione deve prendere il suo posto” 200 ;“Una delle fonti pr<strong>in</strong>cipali della nostra <strong>in</strong>comprensione è il fattoche non vediamo chiaramente l’uso delle nostre parole. – La nostragrammatica manca di perspicuità” 201 ;“I filosofi hanno sempre davanti agli occhi il metodo della scienza,ed hanno l’irresistibile tentazione di porre domande, e di risponderealle domande, nello stesso modo <strong>in</strong> cui lo fa la scienza. Questatendenza è la reale fonte della metafisica, e porta il filosofonell’oscurità completa. Ma il nostro compito non può mai esserequello di ridurre qualcosa a qualcosa, o di spiegare qualcosa. Lafilosofia è, <strong>in</strong> realtà, ‘puramente descrittiva’ 202 .La mancanza di perspicuità è da attribuire, come abbiamo visto,al l<strong>in</strong>guaggio stesso, <strong>in</strong> quanto <strong>in</strong> esso term<strong>in</strong>i che hanno un diversosignificato si presentano allo stesso modo, ed alla grammaticasuperficiale del l<strong>in</strong>guaggio stesso che tende ad occultare l’impiegocorretto dei term<strong>in</strong>i 203 . A tal proposito, va rilevato che Wittgenste<strong>in</strong>,come nel Tractatus, anche nelle <strong>Ricerche</strong> (e <strong>in</strong> tutte le altre opere)199 L. Wittgenste<strong>in</strong>, <strong>Filosofia</strong>, tr. it. di M. Andronico, Donzelli, Roma 1996, p.77.200 L. Wittgenste<strong>in</strong>, <strong>Ricerche</strong> filosofiche, cit., § 109.201 Ivi, § 122.202 L. Wittgenste<strong>in</strong>, Libro blu, <strong>in</strong> Libro blu e Libro marrone, cit., p. 28.203 D. Marconi, Transizione, <strong>in</strong> AA.VV., Guida a Wittgenste<strong>in</strong>, cit., p. 93.90
dist<strong>in</strong>gue una grammatica superficiale che occulta l’impiego correttodelle varie espressioni l<strong>in</strong>guistiche e che, tra l’altro, s’imprime <strong>in</strong> noicon maggiore facilità, ed una grammatica profonda, che è più difficileda r<strong>in</strong>venire, ma che svela e conduce sulla giusta strada dellacomprensione l<strong>in</strong>guistica:“Nell’uso di una parola si potrebbe dist<strong>in</strong>guere una grammaticasuperficiale da una grammatica profonda. Ciò che s’imprimeimmediatamente a noi, dell’uso di una parola, è il suo modod’impiego nella costruzione della proposizione, la parte del suo uso– si potrebbe dire – che possiamo cogliere con l’orecchio. – E oraconfronta la grammatica profonda della parola «<strong>in</strong>tendere» conquello, poniamo, che la sua grammatica superficiale ci lascerebbe<strong>in</strong>dov<strong>in</strong>are. Nessuna meraviglia se troviamo difficile orientarci” 204 .I problemi filosofici, per Wittgenste<strong>in</strong>, sono causati propriodalla grammatica superficiale del l<strong>in</strong>guaggio che è <strong>in</strong>gannevolerispetto agli usi effettivi delle espressioni l<strong>in</strong>guistiche. In pratica, ilfilosofo, a causa della “uniformità del modo di presentarsi delleparole”, f<strong>in</strong>isce con usarle <strong>in</strong> modo sbagliato, <strong>in</strong> un modo che non èquello “comune” e corretto, ma <strong>in</strong> quello scorretto della metafisica:204 L. Wittgenste<strong>in</strong>, <strong>Ricerche</strong> Filosofiche, cit., § 664.91
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