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PSR 2003-2005 - Dronet

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Supplemento ordinario al «Bollettino Ufficiale» - serie generale - n. 36 del 27 agosto <strong>2003</strong> 143Per quanto riguarda l’integrazione socio sanitaria si passa da due sistemi paralleli(sanità/sociale), con forme di coordinamento affidate ad interventi normativi regionali(DGR 1907/1986, DGR 3100/1993, DGR 7813/1995) ed allo strumento delladelega, a due macro settori, la sanità ed i servizi sociali come nuova articolazionedel welfare, caratterizzati da autonomia sotto il profilo organizzativo, funzionale,professionale e finanziario.In questo scenario l’integrazione si sposta dal livello del rapporto interistituzionale,fra azienda USL e Comune a livello della programmazione territoriale (programmadelle attività territoriali del distretto e Piano di zona) quale sede per definire, inmodo condiviso e concertato, appropriati percorsi di benessere attraverso strategiedi integrazione da costruirsi attorno alla persona che diventa il soggetto dell’integrazionesocio-sanitaria, nell’ambito di procedure di valutazione e di progettazionepersonalizzata, come previsto dall’art. 2 del DPR 14 febbraio 2001.In questo quadro gli indirizzi della programmazione regionale, nel riconfermare ilvalore strategico dell’integrazione socio sanitaria, affidano a questo approccio larisposta di qualità in quelle aree che riguardano la disabilità, la tutela maternoinfantile, la salute degli anziani, la salute mentale e la dipendenza, dove sono coinvoltisia aspetti sanitari che sociali, perché fin dall’inizio tali aspetti risultano inseparabilisia perché in alcune fasi dell’azione sanitaria si inseriscono problemi di naturasociale dalla cui soluzione dipende l’efficacia dell’intervento sanitario stesso. Per unconsolidato storico presente nella azione amministrativa della Regione, nonché perla nuova norma nazionale che istituzionalizza una corresponsabilizzazione fra i duesistemi sottraendo questa materia a forme di discrezionalità, diviene possibile, nelnostro contesto, evitare rischi di frammentazione degli interventi, proprio nelle areesopra richiamate.Il quadro normativo nazionale 20 riafferma il principio dell’integrazione sociosanitariain sintonia con quanto espresso nella normativa regionale umbra (DGR 7813/95;artt. 39 e 40 della L.R. 3/97; art. 27 della L.R. 3/98; Punti 4.1.13 del Piano sanitarioregionale 1999/2001; Punto 7 del Piano Sociale Regionale 2000/2002).20In particolare il D.Lgvo 502/92 (con le modifiche apportate dal D.Lgvo 229/99) definiscele aree di integrazione sociosanitaria, demandando all’apposito atto di indirizzo e coordinamento,la classificazione delle prestazioni sociosanitarie e la formulazione dei criteri per laripartizione degli oneri tra risorse sanitarie e risorse sociali. Inoltre all’art. 3-quater, individuanel programma delle attività territoriali di ogni distretto, lo strumento per indirizzare iservizi e definire le risorse destinate all’integrazione socio sanitaria.Analogamente a quanto previsto in materia di sanità dalla legge n. 328 del 2000 all’art. 8comma 3 lettera a) «Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi eservizi sociali» ribadisce che le regioni, nel determinare gli ambiti territoriali, prevedonoincentivi a favore dell’esercizio associato delle funzioni sociali in ambiti di norma coincidenticon i distretti sanitari (art. 8 comma 3 lettera a). Agli artt. 14, 15 e 16, per quantoriguarda i disabili, gli anziani non autosufficienti e il sostegno per le responsabilità familiari,viene affermata l’esigenza di definire, dal punto di vista operativo, progetti integrati trasanità e assistenza sociale. Infine il Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali2001-<strong>2003</strong> stabilisce che nel piano di zona dei Comuni vanno individuate le soluzioni piùidonee per unificare non solo l’accesso ai servizi sociali ma, più in generale, l’accesso alsistema dei servizi sociosanitari presenti nell’ambito del distretto tramite accordi operativicon l’azienda sanitaria., ai sensi dell’art. 3 quater del D.Lgvo 502/’92.Per qualificare le scelte finalizzate all’integrazione socio sanitaria il Piano Nazionale Socialeafferma la necessità di garantire unitarietà al processo programmatorio rendendo traloro compatibili le scelte previste dal Programma delle attività territoriali del distretto e ilPiano di zona dei comuni come indicato dall’art. 19 della legge 328/2000.Con l’entrata in vigore del DPCM 14 febbraio 2001 «Atto di indirizzo e coordinamento sull’integrazionesocio sanitaria» sono state individuate le stesse aree già indicate negli atti normativie di programmazione regionale sanitaria e sociale. Il decreto introduce alcuni elementidi innovazione nel definire le prestazioni sociosanitarie, tra cui i criteri dell’appropriatezza,della modulazione di intensità e della complessità dei fattori produttivi, anche se nonmodifica, dal punto di vista organizzativo, quanto già viene previsto e in parte realizzato nelleaziende sanitarie della regione: in particolare: la valutazione multidimensionale del bisogno,la predisposizione dei piani individualizzati di assistenza, l’approccio progettuale.

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