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Pagine di storia brindisina

Non è questo un testo di storia, ma è solo una raccolta di alcunii episodi della storia di Brindisi, non tra di essi necessariamente collegati e qui rieditadi e riordinati in sequenza cronologica. Si tratta, infatti, di vari articoli già in precedenza da me pubblicati online, alcuni sulla pagina Brindisiweb.it e altri sul blog “Via da Brindisi” del quotidiano online Senza Colonne News, altri ancora su "il7 Magazine". Il distintivo, scelto per la copertina di questa raccolta, vuole essere un omaggio alla figura e alla memoria di un grande brindisino doc, Don Pasquale Camassa, generoso amante, nonché prolifico divulgatore, della storia della sua città.

Non è questo un testo di storia, ma è solo una raccolta di alcunii episodi della storia di Brindisi, non tra di essi necessariamente collegati e qui rieditadi e riordinati in sequenza cronologica. Si tratta, infatti, di vari articoli già in precedenza da me pubblicati online, alcuni sulla pagina Brindisiweb.it e altri sul blog “Via da Brindisi” del quotidiano online Senza Colonne News, altri ancora su "il7 Magazine".
Il distintivo, scelto per la copertina di questa raccolta, vuole essere un omaggio alla figura e alla memoria di un grande brindisino doc, Don Pasquale Camassa, generoso amante, nonché prolifico divulgatore, della storia della sua città.

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Sulla banchina del porto si raccolse una folla enorme che assistette in angoscioso<br />

silenzio a quel crudele spettacolo del recupero dei corpi <strong>di</strong>laniati e dei superstiti feriti<br />

che furono ricoverati nell'ospedale della Croce Rossa e nell'Albergo Internazionale,<br />

subito a<strong>di</strong>bito a infermeria d'emergenza e che, per l'occasione, funse da efficiente<br />

ospedale militare.<br />

Numerose testimonianze <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni che quel tragico lunedì si riversarono riverenti<br />

sulle vie del porto, descrissero le operazioni <strong>di</strong> salvataggio, che proseguirono durante<br />

l'intero giorno e per tutta la notte, con lo spettacolo sconvolgente dei corpi martoriati<br />

e delle orribili ferite dei superstiti.<br />

A Brin<strong>di</strong>si affluirono molti dei parenti dei militari protagonisti della trage<strong>di</strong>a, con la<br />

<strong>di</strong>sperazione per la per<strong>di</strong>ta improvvisa dei loro congiunti che fu immensamente<br />

accresciuta per quelle tante famiglie che si resero conto che mai avrebbero potuto<br />

piangere e pregare sulla tomba dei loro cari: le vittime infatti, in maggior parte<br />

risultarono ufficialmente scomparse perché i loro corpi <strong>di</strong>laniati furono impossibili da<br />

riconoscere.<br />

Il popolo brin<strong>di</strong>sino si strinse attorno alla Marina Militare in una gara generosa <strong>di</strong><br />

solidarietà e <strong>di</strong> abnegazione, accogliendo con slancio e comprensione la folla dei<br />

familiari accorsi da ogni parte d'Italia per dare sepoltura alle martoriate salme dei<br />

caduti.<br />

I funerali delle prime salme recuperate ebbero luogo il giorno successivo allo scoppio,<br />

tra due fitte ali <strong>di</strong> popolo riverente, e per le altre proseguirono anche nei giorni<br />

seguenti. Tutte le spoglie dei marinai che non poterono essere consegnate alle famiglie<br />

furono seppellite in un'area del cimitero citta<strong>di</strong>no messa a <strong>di</strong>sposizione dal comune e<br />

specialmente a<strong>di</strong>bita.<br />

Area tombale dei marinai della Benedetto Brin nel cimitero <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si<br />

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