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Linguaggio e Filosofia in Wittgenstein - Centro Studi e Ricerche Aleph

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v’è, esso dev’essere fuori d’ogni avvenire ed essere-così. Infatti,ogni avvenire ed essere-così è accidentale. Ciò che li rende nonaccidental<strong>in</strong>on può essere nel mondo, ché altrimenti sarebbe, a suavolta, accidentale. Dev’essere fuori dal mondo” 137 ;“Né, qu<strong>in</strong>di, vi possono essere proposizioni dell’etica. Leproposizioni non possono esprimere nulla di ciò che è più alto” 138 ;“E’ chiaro che l’etica non può formularsi. L’etica ètrascendentale” 139 .Ma se è vero che l’etica non è formulabile, è altrettanto veroche capita di esprimere giudizi di valore su uno o un altro fatto o, più<strong>in</strong> generale, di porre <strong>in</strong>terrogativi circa una possibile presenza delbene o del male nel mondo. Com’è possibile ciò?A tal proposito, Wittgenste<strong>in</strong> spiega che tutto ciò entra nelmondo con il soggetto. Il soggetto, <strong>in</strong>fatti, è il portatore della volontànel mondo e, di conseguenza, anche del valore e dell’etica.Il soggetto, però, non è un fatto, ma un limite del mondo, il checomporta che di bene e di male si può parlare, ma solo a proposito delsoggetto e non del mondo che, <strong>in</strong>vece, considerato <strong>in</strong> se stesso non èné buono né cattivo:“Il mondo è allora, <strong>in</strong> sé, né buono né cattivo” 140 ;137 Ivi, prop. 6.41.138 Ivi, prop. 6.42.139 Ivi, prop. 6.421.140 L. Wittgenste<strong>in</strong>, Quaderni 1914-1916, <strong>in</strong> Tractatus logico-philosophicus cit., p. 224.55

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