“F<strong>in</strong>ché ci sarà un verbo ‘essere’ che sembra funzionare come‘mangiare’ e ‘bere’, f<strong>in</strong>ché ci saranno aggettivi come ‘identico’,‘vero’, ‘falso’, ‘possibile’, f<strong>in</strong>ché si parlerà dello scorrere del tempoe dell’estensione dello spazio, e così via, f<strong>in</strong>o ad allora gli<strong>in</strong>capperanno sempre nelle stesse misteriose difficoltà, e sifisseranno su ciò che nessuna spiegazione sembra poterrimuovere” 211 .Il f<strong>in</strong>e dell’attività filosofica, abbiamo detto sopra, è quello digiungere ad una rappresentazione chiara dei vari usi dei term<strong>in</strong>i dell<strong>in</strong>guaggio, perché <strong>in</strong> tal modo si potrà rilevare il funzionamento dell<strong>in</strong>guaggio. Ciò è possibile “presentando esempi di uso dell<strong>in</strong>guaggio, <strong>in</strong> maniera ord<strong>in</strong>ata, <strong>in</strong> modo tale che chiunque veda dasé come funzionano certe espressioni nel l<strong>in</strong>guaggio, e come il lorouso filosofico costituisca una distorsione dell’uso ord<strong>in</strong>ario edelle” 212 .Se verrà imboccata questa strada, oltre a conoscere il realefunzionamento del l<strong>in</strong>guaggio, si otterrà l’ulteriore vantaggio di poteresmettere di fare filosofia <strong>in</strong> qualsiasi momento. Infatti, una ricercafilosofica orientata alla ricerca di essenze non potrà cessare almenof<strong>in</strong> quando non avrà ritenuto di averla trovata, mentre se la filosofiaviene <strong>in</strong>tesa come suggerisce Wittgenste<strong>in</strong>, si può smettere di211 Ivi, p. 57.212 D. Marconi, Transizione, <strong>in</strong> AA.VV., Guida a Wittgenste<strong>in</strong>, cit., p. 92.94
praticarla <strong>in</strong> qualsiasi momento, perché a tale tipo di lavoro non c’èf<strong>in</strong>e:“La vera scoperta è quella che mi rende capace di smettere difilosofare quando voglio…Invece, adesso, si <strong>in</strong>dica un metodomediante esempi, e la serie di questi esempi la si può <strong>in</strong>terrompere// può essere <strong>in</strong>terrotta //” 213 ;“Ma allora con il nostro lavoro non arriviamo mai alla f<strong>in</strong>e!Naturalmente // certo che // no, perché non ha f<strong>in</strong>e” 214 .Il lavoro f<strong>in</strong>alizzato alla rappresentazione perspicua degli usil<strong>in</strong>guistici comporterà, per Wittgenste<strong>in</strong>, anche la dissoluzione deiproblemi filosofici tradizionali, <strong>in</strong> quanto diventerà manifesto, comegià visto, che essi nascono solo da un uso distorto del l<strong>in</strong>guaggio:“I problemi vengono dissolti nel vero senso della parola – comeuna zolletta di zucchero nell’acqua” 215 .Da quanto detto s<strong>in</strong>o a qui, risulta chiaro che la filosofia, perWittgenste<strong>in</strong>, non può <strong>in</strong> alcun modo né fondare né <strong>in</strong>taccare ill<strong>in</strong>guaggio, ma può solo descriverne i diversi usi:“La filosofia non può <strong>in</strong> nessun modo <strong>in</strong>taccare l’uso effettivo dell<strong>in</strong>guaggio; può, <strong>in</strong> def<strong>in</strong>itiva, soltanto descriverlo. Non puònemmeno fondarlo. Lascia tutto com’è” 216 .213 L. Wittgenste<strong>in</strong>, <strong>Filosofia</strong>, cit., p. 75.214 Ivi, p. 77.215 Ivi, p. 49.216 L. Wittgenste<strong>in</strong>, <strong>Ricerche</strong> Filosofiche, cit., § 124.95
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