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Pagine di storia brindisina

Non è questo un testo di storia, ma è solo una raccolta di alcunii episodi della storia di Brindisi, non tra di essi necessariamente collegati e qui rieditadi e riordinati in sequenza cronologica. Si tratta, infatti, di vari articoli già in precedenza da me pubblicati online, alcuni sulla pagina Brindisiweb.it e altri sul blog “Via da Brindisi” del quotidiano online Senza Colonne News, altri ancora su "il7 Magazine". Il distintivo, scelto per la copertina di questa raccolta, vuole essere un omaggio alla figura e alla memoria di un grande brindisino doc, Don Pasquale Camassa, generoso amante, nonché prolifico divulgatore, della storia della sua città.

Non è questo un testo di storia, ma è solo una raccolta di alcunii episodi della storia di Brindisi, non tra di essi necessariamente collegati e qui rieditadi e riordinati in sequenza cronologica. Si tratta, infatti, di vari articoli già in precedenza da me pubblicati online, alcuni sulla pagina Brindisiweb.it e altri sul blog “Via da Brindisi” del quotidiano online Senza Colonne News, altri ancora su "il7 Magazine".
Il distintivo, scelto per la copertina di questa raccolta, vuole essere un omaggio alla figura e alla memoria di un grande brindisino doc, Don Pasquale Camassa, generoso amante, nonché prolifico divulgatore, della storia della sua città.

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E Brin<strong>di</strong>si, ne son convinto, non vuole “<strong>di</strong>menticare” proprio come ben lo testimonia il<br />

professor Caputo nel suo racconto della Benedetto Brin: «Quanto scritto su vari libri,<br />

insieme a numerosi articoli giornalistici, a due vibranti lettere manoscritte -<br />

testimonianza degli storici<br />

canonico don Pasquale Camassa e<br />

avvocato Giuseppe Roma- e ad altre<br />

carte d'archivio ben fascicolate<br />

sono le risorse a cui attingere per<br />

sapere, perché questa trage<strong>di</strong>a<br />

accaduta a Brin<strong>di</strong>si, cent`anni<br />

orsono, che segnò tante vittime,<br />

rimanga una pagina <strong>di</strong> <strong>storia</strong><br />

appartenente ad una Città che non<br />

vuol <strong>di</strong>menticare, anche quando la<br />

sua <strong>storia</strong> è drammatica, tragica e<br />

luttuosa».<br />

La campana della Benedetto Brin<br />

Concludo con una esortazione, anzi<br />

con un appello, al Sindaco <strong>di</strong><br />

Brin<strong>di</strong>si e al Comandante della<br />

Marina Militare <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si:<br />

Perché non fare <strong>di</strong> questo<br />

melanconico anniversario Nº100<br />

l'occasione propizia per restituire il<br />

giusto e dovuto decoro alle tombe<br />

dei marinai caduti a Brin<strong>di</strong>si<br />

nell'affondamento della Benedetto<br />

Brin, dando con ciò anche un chiaro<br />

segnale <strong>di</strong> una volontà politica volta<br />

al recupero ed alla conservazione<br />

della memoria storica della nostra<br />

Città?<br />

La Storia e la Città ne rimarrebbero grate per sempre, perché come risaputo -<br />

dovrebbe esserlo- «la rimozione del passato corrisponde inesorabilmente alla<br />

rimozione del futuro».<br />

(*) Statua ai marinai caduti, cent'anni dopo svelato il mistero:<br />

ecco chi era la modella brin<strong>di</strong>sina <strong>di</strong> Gianmarco Di Napoli<br />

Un segreto durato un secolo e che oggi la famiglia ci affida perché è arrivato il tempo <strong>di</strong><br />

svelarlo, giusto cento anni dopo la trage<strong>di</strong>a della "Benedetto Brin", quando ormai da quasi<br />

altrettanto tempo quella statua <strong>di</strong> donna con lo sguardo basso e con un'espressione <strong>di</strong><br />

profonda tristezza domina il sacrario de<strong>di</strong>cato ai marinai morti e l'intero cimitero <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si.<br />

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