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Pagine di storia brindisina

Non è questo un testo di storia, ma è solo una raccolta di alcunii episodi della storia di Brindisi, non tra di essi necessariamente collegati e qui rieditadi e riordinati in sequenza cronologica. Si tratta, infatti, di vari articoli già in precedenza da me pubblicati online, alcuni sulla pagina Brindisiweb.it e altri sul blog “Via da Brindisi” del quotidiano online Senza Colonne News, altri ancora su "il7 Magazine". Il distintivo, scelto per la copertina di questa raccolta, vuole essere un omaggio alla figura e alla memoria di un grande brindisino doc, Don Pasquale Camassa, generoso amante, nonché prolifico divulgatore, della storia della sua città.

Non è questo un testo di storia, ma è solo una raccolta di alcunii episodi della storia di Brindisi, non tra di essi necessariamente collegati e qui rieditadi e riordinati in sequenza cronologica. Si tratta, infatti, di vari articoli già in precedenza da me pubblicati online, alcuni sulla pagina Brindisiweb.it e altri sul blog “Via da Brindisi” del quotidiano online Senza Colonne News, altri ancora su "il7 Magazine".
Il distintivo, scelto per la copertina di questa raccolta, vuole essere un omaggio alla figura e alla memoria di un grande brindisino doc, Don Pasquale Camassa, generoso amante, nonché prolifico divulgatore, della storia della sua città.

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Da osservare che con il N°14 sono in<strong>di</strong>cate le due colonne romane antistanti al porto,<br />

rappresentate in pie<strong>di</strong> nonostante una delle due fosse crollata nel 1528, si <strong>di</strong>ce senza<br />

causa apparente: 175 anni prima della stampa. Da notare inoltre, che molte delle<br />

chiese sono rappresentate nelle loro strutture me<strong>di</strong>oevali. Potrebbe pertanto dedursi<br />

che questa stampa, orientata con il Nord verso destra, sia stata verosimilmente<br />

ricavata rielaborando una qualche opera precedente, possibilmente realizzata tra gli<br />

ultimi anni del ´400 e i primi del ´500.<br />

Prescindendo da queste considerazioni, si deve comunque osservare che trattasi <strong>di</strong><br />

una mappa decisamente meno avanzata <strong>di</strong> quella <strong>di</strong> Blaeu del 1663, precedente <strong>di</strong> ben<br />

quaranta anni, che il Pacichelli evidentemente non aveva nemmeno visto giacché in<br />

essa tra l’altro, vi é invece correttamente rappresentata una sola colonna in pie<strong>di</strong>.<br />

E si giunge così al 1739, anno al quale si fa risalire la più antica mappa topografica <strong>di</strong><br />

Brin<strong>di</strong>si, nel senso tecnicamente effettivo del termine. Si tratta della famosa “Mappa<br />

Spagnola”, al cui piede la leggenda include la data A.D. 1739, che però sembra essere<br />

scritta con caratteri <strong>di</strong>versi dagli altri, il ché farebbe pensare ad una aggiunta, magari<br />

legata alla data dell’episo<strong>di</strong>o riportato nella Cronaca dei Sindaci <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si:<br />

«...al dì 12 detto (marzo 1739) arrivò il maresciallo d. Andrea de los Coves spagnuolo, con<br />

tre ingegneri, e due commissarij d’artiglieria, e due volontari, cioè un colonnello, e un<br />

tenente colonnello, e detto maresciallo era il primo ingegnere del re, e questi pigliorono la<br />

pianta del Forte, del castello <strong>di</strong> terra, e <strong>di</strong> tutta la città, con misurate tutte le strade della<br />

città, e mura...»<br />

La mappa spagnola completa é <strong>di</strong> metri 1,25 x 2,05 e s´intitola “Plano y Mapa En que se<br />

comprende la Ciudad de Brindesi sus Castillos de mar y tierra, Puerto piccolo y Grande<br />

con porción de los contornos de su Campaña en la Provincia de Otranto “.<br />

Porzione centrale della Mappa Spagnola <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si – 1739 (dopo il restauro)<br />

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