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Pagine di storia brindisina

Non è questo un testo di storia, ma è solo una raccolta di alcunii episodi della storia di Brindisi, non tra di essi necessariamente collegati e qui rieditadi e riordinati in sequenza cronologica. Si tratta, infatti, di vari articoli già in precedenza da me pubblicati online, alcuni sulla pagina Brindisiweb.it e altri sul blog “Via da Brindisi” del quotidiano online Senza Colonne News, altri ancora su "il7 Magazine". Il distintivo, scelto per la copertina di questa raccolta, vuole essere un omaggio alla figura e alla memoria di un grande brindisino doc, Don Pasquale Camassa, generoso amante, nonché prolifico divulgatore, della storia della sua città.

Non è questo un testo di storia, ma è solo una raccolta di alcunii episodi della storia di Brindisi, non tra di essi necessariamente collegati e qui rieditadi e riordinati in sequenza cronologica. Si tratta, infatti, di vari articoli già in precedenza da me pubblicati online, alcuni sulla pagina Brindisiweb.it e altri sul blog “Via da Brindisi” del quotidiano online Senza Colonne News, altri ancora su "il7 Magazine".
Il distintivo, scelto per la copertina di questa raccolta, vuole essere un omaggio alla figura e alla memoria di un grande brindisino doc, Don Pasquale Camassa, generoso amante, nonché prolifico divulgatore, della storia della sua città.

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L’ironia della sorte vuole che quella che probabilmente può essere considerata la più<br />

antica mappa ¨moderna¨ della città <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si, tralasciando appunto quella del<br />

Palla<strong>di</strong>o e i cinquecenteschi <strong>di</strong>segni sapientemente elaborati dal condottiero<br />

navigatore ottomano, sia venuta alla luce con un errore nientemeno che nel titolo:<br />

TARENTO.<br />

Mappa del 1663 <strong>di</strong> Joan Blaeu (515 x 412 mm)<br />

La mappa, orientata con il Nord verso l’alto, fu elaborata dal cartografo olandese Joan<br />

Blaeu, <strong>di</strong>venuto in seguito anche cartografo ufficiale della Compagnia Olandese delle<br />

In<strong>di</strong>e Orientali. In alto a sinistra è rappresentato lo stemma della città <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si e a<br />

destra lo stemma della famiglia Orsini. Nel cartiglio in basso ben 57 richiami,<br />

purtroppo non leggibili a occhio nudo.<br />

Sono però chiaramente identificabili tutta una serie <strong>di</strong> importanti elementi: il castello<br />

<strong>di</strong> mare e le isole Pedagne sul porto esterno, con la catena sul canale d’entrata al porto<br />

interno. La chiesa <strong>di</strong> Santa Maria del Casale con la strada che la congiunge alla<br />

principale porta d’entrata alla cittá dalla strada da Mesagne. Poi l’altra porta <strong>di</strong><br />

accesso dalla strada da Lecce attraverso un ponte che sorpassa il seno <strong>di</strong> levante.<br />

Quin<strong>di</strong> le mura <strong>di</strong> cinta complete dei vari torrioni <strong>di</strong>stribuiti partendo dal castello <strong>di</strong><br />

terra. Dentro le mura primeggiano le due colonne romane, <strong>di</strong> cui una già crollata, e la<br />

rete stradale è dominata dalla strada che attraversando tutta l’urbe collega Porta<br />

Mesagne con Porta Reale sulla riva del seno <strong>di</strong> levante: la Rua Magistris.<br />

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