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PSR 2003-2005 - Dronet

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Supplemento ordinario al «Bollettino Ufficiale» - serie generale - n. 36 del 27 agosto <strong>2003</strong> 21meccanismi di prevenzione della povertà (p. es. scuola o lavoro) ora non sembranopiù sufficienti; infine si assiste ad una «femminilizzazione» della povertà, per l’incrementodelle donne bisognose di aiuto.Fra le molte richieste di aiuto, sono quasi assenti (4 per cento) quelle attinenti adinterventi sanitari; ciò costituisce un indizio significativo sulla capacità dei servizi diraggiungere anche le fasce marginali (forse con qualche eccezione: alcuni immigratiirregolari, i «senza fissa dimora», ecc). Fra tutti i bisogni impliciti - non espressi, main ogni modo rilevati - il 9,5 per cento è costituito dal disagio psichico e il 4,4 percento dalle dipendenze.Come premesso, il mutamento in Umbria non si caratterizza solo per la differenziazione,ma anche per la velocità delle trasformazioni. Un ritmo particolarmenteelevato - nella struttura economica, così come nei modelli culturali e negli «stili divita» - può causare nei soggetti più deboli la perdita di riferimenti e di identità. Laloro carenza può essere considerata una forma di povertà immateriale che dà luogoanche agli esiti più gravi.Secondo una consolidata letteratura sociologica, il tasso di suicidio costituisce unvalido indicatore di questo stato di «anomia». I dati relativi all’Umbria (assunti conle cautele metodologiche relative alla distorsione possibile quando si analizza ilfenomeno a partire dalle statistiche disponibili) ci pongono fra i primi posti, comunquesempre sopra la media nazionale, del Centro-Nord e del Sud. Ad esempio, nel2000 il tasso di suicidio in Italia era il 6,9, mentre in Umbria il 9,7. A togliersi la vitasono soprattutto gli anziani. Usualmente ciò è imputato ad uno stato di abbandono edi solitudine che è senz’altro presente, ma che non è tanto diffuso, grazie alla presenzadelle reti di sostegno informale richiamate nelle pagine precedenti. In tal sensol’ipotesi della «anomia» sembra più convincente.Un altro esempio di povertà immateriale concerne i giovani: «la povertà immaterialeriguarda anche le opportunità di conoscenza e di relazione che il giovane può mutuareattraverso la mediazione delle principali agenzie di socializzazione, come la famiglia ela scuola» (Osservatorio sulle povertà 2001). Secondo alcune prime rilevazioni dell’Osservatorio,anche fra i giovani umbri è abbastanza diffusa questa povertà che sidelinea come mancanza di progettualità e di riferimenti valoriali, incapacità di orientamento,mancanza o rifiuto di regole relazionali, basso grado di autostima, deprivazionecognitiva e scarsa propensione all’investimento in cultura e formazioneL’insieme di tutti questi fattori qui sommariamente richiamati - materiali e immateriali,tradizionali e nuovi, latenti e conclamati - si cumulano e si combinano in manieradiversa, dando origine a differenti profili di esclusione e a variegate carriere di povertà.F) MORBOSITÀ E DISABILITÀ.Un primo elemento da richiamare è il prevalere di uno scenario epidemiologico incui le malattie croniche degenerative sono e saranno il principale determinate deidanni alla salute per le nostre popolazioni. Già oggi l’analisi del carico globale dimalattie indica come i più rilevanti problemi di morbosità derivino da: cardiopatiacoronaria, ipertensione, patologie cerebrovascolari, tumori, diabete, artrite, osteoporosi,insufficienza polmonare, demenza, schizofrenia, depressione.Per molte di queste patologie si assiste già oggi ad una posticipazione dell’età diinsorgenza e ad una riduzione sia della disabilità residua che della sopravvivenza unavolta che si siano determinate: strategie specifiche sono quindi adottabili e adottatee, pur tuttavia, migliorabili.F.1) Patologie tumorali.Frutto di un meticoloso e costante lavoro di raccolta ed analisi da parte del RegistroTumori Umbro di Popolazione, la situazione relativa alla morbosità da patologiatumorale è descritta nelle tabelle 2, 3 e 4 dove sono riportati i dati di incidenza,mortalità 3 e sopravvivenza relativa nei due sessi confrontati per i periodi 1978-82 e1994-96.3I dati di mortalità per i tumori vengono qui riportati al fine di favorire una visionegenerale complessiva dell’andamento e del controllo della patologia tumorale.

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