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Pagine di storia brindisina

Non è questo un testo di storia, ma è solo una raccolta di alcunii episodi della storia di Brindisi, non tra di essi necessariamente collegati e qui rieditadi e riordinati in sequenza cronologica. Si tratta, infatti, di vari articoli già in precedenza da me pubblicati online, alcuni sulla pagina Brindisiweb.it e altri sul blog “Via da Brindisi” del quotidiano online Senza Colonne News, altri ancora su "il7 Magazine". Il distintivo, scelto per la copertina di questa raccolta, vuole essere un omaggio alla figura e alla memoria di un grande brindisino doc, Don Pasquale Camassa, generoso amante, nonché prolifico divulgatore, della storia della sua città.

Non è questo un testo di storia, ma è solo una raccolta di alcunii episodi della storia di Brindisi, non tra di essi necessariamente collegati e qui rieditadi e riordinati in sequenza cronologica. Si tratta, infatti, di vari articoli già in precedenza da me pubblicati online, alcuni sulla pagina Brindisiweb.it e altri sul blog “Via da Brindisi” del quotidiano online Senza Colonne News, altri ancora su "il7 Magazine".
Il distintivo, scelto per la copertina di questa raccolta, vuole essere un omaggio alla figura e alla memoria di un grande brindisino doc, Don Pasquale Camassa, generoso amante, nonché prolifico divulgatore, della storia della sua città.

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Duecento anni fa: quando Mesagne era più importante <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si<br />

Pubblicato.su.il7.Magazine.del.21 luglio.2017<br />

Quando agli albori del secolo XIX, il 13 febbraio 1806, anche il regno <strong>di</strong> Napoli <strong>di</strong>venne<br />

napoleonico e il re borbonico Fer<strong>di</strong>nando IV si rifugiò a Palermo sotto la protezione<br />

della marina inglese, il nuovo re Giuseppe Bonaparte soppresse la feudalità e si de<strong>di</strong>cò<br />

a riformare l’amministrazione dello stato, ammodernandola sul modello francese. Con<br />

la legge numero 132 dell’agosto 1806, si mo<strong>di</strong>ficò la ripartizione territoriale del regno,<br />

sopprimendo definitivamente ciò che ancora restava del sistema dei giustizierati,<br />

originalmente introdotti dallo svevo Federico II, e creando formalmente il tuttora<br />

vigente istituto della provincia.<br />

La provincia era sud<strong>di</strong>visa in successivi livelli amministrativi gerarchicamente<br />

<strong>di</strong>pendenti dal precedente e al livello imme<strong>di</strong>atamente successivo alla provincia<br />

seguivano i <strong>di</strong>stretti che, a loro volta, erano sud<strong>di</strong>visi in circondari e questi ultimi<br />

comprendevano uno o più comuni, che costituivano l’unità <strong>di</strong> base della nuova<br />

struttura politico-amministrativa dello stato, ai quali potevano far capo gli eventuali<br />

villaggi, che erano centri minori a carattere prevalentemente rurale.<br />

A capo della provincia c’era un intendente e nei capoluoghi del <strong>di</strong>stretto c’era un<br />

sottintendente; quin<strong>di</strong>, nei comuni governava il sindaco. I sindaci venivano nominati<br />

dal ministro dell’interno, o dall’intendente in quelli meno popolosi, ed erano affiancati<br />

da due eletti e da un consiglio decurionale composto da un numero <strong>di</strong> membri<br />

variabile da minimo 10 a massimo 30 in funzione della popolazione del comune, i<br />

quali erano eletti - successivamente tratti a sorte e poi, finalmente, scelti dal ministro<br />

o dall’intendente - all’interno <strong>di</strong> liste <strong>di</strong> ‘eleggibili’ confezionate sulla base della ren<strong>di</strong>ta<br />

annua e delle professioni liberali.<br />

Il territorio continentale del regno risultò così sud<strong>di</strong>viso in 13 province e tra queste<br />

quella <strong>di</strong> Terra d’Otranto, che comprese un totale <strong>di</strong> 44 circondari, <strong>di</strong>stribuiti tra i<br />

seguenti <strong>di</strong>stretti: Lecce, che fungeva anche da capoluogo della provincia, Taranto e<br />

Mesagne, al quale apparteneva il circondario <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si, oltre a quelli <strong>di</strong> Francavilla,<br />

Oria, San Vito, Campi, Salice, Ostuni, Martina e Ceglie: una ripartizione amministrativa<br />

che perdurò durante sette anni, durante i quali Mesagne fu capoluogo <strong>di</strong> <strong>di</strong>stretto e<br />

quin<strong>di</strong> sede <strong>di</strong> sottintendenza con giuris<strong>di</strong>zione amministrativa su tutto il <strong>di</strong>stretto e,<br />

pertanto, anche su Brin<strong>di</strong>si.<br />

Il primo intendente <strong>di</strong> Terra d’Otranto fu il conte Francesco Anguissola e il primo<br />

sottintendente del <strong>di</strong>stretto <strong>di</strong> Mesagne fu il brin<strong>di</strong>sino Mariano Monticelli. Mentre a<br />

Brin<strong>di</strong>si era sindaco Teodoro Vavotici, coa<strong>di</strong>uvato da 2 eletti e da un decurionato <strong>di</strong> 10<br />

membri.<br />

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