Linguaggio e Filosofia in Wittgenstein - Centro Studi e Ricerche Aleph
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In particolare, nel l<strong>in</strong>guaggio ord<strong>in</strong>ario è facile confondere il segno,ovvero il term<strong>in</strong>e considerato nella sua materialità, e il simbolo, cheWittgenste<strong>in</strong> <strong>in</strong>tende come il segno accompagnato dal suo impiegologico-s<strong>in</strong>tattico. Wittgenste<strong>in</strong> mostra che vi sono segni che possonoappartenere a diversi simboli. E’ il caso, ad esempio, della parola “è”,la quale può essere usata sia come copula sia come segnod’eguaglianza sia come segno d’identità sia come segno d’esistenza:“Il segno è ciò che nel simbolo è percepibile mediante i sensi” 157 ;“Per riconoscere il simbolo nel segno se ne deve considerare l’usomunito di senso” 158 ;“Nel l<strong>in</strong>guaggio comune avviene molto di frequente che la stessaparola designi <strong>in</strong> modo differente – dunque appartenga a simbolidifferenti -, o che due parole, che designano <strong>in</strong> modo differente,esteriormente siano applicate nella proposizione allo stesso modo.Così la parola «è» appare quale copula, quale segno d’eguaglianzae quale espressione dell’esistenza” 159 .Per ovviare a questo tipo di fra<strong>in</strong>tendimenti occorrerebbeelaborare un l<strong>in</strong>guaggio diverso, un l<strong>in</strong>guaggio <strong>in</strong> cui i segni nonsiano mai applicati per simboli differenti, ed <strong>in</strong> cui non accada cheuno stesso segno abbia simboli diversi. In tal senso, Wittgenste<strong>in</strong> hariconosciuto sia a Frege che a Russell il merito di avere elaborato un157 Ivi, 3.32.158 Ivi, 3.326.159 Ivi, 3.323.63