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PSR 2003-2005 - Dronet

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166Supplemento ordinario al «Bollettino Ufficiale» - serie generale - n. 36 del 27 agosto <strong>2003</strong>• contribuisce al definitivo superamento delle residue difficoltà di sviluppo dell’assistenzadomiciliare e dei percorsi di dimissioni protette e di ospedalizzazionedomiciliare, consentendo la strutturazione di un’offerta assistenziale in gradodi coprire la totalità dei bisogni dei cittadini al momento dell’uscita dallestrutture ospedaliere, oggi sempre più precoce e sempre più problematica perquanto attiene alle conseguenze assistenziali nel territorio.La costituzione delle équipe territoriali e la messa a regime del sistema dell’emergenzaterritoriale (118) impongono la riorganizzazione del servizio di CA promovendone lareale integrazione, nell’ambito dell’attività distrettuale, con gli operatori dell’AssistenzaPrimaria e le altre figure professionali facenti capo alle singole équipe territoriali.Tale processo di riorganizzazione dovrà tenere conto:• delle larghe aree di sovrapposizione con l’attività del servizio di emergenzaterritoriale;• della necessità di rapportare agli effettivi bisogni del territorio le dimensioni delservizio di continuità assistenziale;• delle mutate caratteristiche professionali degli operatori;• della necessità di assicurare alla popolazione di riferimento del distretto l’assistenzasanitaria nel territorio per 24 ore al giorno e per tutti i giorni dell’anno;• della necessità di potenziare ulteriormente i servizi di assistenza domiciliarerazionalizzando gli interventi;• della necessità di elevare ulteriormente i livelli di assistenza territoriale al fine difare del distretto un punto di riferimento sanitario principale del cittadino elimitare così il ricorso improprio a strutture di livello superiore.Tutto ciò comporta una radicale trasformazione della figura dell’operatore dellacontinuità assistenziale sia sul piano contrattuale (stabilità del rapporto di lavoro,accesso ai meccanismi incentivanti, formazione professionale, etc.) sia riguardo allapossibilità di svolgere, nell’ambito distrettuale, altre funzioni oltre quelle tradizionali(assistenza domiciliare integrata, partecipazione all’attività di «ambulatori per problemi»eventualmente organizzati nell’ambito delle équipes, campagne di prevenzionee di educazione sanitaria, attività di ricerca clinica ed epidemiologica, ecc). L’abbandonodello stato di precarietà e l’assunzione di un nuovo status professionale daparte degli operatori si può tradurre pertanto, non solo nel miglioramento dellecondizioni di lavoro del singolo, ma e soprattutto nella trasformazione dell’attualecontinuità assistenziale in un servizio gradito all’utenza ed altamente efficace.Le équipe territoriali, nella loro ampia accezione, devono, infine, costituire anchelo strumento fondamentale di controllo dell’appropriatezza delle prestazioni, ed inparticolare di quelle prescrittive, dei ricoveri ospedalieri e del ricorso a struttureresidenziali per anziani, attraverso la «strutturazione», a livello distrettuale, di «percorsiassistenziali» relativi alle patologie prevalenti e causa dei maggiori consumi insanità. Tali percorsi, a partire dalla condivisione locale di linee guida basate sull’EBMed attraverso un’attenta valutazione del loro impatto sull’organizzazione deiservizi dell’offerta territoriale ed ospedaliera, rappresentano lo strumento principeper il governo clinico e per lo sviluppo di politiche di programmazione socio-sanitariaterritoriali adeguate ai reali bisogni dei cittadini.C) IL POTENZIAMENTO DELL’ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA.L’Assistenza domiciliare integrata è un insieme coordinato di prestazioni a termine,di carattere sanitario e socio-assistenziale, rese a domicilio secondo piani individualiprogrammati di assistenza.Riguarda soggetti con bisogni complessi di tipo socio-sanitario, disabili o a rischiodi perdita di autonomia mirando al mantenimento nel contesto socio-familiare, evitandoricoveri impropri ed istituzionalizzazioni non strettamente necessarie.Per lo più è rivolta (85 per cento) a pz in età geriatrica con polipatologia, deficitfunzionali e spiccata propensione alla scompenso omeostatico. Considerata la strutturademografica regionale e la necessità di dotare il territorio di servizi alternativial ricovero e di supporto alle dimissioni protette, il Piano assume una miglioreorganizzazione dell’ADI come terreno di particolare impegno.Le criticità che influenzano negativamente il raggiungimento di questo obiettivosono descritte nella «Relazione su assetti e processi organizzativi attivati dal <strong>PSR</strong>1999-2001», insieme alle risorse investite nel settore.

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