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PSR 2003-2005 - Dronet

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18Supplemento ordinario al «Bollettino Ufficiale» - serie generale - n. 36 del 27 agosto <strong>2003</strong>Il trend complessivo del numero assoluto di infortuni mostra un incremento progressivonegli ultimi 4 anni; in realtà tale incremento va collegato all’espansionedelle attività produttive che all’interno della gestione industria è stato registrato nelcomparto costruzioni: secondo i dati sulle ore lavorate forniti dalle Casse Edili dellaProvincia di Perugia e Terni, nella prima, per gli anni 2000/2002; queste risultanopari a 16.117.572 (con un incremento del 108,3 per cento rispetto al 1996-97),mentre a Terni l’incremento è stato più contenuto e comunque pari al 4,9 per cento.Quanto alla diminuzione nella gestione agricoltura, non è facile stabilire in qualemisura esso sia da attribuire ad un’oggettiva riduzione del fenomeno infortunistico ein quale misura esso sia, invece, conseguenza di una diversa gestione degli aspettiassicurativi (limiti di età degli assicurati, riduzione degli addetti, diversi criteri diassicurabilità ecc.). Questo settore merita uno studio a parte, anche in relazione allanecessità di acquisire una variabile importante nello studio delle dinamiche che è la«lavorazione agricola» nella quale si è verificato l’evento; a quanto detto occorreaggiungere che almeno parte dell’aumento delle denunce di infortunio è da metterein relazione con l’ampliamento della platea degli assicurati conseguente al D.lg.n. 38 del 2000.In relazione all’assetto produttivo della regione, nonché alle dimensioni delle AziendeUSL, nella Azienda USL2 si concentra oltre il quaranta per cento degli infortunidell’industria e quasi un terzo di quelli dell’agricoltura.L’analisi per comparto, nell’ambito della gestione industria, mostra un peso determinantedelle costruzioni, collegato con l’incremento di attività nella ricostruzionepost sisma; segue «commercio ingrosso e dettaglio e riparazione auto e moto e beniper la casa», ancora «produzione metallo e fabbricazione prodotti in metallo», quindiil comparto «trasporti e magazzinaggio e comunicazioni».Lo studio della variabile sesso mostra una marcata prevalenza del sesso maschile;il divario si riduce nei comparti «istruzione e pubblica amministrazione» mentrel’inversione del rapporto si osserva solo nella «sanità e servizi sociali» e «tessile edabbigliamento».La durata media degli infortuni è di quindici giorni: i valori più alti si registrano, nel2001, nel comparto «fabbricazione coke, raffinerie di petroli, combustibili nucleari»,seguito dal «legno», «cartarie», ma il totale dei giorni persi (infortuni per duratamedia) vede il comparto delle costruzioni al primo posto sia nel 2000 che nel 2001.L’analisi dei dati nelle singole Aziende USL mostra poche significative differenzerispetto all’andamento generale; l’Azienda USL1 si caratterizza per un peso rilevantedegli infortuni agricoli che supera di gran lunga la media regionale e che, considerandoil numero complessivo di giornate perse costituiscono il 23 per cento del totalee quasi il doppio delle costruzioni.D) RISCHI DA INCIDENTI DA TRAFFICO.Nei paesi sviluppati ognuno di noi ha circa una probabilità su cento di morire perincidente stradale ed uno su tre di noi sarà ferito in un incidente stradale.I dati sulla pericolosità della rete stradale italiana riportano nell’anno 2000 situazionidi particolare rischio per 2 strade umbre: la SS 75 centrale umbra ed il raccordoPerugia-Bettolle. La SS 75 è passata dal 24° al 10° posto dal 1997 al 2000 (2,4incidenti per km, contro un valore medio nazionale di 0,42 incidenti/km), mentre inquesti stessi anni, tra i raccordi stradali italiani, la Perugia-Bettole è tra i primi 5raccordi nazionali a maggior rischio d’incidente (0,83 incidenti per Km).Secondo il vigente sistema informativo sugli incidenti stradali - ISTAT-ACI 2 - gliscorretti comportamenti di guida del conducente rappresentano il principale fattoredi rischio sia per numero di incidenti che per la gravità dei loro esiti: così nell’anno2Questo sistema informativo è fortemente improntato da una concezione assicurativa nelladefinizione delle cause, imputando così un ruolo predominate ai comportamenti individualiche rappresentano la causa ultima dell’evento. Autorevoli autori sostengono che «miglioramentiin questo settore non verranno tanto dall’educazione dei pedoni alla sicurezza stradale,ma da un cambiamento complessivo, in quanto è necessario ripensare le strade e le autoe passare dall’uso della macchina agli spostamenti a piedi, in bicicletta e con i mezzi pubblici.Questo è un grande, ma largamente ignorato, compito della sanità pubblica». Se gli inci-

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