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Pagine di storia brindisina

Non è questo un testo di storia, ma è solo una raccolta di alcunii episodi della storia di Brindisi, non tra di essi necessariamente collegati e qui rieditadi e riordinati in sequenza cronologica. Si tratta, infatti, di vari articoli già in precedenza da me pubblicati online, alcuni sulla pagina Brindisiweb.it e altri sul blog “Via da Brindisi” del quotidiano online Senza Colonne News, altri ancora su "il7 Magazine". Il distintivo, scelto per la copertina di questa raccolta, vuole essere un omaggio alla figura e alla memoria di un grande brindisino doc, Don Pasquale Camassa, generoso amante, nonché prolifico divulgatore, della storia della sua città.

Non è questo un testo di storia, ma è solo una raccolta di alcunii episodi della storia di Brindisi, non tra di essi necessariamente collegati e qui rieditadi e riordinati in sequenza cronologica. Si tratta, infatti, di vari articoli già in precedenza da me pubblicati online, alcuni sulla pagina Brindisiweb.it e altri sul blog “Via da Brindisi” del quotidiano online Senza Colonne News, altri ancora su "il7 Magazine".
Il distintivo, scelto per la copertina di questa raccolta, vuole essere un omaggio alla figura e alla memoria di un grande brindisino doc, Don Pasquale Camassa, generoso amante, nonché prolifico divulgatore, della storia della sua città.

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Poi, tra l’XI e il XII secolo, tutto cambiò per l’intero meri<strong>di</strong>one italiano quando<br />

sopraggiunsero i Normanni che in meno <strong>di</strong> un secolo lo conquistarono tutto e, con<br />

Ruggero II nel Natale del 1130, fondarono il regno <strong>di</strong> Sicilia integrando in uno stato<br />

unitario tutti quei territori laddove si erano stanziati avvicendati e sistematicamente<br />

combattuti per secoli i Bizantini, i Longobar<strong>di</strong>, i Franchi e gli Arabi.<br />

I Veneziani, temendo a ragion veduta per i propri interessi nell’Adriatico, cercarono<br />

vanamente <strong>di</strong> osteggiare la conquista normanna della Terra d’Otranto, da dove, come<br />

temuto, nel 1081 il duca Roberto salpò per occupare Corfù e quin<strong>di</strong> prendere Durazzo.<br />

E da dove – da Brin<strong>di</strong>si – nel 1085, pochi mesi prima <strong>di</strong> morire, il Guiscardo salpò per<br />

la sua ultima campagna antibizantina, in cui vinse i Veneziani e strappò loro Kassiopi.<br />

Poi, giusto iniziando il secolo XII – in data compresa tra il 1101 e il 1104 – Venezia,<br />

per rappresaglia o rivincita, alleatasi circostanzialmente col re Colomano <strong>di</strong> Ungheria<br />

contro i Normanni, impulsò un’incursione navale dalla Dalmazia su Monopoli e su<br />

Brin<strong>di</strong>si, che fu brevemente occupata.<br />

«Hoc tempore, Colomanus rex Ungarie misit exercitum in Dalmacia, et occi<strong>di</strong> fecit regem<br />

Petrum, et per legatos suos cum Venetorum duce fedus iniit contra Normanos et pariter<br />

exercitum in Apuleam ad eorum dampna mitere statuunt; parata autem clase per Venetos,<br />

regius aparatus in Apuliam navigans, Brun<strong>di</strong>sium et Monopolim optinent, et tribus<br />

mensibus, Apuliam vastant et redeunt.» [A. DANDOLO 1 ]<br />

In seguito, però, le ostilità cessarono del tutto – anche perché alla lunga i Normanni<br />

si ritirarono dalla <strong>di</strong>rimpettaia costa adriatico-ionica per concentrare tutti i loro sforzi<br />

in Italia – e così le relazioni commerciali tra la Repubblica e il Regno migliorarono.<br />

Già nel maggio 1122, infatti, i Veneziani del doge Domenico Michiel stipularono un<br />

trattato commerciale con il principe <strong>di</strong> Bari Grimoaldo Alferanite. Quin<strong>di</strong> seguirono<br />

altri trattati tra Venezia e Palermo: con il già re Ruggero II nel 1139, concordando e<br />

regolamentando i rapporti e le relazioni commerciali tra Venezia e i sud<strong>di</strong>ti dell’Italia<br />

meri<strong>di</strong>onale; con il re Guglielmo I nel 1154, essendo doge Domenico Morosini; e con il<br />

re Guglielmo II nel 1175, essendo doge Sebastiano Ziani. I commerci pertanto<br />

fiorirono,<br />

«con le tante flotte mercantili veneziane che recandosi in Oriente, e sviluppando quel<br />

gran traffico che nei secoli seguenti doveva costituire l'opulenza <strong>di</strong> Venezia, tanto<br />

nell'andata come nel ritorno, poggiavano sempre a Otranto e a Brin<strong>di</strong>si.» [G. GUERRIERI 2 ]<br />

Con gli Svevi sul trono <strong>di</strong> Palermo, nei primi tempi le relazioni commerciali con<br />

Venezia si mantennero, giacché l’imperatore Enrico VI, pur privilegiando<br />

notoriamente le relazioni con Pisa, come re <strong>di</strong> Sicilia riconfermò al doge Enrico<br />

Dandolo i <strong>di</strong>plomi emanati precedentemente dai Normanni.<br />

Poco dopo la sua improvvisa morte, inoltre, quando ancora era in corso la confusa<br />

transizione politica tra Normanni e Svevi, a Brin<strong>di</strong>si si stipulò un patto <strong>di</strong> commercio<br />

<strong>di</strong>rettamente tra “supposti” rappresentanti del popolo e Venezia, quando nel<br />

settembre 1199 i due capitani navali veneziani, Giovanni Basilio e Tommaso Falier,<br />

delegati a rappresentare il loro Doge Enrico Dandolo, conclusero – forse, meglio,<br />

imposero – a Brin<strong>di</strong>si il solenne pactum <strong>di</strong> pace e <strong>di</strong> mutua <strong>di</strong>fesa che fu sottoscritto da<br />

un gruppo <strong>di</strong> trentaquattro “notabili” brin<strong>di</strong>sini, evidentemente selezionati tra i proveneziani:<br />

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