Linguaggio e Filosofia in Wittgenstein - Centro Studi e Ricerche Aleph
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“Bene e male non <strong>in</strong>terviene che attraverso il soggetto. Ed ilsoggetto non appartiene al mondo, ma è un limite delmondo” 141 ;“…ad essere buono o cattivo è il soggetto che vuole” 142 .Le conclusioni per l’etica sono sempre le stesse. La volontà,<strong>in</strong>vero, non può <strong>in</strong> alcun modo alterare i fatti perché non c’è nessunaconnessione necessaria che lega volontà e mondo, ma solo i limiti delmondo, il quale è <strong>in</strong>dipendente dalla volontà. Per cui, anche seaccadesse tutto ciò che vorremmo si realizzasse, ciò si verificherebbe,dice Wittgenste<strong>in</strong>, per sola ed esclusiva casualità:“Il mondo è <strong>in</strong>dipendente dalla mia volontà. Anche se tutto ciò chenoi desideriamo avvenisse, tuttavia, ciò sarebbe solo, per così dire,una grazia del fato, poiché non v’è, tra volontà e mondo, unaconnessione logica che garantisca ciò, e la supposta connessionefisica non potremmo certo volerla a sua volta. Se il volere buono ocattivo ha effetto sul mondo, lo ha solo sui limiti del mondo, nonsui fatti, su ciò che non può essere raffigurato dal l<strong>in</strong>guaggio masolo mostrato nel l<strong>in</strong>guaggio” 143 .Questo discorso comporta che tutte le questioni etiche sonodest<strong>in</strong>ate a rimanere <strong>in</strong>solute, <strong>in</strong>sensate. Ad esempio, non si puòparlare sensatamente né di Dio né dell’esistenza di valori assoluti e141 Ivi, p. 224.142 Ivi, p. 224.143 Ivi, p. 217.56