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Pagine di storia brindisina

Non è questo un testo di storia, ma è solo una raccolta di alcunii episodi della storia di Brindisi, non tra di essi necessariamente collegati e qui rieditadi e riordinati in sequenza cronologica. Si tratta, infatti, di vari articoli già in precedenza da me pubblicati online, alcuni sulla pagina Brindisiweb.it e altri sul blog “Via da Brindisi” del quotidiano online Senza Colonne News, altri ancora su "il7 Magazine". Il distintivo, scelto per la copertina di questa raccolta, vuole essere un omaggio alla figura e alla memoria di un grande brindisino doc, Don Pasquale Camassa, generoso amante, nonché prolifico divulgatore, della storia della sua città.

Non è questo un testo di storia, ma è solo una raccolta di alcunii episodi della storia di Brindisi, non tra di essi necessariamente collegati e qui rieditadi e riordinati in sequenza cronologica. Si tratta, infatti, di vari articoli già in precedenza da me pubblicati online, alcuni sulla pagina Brindisiweb.it e altri sul blog “Via da Brindisi” del quotidiano online Senza Colonne News, altri ancora su "il7 Magazine".
Il distintivo, scelto per la copertina di questa raccolta, vuole essere un omaggio alla figura e alla memoria di un grande brindisino doc, Don Pasquale Camassa, generoso amante, nonché prolifico divulgatore, della storia della sua città.

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2015: 100 anni dalla trage<strong>di</strong>a della Benedetto Brin<br />

Pubblicato su Senza Colonne News dell’11 luglio 2015<br />

In questo 2015 ricorrerà il centenario della trage<strong>di</strong>a brin<strong>di</strong>sina della nave corazzata<br />

Benedetto Brin: sarà il 27 settembre alle ore 8 e 10 minuti del mattino quando si<br />

compiranno cento anni esatti dall'esplosione della santabarbara della nave che si<br />

trovava alla fonda nel porto me<strong>di</strong>o in prossimità della spiaggia Fontanelle, a<strong>di</strong>acente a<br />

Marimisti, <strong>di</strong> fronte alla costa Guacina. La nave s'incen<strong>di</strong>ò e s'inabissò portando con sé<br />

in fondo al mare 456 marinai, in sostanza la metà dell’intero equipaggio <strong>di</strong> 943 uomini<br />

che in quel lunedì mattina erano imbarcati, e tra i tantissimi caduti il comandante<br />

della nave, il capitano Gino Fara Forni e anche il comandante della 3ª Divisione Navale<br />

della 2ª Squadra, il contrammiraglio Ernesto Rubin de Cervin.<br />

Un boato tremendo squarciò l'aria e il rombo <strong>di</strong> un'esplosione si ripercosse lontano<br />

sul mare e sulla città, le navi ancorate ebbero un sussulto e le case tremarono. La nave<br />

non si vedeva più e al suo posto una colonna alta oltre cento metri <strong>di</strong> fumo giallo,<br />

rossastro, misto a gas e vapori s'innalzava al cielo. La catastrofe apparve in tutta la sua<br />

orrenda gran<strong>di</strong>osità alcuni momenti dopo, quando la colonna <strong>di</strong> fumo lentamente si<br />

<strong>di</strong>radò.<br />

L'affondamento della Benedetto Brin nel Porto <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si il 27 settembre 1915<br />

Ecco qui una parte <strong>di</strong> quello che raccontò l'ufficiale Fausto Leva, testimone della<br />

trage<strong>di</strong>a: «Nel fumo denso si <strong>di</strong>stinse per un momento la massa d'acciaio della torre<br />

poppiera dei cannoni da 305 mm, che lanciata in aria dalla forza dell'esplosione fino a<br />

metà della colonna, ricadde poi violentemente in mare, sul fianco sinistro della nave.<br />

Pochi momenti dopo, <strong>di</strong>ssipato il nembo del fumo, lo scafo della Benedetto Brin fu<br />

veduto appoggiare senza sbandamento sul fondo <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci metri e scendere ancora<br />

lentamente, formandosi un letto nel fango molle. Mentre la prora poco danneggiata si<br />

nascondeva sotto l'acqua che arrivava a lambire i cannoni da 152 della batteria, la<br />

parte poppiera completamente sommersa appariva sconvolta e ridotta a un ammasso<br />

<strong>di</strong> rottami. Caduto il fumaiolo e l'albero <strong>di</strong> poppa, si ergeva ancora dritto e verticale<br />

l'albero <strong>di</strong> trinchetto» [estratto da “La base navale <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si durante la grande<br />

guerra” <strong>di</strong> Teodoro G. Andriani, 1993].<br />

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